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mercoledì 16 dicembre 2015

La famiglia è un’invenzione della religione… Scopri cosa ci hanno nascosto!

matrimonio

In questo articolo voglio parlare di una delle sicurezze su cui si basa la vita dell’essere umano e che sembra essere la causa di tante gioie ma soprattutto di tante sofferenze: la famiglia.
Essa non è altro che l’unione di due o più persone che scelgono di vivere insieme per portare avanti un progetto comune e condividere qualcosa.
L’essere umano è senza dubbio un essere sociale e, come la storia tramanda, ha sempre sentito il bisogno di comunicare e relazionarsi con altri esseri umani, formando già dai primi tempi della sua comparsa, gruppi, tribù, villaggi che si sono sempre più estesi, divenendo città, nazioni e continenti.
Non c’è nulla di poco funzionale nella famiglia che conosciamo, ognuno ha un ruolo e, in relazione ad esso, può evolversi e vivere serenamente.
La cosa che fa pensare, però, è che prima dell’istituzione del matrimonio il termine famiglia non esisteva ma esisteva il termine “comune”.
Il termine “famiglia”, infatti, deriva dal latino (familia) e significa “gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della gens”.
Prima dell’avvento della religione, quindi, la famiglia come la conosciamo noi non esisteva!
La religione ha “preso” una struttura su cui si basava la vita dell’uomo e l’ha utilizzata e gestita per controllarci e renderci, come la parola stessa dice: “schiavi”.
Così è stato deciso cosa fosse più giusto per la donna e cosa per l’uomo, i loro diritti e i loro doveri. Le persone che ne facevano parte non erano più individui liberi che collaboravano per un unico fine ma si identificavano con il termine “marito” e “moglie”. Il loro rapporto era indissolubile, nonostante riguardasse due esseri che sono in continuo mutamento. Così è stato installato il “programma del possesso” e con esso, si sono generate repressioni, gelosie, tradimenti e malattie causate dallo stress di questo tipo di rapporti.
È stata costruita una gabbia dorata per ogni gruppo di individui e, la cosa peggiore, è che ci siamo convinti che fosse la cosa migliore per noi.
Osho scrive: “La sua struttura di base è la possessività – il marito possiede la moglie ed entrambi possiedono i bambini – e nel momento in cui possiedi un essere umano ti sei preso la sua dignità, la sua libertà, la sua stessa umanità. Hai portato via tutto ciò che è bello e gli hai solo dato del le manette; forse fatte in oro – belle gabbie al posto delle sue ali – ma quelle gabbie dorate non gli possono dare il cielo e la libertà del cielo.”
Quando si viveva nei villaggi, ogni gruppo di conviventi collaborava per il bene del villaggio, invece la famiglia tende ad isolarci dalle altre.
Ognuno pensa per sé e lo stesso ragionamento avviene tra le nazioni. Così nascono le guerre…
Potremo essere felici e liberi solo quando sradicheremo questa struttura. Le persone continueranno a vivere insieme ma con l’obiettivo comune della condivisione. Ognuno avrà il suo ruolo ma rispetterà la libertà dell’altro. Ognuno sarà felice della felicità dell’altro, in qualunque caso e condizione. Anche i figli non saranno “beni da possedere”.
Osho scrive: “Solo una cosa puoi fare, e questo è condividere la tua vita. Racconta loro che sei stato condizionato dai tuoi genitori, che hai vissuto entro certi limiti, certi ideali, e a causa di questi limiti e ideali ti sei lasciato sfuggire completamente la vita, e non vuoi distruggere la vita dei tuoi figli. Tu vuoi che siano totalmente liberi – liberi da te, perché per loro tu rappresenti l’intero passato.”
– Ma io sono un genitore, amo i miei figli, come posso lasciarli andare?
 “Un padre, una madre, devono avere un enorme coraggio per dire ai figli: Dovete essere liberi da noi. Non ubbiditeci, fate affidamento solo sulla vostra intelligenza. Anche se doveste andare fuori strada, sarà sempre molto meglio che vivere nel “giusto” e rimanere schiavi per sempre. È molto meglio commettere errori da soli e imparare grazie ad essi, piuttosto che non commettere errori e seguire qualcun altro; in questo modo imparerete solo a imitare, e questo è veleno, nient’altro che veleno.”
Non è facile cambiare qualcosa che ci viene tramandato da secoli e secoli, ma di certo non è impossibile!
Iniziamo cambiando i nostri pensieri e, pian piano, anche la nostra realtà cambierà!

Lucrezia

 fonte

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