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giovedì 19 marzo 2015

Il più grande farmaco che guarisce: il VUOTO. E’ nel vuoto che i disagi e l’anima trovano ristoro e forze.

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“Da tale vuoto assoluto… sboccia meravigliosamente l’azione.”
(Da “Lo zen e il tiro con l’arco”)
«Gli uomini hanno paura di abbandonare le loro menti, perché temono di precipitare nel vuoto senza potersi arrestare. Non sanno che il vuoto non è veramente vuoto, perché è il regno della Via autentica.»
(Huang-po)
«Ci sono due tipi di vuoto. Il vuoto che cerco io è fatto di buio, di nulla, è una dimensione dove non ci sono pensieri. Se, per esempio, mi trovo a dover prendere una decisione, chiudo gli occhi e cerco il vuoto. (…) Poi c’è il vuoto che viene da sé, spontaneamente: e questa è un’ottima cosa! Per esempio quello dei bambini che si distraggono molto, che si incantano; oppure quello dal quale, silenziosamente, senza chiedere il tuo parere, senza pensieri, si forma incessantemente la persona che sei. Una sorgente sconosciuta che sta realizzando te, sta facendo il tuo essere come va fatto, e per la quale la tua opinione conta meno di niente. (…) Ecco a cosa serve il vuoto: a ricordarti che non sei tu il protagonista, che c’è qualcosa che ti sta creando e sa cosa fare, quando piangere, quando ridere, quando fare l’amore, quando irritarsi…E’ chiaro che non ha modelli, segue un suo stile, cos’altro dovrebbe fare?
Mentre tu insisti a mettere paletti: vado bene, non vado bene, sono giusto, sono sbagliato, ieri ho fatto così, dovevo fare diversamente, e poi ho avuto un’infanzia difficile, mi maltrattavano…Ma così chiedi al tuo artefice di rispettare una serie di codici che non sono i suoi: sarebbe invece un’ottima cosa lasciar perdere tutto e affidarsi totalmente al vuoto. (…)
Come scrive Plutarco
“La mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma, come la legna da ardere, ha bisogno solo di una scintilla che la accenda”
(…) Quanto più vuoto realizziamo in noi, tanto più sapere innato attingiamo.
L’operazione da fare quando stiamo male è molto semplice: basta ricordarsi che c’è un luogo segreto dentro di noi, il nostro spazio vuoto. In quel silenzio invisibile che ci abita, là dove non ci conosciamo, c’è la nostra essenza e assieme la guarigione da ogni disagio. Perché siamo, principalmente, proprio ciò che non vediamo di noi stessi. In quel silenzio rarefatto e invisibile che abita ognuno di noi c’è la prevenzione, la cura, la soluzione dei nostri disagi.
(…) Nascondersi è annullarsi, prendere le distanze dal conosciuto, disidentificarsi.
Nascondersi è curarsi, rigenerarsi, lasciar fare al Sé. Non c’è seme nell’universo che non si occulti per creare la vita di una pianta, di un animale, di un uomo. Nascondersi è la ricetta di tutte le ricette. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi problema ti affligga, tu nasconditi…e rifugiati nel vuoto. (…) Dio si occulta e, quando noi immaginiamo uno spazio vuoto, misterioso e nascosto, le forze cosmiche sono più che mai al nostro fianco. (…)
Ogni tanto faremmo bene a chiederci “Quanto «vuoto» c’è stato nella mia giornata?” (…)
I miei pazienti sono sulla strada giusta quando non cercano di risolvere quelli che chiamano “i loro problemi”.
“Non devo salvare il mio matrimonio” oppure “non devo cambiare vita” sono alcune delle frasi che permettono all’anima di compiere i suoi prodigi, di produrre i suoi effetti terapeutici. Il vuoto ha più poteri di qualsiasi ragionamento, di qualsiasi farmaco, di ogni sforzo di volontà.
“Secondo la Kabbalah, il fondamento che sostiene tutta l’esistenza è l’Ain, il Nulla metafisico. Uno dei versi biblici che giustifica questa affermazione è (Giobbe 26,7): “Tolè aretz al blimah”, “sospende la terra sul Nulla”. (Nadav Crivelli)
(…) Il vuoto ricorda all’anima il suo navigare nel Senza Tempo. (…)
Certamente non ce la puoi fare se pensi di avere un problema irrisolvibile, se la prima cosa che fai è chiamare qualcuno per lamentarti, oppure se cominci a rimpiangere il passato, a pensare a come stavi meglio allora, o a considerare come altri hanno affrontato quel problema; non ce la puoi fare così…! Bisogna, giorno dopo giorno, procedere come esseri sconosciuti a se stessi e la vita aprirà strade nuove, offrirà nuove soluzioni: ma spesso non ce ne si accorge, perché la mente è troppo centrata sull’identità consueta, e non vede. (…)
Se esiste un principio che crea il mondo, lo crea nascondendosi. (…) Come scrive Eraclito................................................

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