Il corpo umano e' fatto di polvere di stelle: in noi i resti del Big Bang e di antiche galassie

polverestelle


Astrofisica e patologia medica sembrano apparentemente due discipline molto diverse ma in realtà non lo sono. Ma cos'hanno in comune il nostro corpo e le sue malattie con le stelle? Cos'è che accomuna le macchie solari con quelle del fegato? E come fa il Big Bang a essere legato alla fibrosi cistica? L'astrofisico Karel Schrijver, del Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory, e la moglie, Iris Schrijver, docente di patologia alla Stanford University, hanno unito i puntini in un nuovo libro, partendo dal presupposto che l'uomo è fatto di polvere di stelle.
In uscita in inglese il 1° marzo, il libro ha un titolo che racchiude tutto: “Living With the Stars: How the Human Body Is Connected to the Life Cycles of the Earth, the Planets, and the Stars” (Vivere con le stelle: come il corpo umano è collegato ai cicli di vita della Terra, dei pianeti e delle stelle”.
Non una storia qualunque, ma la nostra, quella del corpo umano che cambia ogni istante, mescolandosi con ciò che lo circonda. Il corpo è sempre in evoluzione, le nostre cellule muoiono e vengono sostituite da quelle nuove a un ritmo incalzante. L'intero corpo si ricostruisce continuamente, quando il cibo e l'acqua che vengono portati al suo interno si trasformano in energia e “materiale da costruzione”.

LivingStelle

Sottolineano gli autori che ci ricostruiamo continuamente utilizzando elementi catturati dal nostro ambiente, e siamo quindi collegati ad animali e piante intorno a noi, e ai batteri dentro di noi. Ma soprattutto siamo intimamente legati alla fornace nucleare del Sole e al vento solare, alle collisioni con asteroidi e ai cicli della nascita delle stelle, e anche al Big Bang.
Come? Il nostro corpo contiene le polveri delle stelle rilasciate nella galassia in esplosioni massicce risalenti a miliardi di anni fa, mescolate con atomi che solo relativamente di recente le hanno portate nell'atmosfera terrestre. “Tutto questo non è storia remota: il nostro corpo umano è inseparabile dalla natura intorno a noi e si intreccia con la storia dell'universo” spiegano.
I due coniugi sono stati intervistati dal National Geographic. Parlando dalla loro casa di Palo Alto, in California, hanno raccontato come tutto in noi sia nato dalle esplosioni cosmiche miliardi di anni fa, come i nostri corpi siano in un costante stato di degrado e rigenerazione: “Tutto ciò che siamo e tutto nell'universo e sulla Terra proviene dalla polvere di stelle e galleggia continuamente dentro di noi anche oggi. Ci si collega direttamente all'universo, ricostruendo i nostri corpi più e più volte nel corso della nostra vita” spiega Iris.
Questa è stata una delle più grandi sorprese per noi in questo libro. Non ci eravamo mai resi conto di quanto fossimo mutevoli e che i nostri corpi erano fatti di resti di stelle massicce e delle esplosioni nelle galassie. Tutto il materiale del nostro corpo ha origine in quella polvere residua, e trova la sua strada nelle piante, e da lì nelle sostanze nutrienti di cui abbiamo bisogno per tutto ciò che facciamo, pensare, spostarci, crescere”.
Secondo quanto illustrato da Karel, nell'universo in origine c'erano solo idrogeno, elio e molto poco altro. L'elio non è nei nostri corpi, al contrario dell'idrogeno: “Le stelle sono come i reattori nucleari. Prendono un combustibile e lo convertono in qualcos'altro. L'idrogeno si trasforma in elio, e l'elio a sua volta dà origine a carbonio, azoto, ossigeno, ferro e zolfo, di cui tutti siamo fatti. Quando le stelle arrivano alla fine della loro vita, si gonfiano e si uniscono di nuovo insieme, gettando via i loro strati esterni”. E la maggior parte del materiale di cui siamo fatti proviene dalle stelle morenti. “Abbiamo roba in noi antica quanto l'universo ma anche alcune cose che sono atterrate qui forse solo un centinaio di anni fa. E tutto questo si mescola nei nostri corpi.
L'universo, nella sua grandezza, si ricicla e mischia gli ingredienti di cui siamo fatti, rendendoci parte di qualcosa di grande, molto più della nostra immaginazione.
Francesca Mancuso

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Cip cip cip :)

Io voglio cantare come cantano gli uccelli senza preoccuparmi di chi ascolta o di cosa pensi.

Rumi

Immagine scheda USIGNOLO

Delfinario di Rimini: chiuso per decreto ministeriale. Primo caso in Italia


Corso CMAS Corso PADI Corso Nitrox Corso Apnea Corso Delfino (ragazzi) 
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, 21 gennaio (GU Serie Generale n.16 del 21-1-2015), il Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare concernente la Chiusura della struttura Delfinario di Rimini, in Rimini. (15A00353), emesso il 5 dicembre 2014.

Tale Decreto, emanato di concerto con il Ministero della Salute e il Ministero delle Politiche Agricole, prevede il rifiuto della concessione di licenza di giardino zoologico al Delfinario di Rimini, e ne sancisce   di conseguenza la chiusura. Il Ministero dell’Ambiente non ha quindi ritenuto idoneo il Delfinario di Rimini alla concessione della licenza di giardino zoologico, ai sensi del Decreto Legislativo 73/2005.
“Questa è lo stop definitivo ad ogni tentativo da parte della struttura di continuare ad operare al di fuori della legge”, commenta la LAV.
Nonostante non avesse mai ottenuto l’indispensabile licenza di giardino zoologico, infatti, il delfinario di Rimini è rimasto aperto al pubblico per quasi un decennio proponendo spettacoli con delfini, fino al sequestro preventivo degli animali e al loro trasferimento, avvenuto a settembre del 2013, e disposto della Procura della Repubblica di Rimini in seguito al sopralluogo degli agenti del servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato avvenuto il 31 luglio 2013, scaturito da numerose segnalazioni della LAV e di altre associazioni.

Esperienza

"senza esperienza la vita è vuota ma il vuoto con l'esperienza è tutto"

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Rimbambiti gli animali, scattati la foto!

 

DIECI GOCCE DI VALIUM...

Quelle che seguono sono foto scattate allo zoo Lujan di Buenos Aires.
Con un piccolo sovrapprezzo sul costo del biglietto di 25 dollari, i turisti possono avere un animale (leone, orso...) drogato e impacchettato, pronto per una foto ricordo.
Gli animali di queste foto non sono morti, sono semplicemente bombardati di tranquillanti per poter scattare le fotografie.

Per lo zoo, che al momento imprigiona circa 400 animali, sono in arrivo pesanti sanzioni, ma non per aver drogato gli animali, ma perchè una legge proibisce ai visitatori contatti ravvicinati con i prigionieri.

Tutto il mondo è paese: a Rimini Monica Fornari riempiva di Valium i delfini, in Argentina si danno dosi massicce di tranquillanti agli animali.
Quando si parla di sfruttamento, purtroppo, tutto il mondo è paese.


fonte 

Gioie

Molte persone si perdono le piccole gioie quotidiane, perché vivono in attesa della grande felicità. 

Pearl S. Buck

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Internet sta sviluppando una propria coscienza? Sta nascendo una nuova vita? Siamo in pericolo?

Miliardi di computer interconnessi compongono la più grande infrastruttura tecnologica mai creata dall'umanità, molto simile alla configurazione dei neuroni del cervello umano che starebbe alla base dell'auto-consapevolezza umana. È possibile che Internet, una gigantesca rete neurale artificiale, stia cominciando a prendere coscienza di sé? Dobbiamo cominciare a preoccuparci?
 
24 gennaio 2015 | Sei in Categoria: Ricerca Scientifica | Tags:
internet-intelligenza-artificiale

Gli amanti della fantascienza hanno ben presente il ruolo di Skynet, la gigantesca rete di computer profetizzata in Terminator, il film di James Cameron uscito nel lontano 1984.
Basata su un sofisticato microchip prodotto dalla Cyberdyne Systems Corporation, poco dopo la sua attivazione, Skynet diviene autocosciente, scatenando un olocausto nucleare globale che gli permetterà di prendere il controllo del pianeta.
Quella descritta nel film è solo una inquietante storia di fantascienza, oppure potrebbe essere una profezia di quello che potrebbe succedere nella realtà? È possibile che internet, la rete globale che collega i computer di tutto il mondo, possa un giorno diventare autocosciente? È possibile che la sua sinistra coscienza possa mettere in pericolo l’intera specie umana?
Cristof Koch è un neuscienziato americano conosciuto soprattutto per i suoi studi sulla base neurali della coscienza. Attualmente, è direttore del dipartimento di ricerca dell’Allen Institute for Brain Science di Seattle.
Koch ritiene che la coscienza di sé sia il prodotto della rete di neuroni del cervello. Dunque, se Internet fosse un cervello, quale sarebbe il suo grado di consapevolezza?
“Internet è di gran lunga il manufatto più complesso costruito dall’uomo”, spiega Koch al Margan Freeman Science Show. “Ha attualmente un numero di transistor che supera le sinapsi di un cervello umano di un fattore di 10 mila. Esiste la possibilità, data la complessità dell’infrastruttura, che in futuro, continuando con il livello di sviluppo attuale, Internet possa acquisire un certo grado di coscienza”.
Alcuni ricercatori sostengono che Internet possa già essere senziente, ma il suo livello di coscienza sarebbe simile a quello di un neonato. “Internet ha un tipo di consapevolezza confusa”, continua Koch, “ma quello che interessa è il livello di intelligenza associato alla consapevolezza. Un neonato è vagamente consapevole della presenza materna e della senzazione di fame, ma non è ancora molto intelligente”.
Verosimilmente, Internet continuerà ad imparare e ad evolvere: diventerà adulta! Se così sarà, come faremo a capire quando diventerà più di una rete di computer?
«Il sistema andò online il 4 agosto 1997. Skynet cominciò a imparare a ritmo esponenziale. Divenne autocosciente alle 2:14 del mattino, ora dell’Atlantico, del 29 agosto». [Terminator di James Cameron].
Il grado di consapevolezza si può misurare con il Test di Turing, il quale prevede di rivolgere una serie di domande a un uomo e a un computer, senza sapere chi o cosa dà le risposte. Se non si riescono a riconoscere le risposte del computer, cioè, se la macchina è riuscita ad ingannarvi, allora vuol dire che il computer in questione è una ‘macchina intelligente’.
Per ‘macchina intelligente’ Turing ne intende una in grado di pensare, ossia capace di concatenare idee e di esprimerle. Per Turing, quindi, tutto si limita alla produzione di espressioni non prive di significato.
Koch sta lavorando ad una versione migliorata del test che sia capace di misurare non solo l’intelligenza della macchina, ma anche il grado di consapevolezza. Il test prevede l’utilizzo di una serie di immagini che il computer deve decidere se ritenere verosimili o assurde.

koch
Se pensi che questa immagine sia reale, allora sei un computer!
Alcune immagini scelte da Koch, per noi umani sarebbero assolutamente irrealistiche. Ma i computer, anche i migliori, possono facilmente essere ingannati. “Un computer, a meno che non gli si fornisca una lista infinita di tutte le eccezioni possibili, non può superare la prova. L’obiettivo del test è proprio la consapevolezza visiva”, spiega Koch.
Koch vuole sottoporre Internet a questo test. Se l’enorme rete globale di calcolatori superasse il test, la si potrà definire conscia e consapevole. Ma cosa accadrebbe se questa possibilità divenisse reale? Cosa potrebbe volere? Come si comporterebbe? Ci sarebbe amica o ostile? Forse potrebbe volere da noi solo delle occasionali riparazioni, oppure volere la nostra energia.
“Se Internet avesse sviluppato un comportamento indipendente, questo comporterebbe ogni sorta di implicazioni sulla sicurezza mondiale”, continua Koch. “Sarebbe certamente il segnale che ha sviluppato una sua forma di autonomia”.
Tuttavia, si ritiene che la possibilità che Internet diventi una sinistra coscienza non possa mai verificarsi perché è in gran parte costituita da ‘BOT’, programmi ripetitivi e automatizzati che rappresentano il 60% di tutto il traffico di rete.
Si può immaginare che le varie parti di Internet, BOT finanziari, BOT sicurezza e così via, agiscano come varie parti del cervello umano. Il cervello di Internet potrebbe avere tutti i tipi di programmi specializzati, proprio come il cervello umano ha aree specializzate per le varie funzioni. Ma questo non implicherebbe necessariamente la consapevolezza.
“Bisogna immaginare i BOT come precisi esecutori non-coscienti: eseguono un solo compito, come ad esempio entrare nel vostro computer per vendervi un qualche prodotto. Questa azione così stereotipata è agli antipodi di un’entità cosciente. La specializzazione porta ad operare in modo inconsapevole”, conclude Koch.
Infine, grazie all’interazione tra neuroscienze e fisica quantistica, è ormai opinione diffusa tra molti ricercatori che la mente umana non è il semplice frutto delle connessione tra i neuroni del cervello, ma qualcosa di molto di più.
Una teoria rivoluzionaria, chiamata Teoria Quantistica della Coscienza, sostiene che la coscienza umana è una delle strutture fondamentali dell’Universo e che la sua esistenza è dimostrabile grazie al funzionamento delle leggi della fisica quantistica.
Leggi anche:
La fisica quantistica potrebbe spiegare l’esistenza dell’anima
Ecco perchè l’anima esiste: la spiegazione di un fisico
Professor Tiller: siamo esseri spirituali rivestiti di un bio-corpo
Con la morte fisica, le informazioni quantistiche che formano la mente coscienta umana non vengono distrutte, ma lasciano il sistema nervoso per essere riconsegnate all’Universo.
Dunque, il totale non è la semplice somma delle parti, ma qualcosa che lega la mente umana al grande mistero del cosmo: l’uomo è molto di più di un semplice calcolatore, e un calcolatore, per quanto intelligente, non avrà mai in sé quella scintilla di eternità che rappresenta una delle strutture fondamentali dell’universo.

fonte

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:-)

Sul capire

è capace di , non ha bisogno di spiegazioni.
Chi non può capire, non capirà mai.

(cit.)

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Caramelle per tosse e mal di gola: 10 ricette homemade

caramelle gola fatte in casa 

Una caramella quando abbiamo la tosse o il mal di gola può essere d'aiuto per trovare un attimo di sollievo dai classici fastidi dei malanni invernali. Con alcuni semplici ingredienti possiamo provare a preparare in casa delle caramelle balsamiche a base di sciroppo di menta, di decotto all'anice e di altri ingredienti naturali utili come lo zenzero. 
Ecco tante ricette per preparare in casa delle caramelle per tosse e mal di gola.

1) Caramelle per mal di gola e raffreddore agli oli essenziali

Caramelle per mal di gola e raffreddore agli oli essenziali a base di zucchero e limone. Nel caso dei bambini però il blog Un Amore di Sapone consiglia di omettere gli oli essenziali e di affidarsi, ad esempio, al miele come ingrediente. Tra gli oli essenziali indicati troviamo arancio dolce, meta piperita, anice, eucalipto, limone. Qui le ricette.

2) Caramelle per il mal di gola con scorze di limone

Queste caramelle per il mal di gola si preparano con zucchero, miele, scorza di limone e decotti abbastanza ristretti di foglie di eucalipto in taglio tisana, scorza di limone, anice stellato sempre per uso tisana, stecche di cannella, radici di liquirizia. Qui la ricetta.

3) Pasticche per la gola fatte in casa

Per preparare delle pasticche per la gola fatte in casa vi serviranno miele e acqua per la preparazione di un infuso con le erbe, tra cui vengono indicate olmo, cannella, bacche di sambuco e camomilla. Sono utili un termometro e uno stampo in silicone per caramelle. Qui la ricetta.

4) Caramelle alle erbe fatte in casa

Per preparare delle caramelle alle erbe fatte in casa vi serviranno miele integrale, semini di anice, foglioline di menta e cannella in polvere. Le caramelle alle erbe si possono preparare in numerose varianti. Qui le ricette.
caramelle erbe fatte in casa

5) Caramelle fatte in casa al miele e limone

Miele e limone sono considerati dei rimedi naturali utili in caso di tosse e mal di gola. Le caramelle al miele e limone sono un noto rimedio della nonna. E' utile avere a disposizione uno stampo per caramelle per facilitare la preparazione. Qui la ricetta.
caramelle miele limone fatte in casa

6) Caramelle balsamiche alla menta

Volete provare a preparare in casa le vostre caramelle balsamiche? Per preparare delle caramelle balsamiche fatte in casa alla menta vi serviranno zucchero, succo di limone, acqua, sciroppo alla menta, olio dal sapore delicato. Qui e qui le ricette.
caramelle dure menta

7) Caramelle all'anice fatte in casa

Se quando avete la tosse, il raffreddore o il mal di gola trovate un po' di sollievo grazie alle caramelle all'anice, ecco l'occasione per prepararle in casa. Vi serviranno zucchero, sciroppo di anice e un cucchiaino d'olio. Il colorante alimentare blu è facoltativo. Qui la ricetta.
caramelle anice fatte in casa
fonte foto: lillaland.myblog.it

8) Caramelle per il mal di gola fatte in casa

Per preparare queste caramelle per la gola vi serviranno miele, zucchero e succo di limone, a cui aggiungere scorza di limone, olio essenziale di menta, cannella, anice stellato, radici di liquirizia come ingredienti per ottenere un decotto. Qui la ricetta completa.

9) Caramelle per la gola al sambuco

Troverete in erboristeria tutti gli ingredienti che vi serviranno per preparare queste caramelle per la gola al sambuco: semi di lino, bacche di sambuco, gomma arabica, a cui aggiungere acqua calda e zucchero a velo. Qui la ricetta completa.
caramelle sambuco

10) Caramelle allo zenzero fatte in casa

Per preparare le caramelle allo zenzero vi serviranno solo tre semplici ingredienti: radice di zenzero fresca, zucchero di canna e acqua. Lo zenzero è un antinfiammatorio e un antibatterico naturale utile come rimedio per i malanni invernali, soprattutto in caso di mal di gola. Qui la ricetta.
caramelle zenzero gola
Marta Albè

fonte 

Fantastico inizio di settimana a tuttiiiii :-D

Delle prigioni che ho abitato, di tutte possedevo le chiavi.

(cit. fb)

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Esperimenti a scelta ritardata

John Archibald Wheeler
John Archibald Wheeler

Ciò che l’osservatore farà in futuro definisce ciò che accade nel passato?
Secondo il fisico John Archibald Wheeler (premio Wolf per la Fisica nel 1997) la risposta è affermativa, in quanto attraverso dei particolari esperimenti si può dimostrare che “Strumenti di registrazione che operano qui ed ora hanno un ruolo innegabile nel generare ciò che è accaduto”
Alla fine degli anni settanta del secolo scorso uno dei più prestigiosi fisici  americani, John Wheeler, avvalendosi di uno strumento chiamato  interferometro di Mach-Zehnder (tale strumento richiama molto da vicino il funzionamento delle apparecchiature a due fenditure viste in una delle precedenti Sezioni) dimostrò che ci sono situazioni un cui è possibile assistere ad una inversione dell’ordine temporale dei fenomeni.

Prima di illustrare nel dettaglio in cosa consistono gli esperimenti proposti ed eseguiti da Wheeler e collaboratori (che la comunità scientifica conosce come “esperimenti a scelta ritardata”) è bene fare alcune precisazioni sul funzionamento  degli  interferometri  Mach-Zehnder.

La  Figura 5 mostra  cosa accade ad un fotone (o a un elettrone, o a un qualsiasi microente) che entra in un interferometro Mach-Zehnder. La prima cosa che il fotone incontra è uno specchio semitrasparente (M): il lettore avrà certamente visto una versione di detto  specchio in alcuni film polizieschi, nelle situazioni in cui occorreva vedere senza essere visti.  In seguito all’interazione con M il fotone ha il 50 % di probabilità di attraversarlo (dirigendosi quindi verso lo specchio B) oppure essere deviato (dirigendosi verso lo specchio A). Indipendentemente dal ramo preso e della deflessione subita, il fotone finirà la sua corsa sullo schermo S.  In assenza di  S il fotone impatterà sul rivelatore P1 o P2.  I rivelatori sono apparecchi che registrano in modo permanente l’arrivo di particelle come fotoni, elettroni, ecc.
scelta ritardata schema esperimento
Si immagini ora una situazione in cui due fotoni attraversino contemporaneamente i due rami dell’interferometro (ovvero il ramo con lo specchio A e il ramo con lo specchio B).  Vista la componente ondulatoria associata ai fotoni accadrà che l’incontro degli stessi in S produrrà una tipica situazione di interferenza.
A questo punto  le leggi dell’ottica (e del buon senso) ci dicono che tale interferenza può aversi soltanto nel caso in cui entrambi i rami dell’interferometro siano attraversati da un fotone. Nell’evenienza in cui un solo fotone stia interessando l’interferometro, avendosi un solo fronte d’onda nessuna interferenza in S può prodursi. Invece, come negli esperimenti a due fenditure, anche inviando un solo fotone per volta, sullo schermo S si producono gli esiti di una interferenza. La spiegazione in chiave quantistica di questo fenomeno  (come per i test a due  fenditure) è che il fotone, dopo aver attraversato lo specchio M, si “divide in due”, percorre contemporaneamente entrambi i rami dell’interferometro, autointeragisce con sé stesso e, infine, giunto in S, manifesta gli effetti dell’interferenza costruttiva o distruttiva. Questa situazione, seppur estremamente semplificata (per varie ragioni non si è  tenuto conto  dei ritardi che un fotone accumula interagendo con gli specchi A e B), è quella che si produce eseguendo esperimenti con un solo fotone che si muove all’interno di un interferometro Mach-Zehnder.
Ritorniamo ora a Wheeler e ai suoi test.  Gli esperimenti proposti e condotti dal fisico americano si incentrano sulla possibilità che lo schermo S possa venire rimosso immediatamente dopo che il fotone ha interagito con lo specchio M.  Compiendo questa operazione i fatti dimostrano che il fotone viene registrato dal rivelatore P1 oP2, manifestando, il fotone stesso, un comportamento specificamente corpuscolare.
Schematizzando quindi:
1) Togliendo S  dopo che il fotone ha interagito con M, avremo  un comportamento CORPUSCOLARE: il fotone viene registrato dal rivelatore P1  o dal rivelatore P2.
2) Lasciando S dopo che il fotone ha interagito con M, avremo un comportamento ONDULATORIO: su S infatti si avrà l’interferenza distruttiva o costruttiva tipica dell’aspetto ondulatorio della materia.
A questo punto però, Wheeler fa notare che si è verificato qualcosa di molto strano.  Infatti la realtà  ondulatoria o corpuscolare deve venire assunta  dal fotone (così come da qualsiasi altro microente) non a livello di S,  P1 o P2, ma nel momento in cui esso interagisce con lo specchio M. E’ al livello dello specchio semitrasparente che avviene materialmente l’atto di osservazione, che avviene la risoluzione dallo stato di sovrapposizione, assumendo, il fotone,  le proprietà di ente con caratteristiche “ondulatorie” o  “corpuscolari”. Se però il fotone che ha interagito con M e con lo schermo S in posizione (ovvero davanti ai rivelatori), alla fine della sua corsa arriva come ente ondulatorio in prossimità S e non trova questo schermo, non può fare altro che svanire nel “nulla”, attraversando i rivelatori. Quando un’onda incontra un rivelatore di particelle, infatti, non viene da questo registrata, lo attraversa e basta! Come fanno  allora i rivelatori a registrare il fotone come corpuscolo se dopo l’interazione con lo specchio semitrasparente questo aveva assunto le caratteristiche di onda?    La spiegazione che Wheeler da di questi fatti è che la presenza o meno dello schermo S dopo che il fotone ha interagito con M produce un effetto nel passato, “forzando” il fotone a cambiare il suo stato.   Praticamente la  scelta  (nel futuro)  di lasciare  o  meno  S,  condiziona il modo di propagarsi (nel passato) del fotone.
Per meglio comprendere quanto appena illustrato vediamo cosa scrive lo stesso Wheeler  riguardo il significato da dare agli esperimenti a scelta ritardata:
“Strumenti di registrazione che operano qui ed ora hanno un ruolo innegabile nel generare ciò che è accaduto […]. La Fisica Quantistica dimostra che ciò che l’osservatore farà in futuro definisce ciò che accade nel passato”
E ancora nell’intervento intitolato “Esperimenti a scelta ritardata e dialogo Bohr-Einstein”, tenuto a Londra alla riunione congiunta della Società Americana di Filosofia e della Società Reale inglese (1980), Wheeler  afferma:
“E’ sbagliato pensare al passato come già esistente in ogni dettaglio,  Il passato è teoria. Il passato non ha esistenza tranne che per l’essere registrato nel presente […]  Ciò che abbiamo il diritto di dire circa lo spazio-tempo passato, e circa gli eventi passati, è deciso da scelte  – di quali misure effettuare – compiute nel passato recente e nel presente.  I fenomeni resi esistenti da queste decisioni si estendono all’indietro nel tempo nelle loro conseguenze […].  Strumenti di registrazione che operano qui ed ora hanno un ruolo innegabile nel generare ciò che appare essere accaduto.  Per quanto utile possa essere nella vita di ogni giorno il dire «il mondo esiste  la fuori indipendentemente da noi», questo punto di vista non può più essere mantenuto. C’è uno strano senso in cui il nostro è un universo partecipato …”
Prof. Tiziano Cantalupi
 quantistica.org

fonte

I campi elettromagnetici disturbano la funzionalità della ghiandola pineale

ghiandola pineale1

Mentre l’umanità continua il suo viaggio nel nuovo millennio, la tecnologia e la comunicazione continuano a giocare un ruolo sempre piu’ importante nella sua vita: la maggior parte delle persone nei paesi sviluppati sono collegate tra loro dai telefoni cellulari,  dai tablets e dai computer.
Le case moderne hanno una crescente varietà di apparecchi elettrici, dai modem wireless, agli elettrodomestici intelligenti. 50 anni fa era sufficiente un dispositivo elettrico per stanza, mentre oggi le case ne hanno almeno uno per muro … Le persone sono sempre collegate e, in senso figurato, il mondo sta rimpicciolendosi ogni giorno che passa.
Questa Era di Informazione si sviluppa e lo stesso accade con l’informazione; sappiamo di essere esposti a campi elettromagnetici artificiali (artificial electromagnetic fields EMF), che molti credono essere piuttosto dannosi per il corpo umano.
Anche se qualcuno potrebbe non credere che un grande uso di dispositivi come il cellulare, possa causare il cancro e tumori cerebrali, tuttavia va riconosciuta la  prova documentata in cui si evince che i dispositivi elettronici possono perturbare la funzione cerebrale. “La International Agency for Research on Cancer (IARC) , Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, classifica i campi elettromagnetici (EMF) come ‘probabili cancerogeni’ per gli umani; essi possono trasformare le cellule normali in cellule cancerogene.” (fonte)
Tra le ricerche condotte sugli effetti  dell’EMF (campo elettromagnetico) troviamo uno studio condotto da Bary W. Wilson ed altri. Con le loro scoperte pubblicate nel Journal of Pineal ResearchWilson & co. hanno esaminato i possibili effetti negli esseri umani, sulla funzione della ghiandola pineale, a seguito di una esposizione ad un  campo elettromagnetico di 60-Hz. Nello studio, i ricercatori hanno misurato la secrezione urinaria della 6-sulfatossimelatonina, 6-OHMS, un metabolite urinario stabile della melatonina, ormone pineale; l’hanno misurata in 42 individui che avevano usato delle coperte elettriche a filo polimero continuo (CPW) e convenzionali, per la durata di 8 settimane.
Cosi riportano i ricercatori:
“I volontari che avevano usato  le coperte elettriche convenzionali, non mostravano variazioni nella secrezione di 6-OHMS, sia come gruppo che come individui  durante il periodo della ricerca. 7 dei 28 Volontari che avevano usato le coperte CPW mostravano cambi significativi nella secrezione  media notturna della 6-OHMS . Le coperte CPW si accendevano e spegnevano circa due volte, quando in uso, producendo campi magnetici che erano di ca il 50% piu’ forti di quelli provenienti dalle coperte convenzionali. Sulla base di queste scoperte, ipotizziamo che  la esposizione periodica alla corrente continua  e alla elettricità di estrema bassa frequenza o a campi magnetici di sufficiente intensità e durata, possano avere, in certi individui, delle conseguenze sulla funzione della ghiandola pineale -Wilson et al. (Journal of Pineal Research)
Un altro studio è stato fatto alla Università di Berna, Svizzera,  sugli effetti dei campi magnetici di 16.7 Hz, sulla secrezione di 6-OHMS. Questo studio si è basato sulla comparazione  dei livelli di  6-OHMS di 108 maschi, ferrovieri, durante i loro periodi di non lavoro e nei giorni dopo l’inizio del servizio sui motori azionati elettricamente o mentre lavoravano  sotto le linee di trasmissione.

Sono Sono stati trovati elementi simili:
“I risultati supportano la ipotesi che  campi magnetici di 16.7 Hz  alterino  la secrezione della 6-OHMS negli umani esposti a campi magnetici”- Pfluger DH et al. (National Center for Biotechnology Information)
Più  recentemente, Malka N. Halgamuge della University of Melbourne in Australia, ha ulteriormente indagato l’effetto sulla ghiandola pineale dei campi elettromagnetici prodotti dall’uomo. Halgamuge afferma nella sua ricerca che la ghiandola pineale  riconosce facilmente i campi elettromagnetici come luce; questo fatto porterebbe ad una riduzione della melatonina.
“…I risultati mostrano quanto sia significativo il disturbo sulla melatonina, causa esposizione a campi elettromagnetici deboli, cosa che a lungo termine puo’ portare a conseguenze sulla salute degli umani.”– Malka N. Halgamuge (Oxford Journals)
La ghiandola pineale è una piccola parte del sistema endocrino del corpo che si trova tra i due emisferi del cervello. Questa particolare ghiandola secerne melatonina, che si crede contribuisca al nostro benessere e felicità e che regola il nostro ciclo di sonno/veglia. Si crede anche che la melatonina combatta i radicali liberi che danneggiano i neuroni.
E’ stato documentato che la ghiandola pineale è sensibile a tutti i tipi di campi magnetici, incluso quelli geomagnetici delle tempeste solari (Sun’s solar storms) ed anche estremamente sensibile alla calcificazione dei tessuti, soprattutto se esposta al fluoro (il quale viene anche attratto magneticamente dalla ghiandola pineale), causando una serie di disturbi mentali (mental disorders).
Culture antiche e moderne e gli ambiti spirituali moderni credono che la ghiandola pineale sia la sede del “terzo occhio” –  la sede dell’anima umana secondo il filosofo francese Cartesio – e che regola  la nostra consapevolezza.
Le scansioni al cervello rivelano che l’attività della ghiandola pineale aumenta con la meditazione e molti credono che la ghiandola pineale possa essere sintonizzata a certe frequenze, cosa che puo’ determinare un senso di euforia e la connessione con la “unità universale”.
Coloro che hanno avuto esperienze spirituali “moderne”, specialmente dopo la pulizia della ghiandola pineale o dopo la pratica di esercizi di attivazione della pineale,  sanno già che il corpo può in effetti essere sintonizzato a ricevere certe onde di frequenza di energia, positiva o negativa e che qualsiasi cosa che agita la funzione ottimale del corpo umano, disturba anche il potenziale dell’essere umano nel dare e ricevere energia positiva.
Se la consapevolezza umana veramente è condizionata dalla prestazione della ghiandola pineale, e quest’ultima viene condizionata in modo avverso dalla radiazione elettromagnetica dell’ambiente, allora …stiamo danneggiando  la nostra consapevolezza sovraesponendola a radiazione elettromagnetica?
In questa luce,  sembrerebbe che mettere in piedi enormi infrastrutture pubbliche che inondano  il corpo e la ghiandola pineale con una miscela caotica di potenti frequenze, possa essere un’ altra delle più grandi cantonate dell’umanità.
By Dylan Charles
studente da lunghi anni ed insegnante di Shaolin Kung Fu, Tai Chi e Qi Gong.
E’ il redattore di WakingTimes.com, un padre grato  ed una persona che cerca di illuminare gli altri con il poetre di una informazione ispirante.

Riferimenti:
http://efile.mpsc.state.mi.us/efile/docs/13934/0073.pdf
http://brainworldmagazine.com/the-pineal-gland-a-link-to-our-third-eye/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8912234
http://www.newscientist.com/article/dn13769-does-the-earths-magnetic-field-cause-suicides.html
http://rpd.oxfordjournals.org/content/early/2012/10/09/rpd.ncs255.abstract?sid=8937c9cc-2217-4cc5-bf0a-608af5173118
http://www.newscientist.com/article/mg19626344.900-is-the-seat-of-the-soul-in-the-brain.html
Per approfondire

Consapevolmente

Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, è il passo fondamentale per essere padroni di se stessi.

A. Schopenhauer

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