martedì 28 gennaio 2014

Stephen Hawking ci ripensa: i buchi neri non esistono

 

LA SCIENZA degli ultimi decenni va rivista, almeno in parte. In uno studio di Stephen Hawking, inviato a Nature, arriva una retromarcia da parte dello scienziato britannico: ci siamo sbagliati i buchi neri, che già sapevamo non essere buchi, non sono neanche neri. Il fatto è che il ripensamento arriva da parte di Hawking che è considerato uno dei padri della moderna teoria dei buchi neri.

Ma cos'è un black hole? Fino ad oggi avremmo detto che è un 'oggetto' con una massa tale che la sua gravità è talmente forte da non permettere nemmeno alla luce di uscire. Da cui il nome 'nero'. L'idea di buco è per il fatto che qualsiasi onda o particella verrebbe attirata dal campo gravitazionale, 'cadendo' al suo interno.

Ora Hawking stravolge la teoria, e anche se da un punto di vista pratico non sembrano esserci molte differenza, da un punto di vista scientifico cambia molto, se non tutto: "Nella teoria classica - scrive lo scienziato - non c'è fuga fa un buco nero, ma la teoria quantistica permette a energia e informazione di uscirne". Va così in pensione - spiega Nature - il concetto di "orizzonte degli eventi", un confine invisibile che non può essere superato.

Hawking ha inviato il suo studio, dal titolo 'Conservazione dell'informazione e previsioni meteo nei buchi neri' il 22 gennaio e non ha ancora passato un vaglio della comunità scientifica. Ma l'autore è tale che subito è stato ripreso dalla rivista.

Nella sua nuova teoria, Hawking parla di un "più benevolo orizzonte apparente", che imprigiona solo momentaneamente materia ed energia prima di rilasciarla "anche se in una forma più ingarbugliata". Non pensate però che adesso sia possibile per l'uomo entrare e uscire da un buco nero: si parla sempre di particelle ed energia, qualunque oggetto si avvicinasse - per quanto possibile - a un buco nero sarebbe attirato e completamente disintegrato.

Ma, Hawking stesso ammette, la teoria non è sufficiente. "Per una spiegazione completa del processo servirebbe una teoria che unificasse la gravità con le altre forze fondamentali della natura". L'obiettivo della fisica rimane quindi lo stesso: una teoria unica del tutto.


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