lunedì 3 marzo 2014

Crimea: la terza guerra mondiale ha inizio e l’Italia non può sottrarsi

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Crimea: la regione in cui si stanno mettendo le basi per la terza guerra mondiale. L’Ucraina è la terza tappa di una guerra che stiamo combattendo da tre anni, ma è anche la tappa decisiva. Se dovesse crollare la Crimea, crollerebbe anche la Siria di Assad e se crollasse la Siria di Assad, crollerebbe anche il potere navale della Russia. E soprattutto, se dovesse venir meno il potere navale russo con le relative ingerenze nei traffici marittimi, verrebbe proclamata l’indiscussa superiorità politica ed economica dell’America imperialista.
Ultim’ora 14,30 – Militari Russi attaccano base marina ucraina: è guerra
Barack Obama, Vladimir Putin
CRIMEA – Della “terza guerra mondiale”, ne avevamo parlato già nel settembre-ottobre 2013. Se qualcuno sta pensando che questa sia un’esagerazione forse non ha capito bene lo scenario geopolitico attuale. Se dovesse cadere la Crimea, cadrebbe anche la Siria e l’Europa verrebbe spinta verso l’unificazione forzata a vantaggio degli Usa.
Adesso Putin ha ottenuto l’ok del Parlamento per portare le truppe in Ucraina, le stesse truppe che stavano già attendendo fuori dalla regione della Crimea e che il 26 febbraio 2014 hanno sorvolato l’area contesa. Si tratta di una regione la cui popolazione è composta per il 58% da cittadini di origine russa. Oltre al legame con la Russia, la Crimea è anche un’importantissima zona strategica. Il porto di Sebastopoli apre le porte alla Siria, altra zona calda interessata da rivoluzioni e dalle ingerenze americane.

















Fonti russe e americane individuano proprio in Crimea il punto di rottura non solo tra oriente e occidente, tra America e Russia, ma anche all’interno della stessa Ucraina. La Crimea potrebbe quindi proclamare la secessione dall’Ucraina che però si opporrebbe di sicuro. Ma il leader del partito “Unità Russa” della regione autonoma della Crimea, Aksenov ha telefonato a Putin dicendogli “siamo ai tuoi ordini”. Subito dopo ha annunciato alla stampa che il referendum per la secessione sarà anticipato a marzo.
La guerra ha inizio e l’Europa è dentro fino al collo. E’ proprio dell’Europa infatti che stiamo parlando. Tutto cominciò quando un folto gruppo di cittadini (si dice finanziato da Soros) decise di abbattere le statue del potere sovietico per avanzare la richiesta di assorbimento nell’Europa e quindi anche nell’eurozona. Ignari di tutto quello che stava avvenendo nella vicina Lettonia che, in sole due settimane di euro ha visto un aumento dei prezzi del 20%, questi cittadini pro Tymoshenko hanno cominciato a fare danni in giro per la città scatenando le ire del governo che ha immediatamente sguizagliato le forze dell’ordine. Il governo di Yanukovich ha dato il via alla fase repressiva delle insurrezioni che però, come di solito accade, non ha risparmiato nemmeno vittime innocenti. Da quel momento in poi si è messa in moto la macchina del fango Usa, la stessa che aveva messo in giro le false notizie su Assad addirittura utilizzando foto di stragi commesse dagli stessi Americani in Iraq (leggi).
L’ANTEFATTO – Qualche mese fa i giochi si muovevano in Siria, una regione toccata da forti sconvolgimenti socio-politici sin dal 2011. Si tratta però di una regione che è stata anche parecchio attenzionata dal Qatar e dagli Emirati Arabi che agiscono per conto degli Usa, come abbiamo ampiamente dimostrato con le email trafugate ad un’agenzia di intelligence nel settembre 2013. Grazie alla mossa diplomatica di Obama che ha disposto le pedine sulla scacchiera in modo da mettere in difficoltà Assad da cui si aspettava un rifiuto , la guerra fu rimandata a data da destinarsi.
Assad accettò di dare quelle armi che, di fatto non aveva usato contro i civili dato che la strage dovuta all’utilizzo di armi chimiche fu realizzata dal Qatar grazie alle armi fornite da Washington per intermediazione dell’agenzia Britam. In buona sostanza gli Usa hanno sottovalutato l’avversario e hanno bruciato il “casus belli” che avevano creato ad arte a scapito di centinaia di innocenti.
LO SVILUPPO – Adesso la storia si sta muovendo in Ucraina, una regione già interessata da fortissimi interessi economici. Formalmente l’Ucraina ha un debito esiguo: solo 135 miliardi di euro, che corrispondono a tre manovre finanziarie. L’Italia quindi sarebbe capace di colmare quel buco in soli tre anni. Non è quindi un debito a lungo termine, ma è un debito molto grande se si pensa alla liquidità di quel paese e alle reali capacità produttive. Sta di fatto che se l’Ucraina entrasse in Europa con una moneta di gran lunga più forte della sua, verrebbe di fatto comprata dall’Europa stessa. Sarebbero i paesi comunitari a pagare i suoi debiti, mentre l’Ucraina assaporerebbe davvero la fame. I prezzi lieviterebbero ben oltre il 10% (vedi il caso della Lettonia che in sole due settimane di euro ha subito un rincaro del 10% anche sui beni di prima necessità).
I RICATTI A PUTIN – Quando nell’aprile 2013 il principe Bandar Bin Sultan decise di incontrare Putin per chiedergli di accettare al rovesciamento del governo di Assad in favore a qualche governo caratterizzato da una maggiore accondiscendenza rispetto alle ingerenze americane, Putin rifiutò. A quel punto Bandar bin Sultan ricattò Putin dicendogli che se non avesse acconsentito, gruppi di terroristi ceceni avrebbero agito durante i giochi invernali di Sochi. Tuttavia, anche se i servizi di intelligence russi hanno lavorato bene durante i giochi invernali, riuscendo a prevenire ogni pericolo, era sicuramente prevedibile che la guerra sarebbe stata spostata a fine febbraio del 2014.
Ma perchè l’Ucraina è così importante? Si tratta di una regione che ha uno sbocco sul Mar Nero che apre alla Siria: il porto di Sebastopoli. Sostanzialmente se dovesse crollare quella roccaforte, gli Usa vincerebbero la tappa più importante per la guerra. Ad Obama interessa solo indebolire la Russia che comunque riesce a controllare il mercato nel Mediterraneo a scapito delle potenze arabe che con gli Usa, si sa, hanno un ottimo rapporto.
LE INGERENZE AMERICANE - Obama dopo aver perso l’occasione di scatenare la guerra nel settembre scorso, dato che Putin e Assad lo hanno battuto in fatto di mosse diplomatiche, è dovuto ricorrere all’Ucraina proprio all’indomani dei giochi si Sochi. La Russia nonostante fosse impegnata nella chiusura dei giochi, non ha mai abbassato la guardia dati i ricatti fatti nell’aprile scorso da Bandar Bin Sultan che potremmo definire “lo stragista occulto” che agisce per conto di Washington e degli emirati arabi. E così, non ha esitato a mandare le sue truppe in Ucraina. La notte tra il 27 ed il 28 febbraio, un gruppo di uomini armati ha invaso il parlamento regionale ucraino. Erano tutti uomini di Putin.
Al di là quindi delle ragioni diplomatiche, al di là del voler entrare o non entrare in Europa, ci sono in ballo forti interessi da parte delle grandi potenze, affinché l’Ucraina ceda lo scettro all’Europa alle alleata degli USA. Non a caso la –Crimea è una regione che possiede delle basi Nato. E proprio la Crimea è stata una delle regioni più contese della storia contemporanea (ricordiamo l’assedio di Sebastopoli del 1855-56).
E’ assolutamente utile agli Usa che l’Ucraina entri in Europa. E un’invasione russa della Crimea scatenerebbe immediatamente l’intervento degli Usa che ha già perso l’occasione nell’ottobre scorso a causa della mossa diplomatica di Putin e di Assad che hanno consegnato le armi chimiche. Adesso queste armi  sono in Italia e qui costituiscono un pericolo sia da un punto di vista ambientale, sia per l’economia del nostro paese. Chi infatti pagherà per smaltirle? E lo smaltimento fino a che punto è sicuro? Uno dei progetti presentati per lo smaltimento delle armi siriane è l’inabissamento delle stesse mediante i siluri. Praticamente si tratta della  stessa tecnica usata dalle mafie nel traffico dei rifiuti a livello internazionale.
LA GUERRA E L’ITALIA – Adesso che Putin ha avuto l’ok dal parlamento russo per spostare le truppe in Crimea, l’America potrebbe prepararsi ad un novo casus belli, dopo il fallimento di quello siriano. Il problema è che in quella zona ci sono anche le basi Nato. Sarà inevitabile quindi per i paesi della Nato entrare in guerra e l’Italia è uno dei paesi che ha più basi nato al mondo. Bisogna prepararsi…
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2 commenti:

  1. Ciao Andrea.. sono capitato sul tuo Blog da Luogocomune. Complimenti ti mettterò tra i miei 20 preferiti. Adesso vado a trovare freeanimals. Clausneghe http://clausneghe.blogspot.it/2014/02/i-fili-del-mondo.html

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