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giovedì 3 aprile 2014

Mc Donald’s e Barilla vendono veleno, tutto il mondo è paese

veleni 8

In Svizzera sono stati testati quindici diversi tipi di pasta, prodotti da aziende svizzere e italiane. Dal controllo è risultato, che sette marche presentavano sostanziali tracce di pesticidi. Nella pasta della Coop svizzera sono stati trovati due insetticidi: la cipermetrina e il pirimifos.  La cipermetrina è utilizzata in tutto il mondo nelle coltivazioni estensive di cereali, caffè e cotone. Mentre il pirimifos metile viene usato durante lo stoccaggio della farina e del grano.  Barilla, Colombino, Pasta di Flavio e Reggano sono risultate meno “tossiche” della “cattiva” sorella svizzera. Infatti gli esami condotti sulla pasta di queste marche hanno riscontrato ”soltanto” la presenza del pirimifos. La pericolosità di alcuni pesticidi non è riscontrabile nel breve periodo, invece l’introduzione giornaliera di tali sostanze nell’intestino, prepara il terreno per l’arrivo di patologie gravi.
La Barilla è il leader mondiale nella vendita della pasta. Da anni realizza campagne pubblicitarie dove lega i suoi prodotti alla famiglia e all’Italia. L’analisi effettuata in Svizzera dimostra che al CDA della Barilla non interessa minimamente la salute dei consumatori. Nonostante l’azienda abbia precisato che la percentuale di pesticidi riscontrata è sotto il livello di sicurezza europeo e italiano, rimane il fatto inammissibile che il prodotto contiene dei veleni.
Inoltre la questione dei pesticidi riapre la ferita della tracciabilità delle materie prime, mai rimarginata. Le confezioni della pasta non riportano la provenienza del grano. Nel caso della Barilla, per ammissione della stessa azienda, almeno un 20% del grano non è italiano. Ma se tanto mi da tanto  la percentuale dovrebbe essere ancora maggiore. La non dichiarazione di provenienza da adito a “cattivi” pensieri. Perché cari produttori non scrivete da dove proviene il grano che lavorate? Cosa dovete nascondere?  Secondo alcuni, il grano “radioattivo” ucraino arriva, da anni, nelle nostre tavole sotto il marchio made in italy. Sarà vero? Comunque i fatti parlano chiaro. La dieta mediterranea è in crisi. Il numero degli intolleranti al glutine è in aumento, per l’intestino digerire le farine è sempre più un’ impresa.
Il comportamento della Barilla è in linea con quello tenuto da molte altre aziende, sparse in tutto il mondo . Mc Donald’s è una sicurezza da questo punto di vista. La globalizzazione, avvenuta anche grazie ai suoi puzzolenti Hamburger che hanno peggiorato la dieta a milioni di persone, ha diminuito la sicurezza alimentare e cancellato quei principi nutrizionali alla base di un buon pasto. Il Junk food, cibo spazzatura, ha stravolto l’alimentazione, con conseguenze nefaste sulla salute. Siamo diventati dei consumatori bulimici di zucchero e di sale. Oltretutto il junk food è pure nauseabondo per il palato.
Uno chef statunitense, negli ultimi mesi, ha ingaggiato una battaglia televisiva contro la emme dorata. La denuncia catodica di Oliver ha informato milioni di consumatori che la carne acquistata da Mc Donald’s, essendo scadente, deve essere trattata con ammoniaca prima della vendita. L’idrossido di ammonio viene usato per pulire i pavimenti perché uccide molti batteri, secondo voi è normale che un bambino lo debba ingerire?  Invece per la Food and Drug Administration l’ammoniaca è sicura, in quanto le concentrazioni normalmente presenti negli alimenti non rappresentano un rischio per la salute. Inoltre Oliver ha svelato con quali schifezze vengono fatte le pepite di pollo e la salsa del big mac.  E’ innegabile che il menù del Mc Donald’s non sembra stilato da un cuoco, ma da un chimico. Oltre a qualche acida verdurina piena di pesticidi e all’immancabile carne OGM, tra gli ingredienti compaiono: glicerina, fosfato biosdico, gomma xatano, acido malico, sorbato di potassio, lecitina di soia, glicole propilenico, alginato e sodio benzoato. Se vogliamo sperare d rimanere in salute dobbiamo, almeno, operare una vera e propria rivoluzione in ambito alimentare. Partiamo dal tornare a mangiare cibi sani e gustosi, per riappropriarci della possibilità di essere noi stessi.

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