venerdì 14 marzo 2014

La NASA individua misteriosi oggetti sul bordo dello spettro elettromagnetico

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L’occhio umano è lo strumento per eccellenza dell’astronomia. Senza la sua capacità di percepire la luce, non potremmo ammirare stelle, pianeti e galassie.
Tuttavia, gli astronomi non possono spingersi oltre. Esiste, infatti, un regno fascinoso praticamente invisibile all’occhio umano.
Al di fuori del campo visivo umano esiste un intero spettro elettromagnetica delle meraviglie. Ogni tipo di luce, dalle onde radio fino ai raggi gamma, rivela qualcosa di unico nell’universo.
Alcune lunghezze d’onda sono perfette per studiare i buchi neri, altre rivelano stelle neonate e pianeti, mentre altre ancora ci permettono di gettare uno sguardo sui primi momenti della storia cosmica.
La NASA si serve di molti telescopi che lavorano a diverse lunghezze d’onda, coprendo buona parte dello spettro elettromagnetico. Uno di essi è il Fermi Gamma-Ray Space Telescope in orbita attorno alla Terra, il quale ha appena inaugurato una nuova frontiera nell’osservazione elettromagnetica dell’Universo.
“Fermi è in grado di riprendere fotoni ad altissima energia”, spiega sul sito della Nasa Dave Thompson, astrofisico al Goddard Space Flight Center. “Grazie ad esso siamo stati in grado di produrre la prima mappa del cielo dell’altissima energia dell’Universo. L’immagine mostra il cielo come appare molto vicino al bordo dello spettro elettromagnetico, tra i 10 e i 100 miliardi di elettronvolt”.
La luce che gli occhi umani riescono a percepire è costituita da fotoni con energie nell’intervallo di 2-3 elettronvolt. Quelli rilevati da Fermi sono miliardi di volte più energetici, dai 20 milioni a oltre 300 miliardi di elettronvolt. Questi fotoni di raggi gamma sono così energetici che non possono essere rilevati dagli specchi e dalle lenti dei telescopi ordinari.
Fermi utilizza un sensore che è più simile a un contatore Geiger che a un telescopio. Se potessimo indossare un paio di occhiali con le caratteristiche ottiche del Fermi, saremmo in grado di vedere potenti proiettili di energia espulsi da fenomeni cosmici come i buchi neri supermassicci e le esplosioni delle hypernovae. In cielo ci apparirebbe in attività frenetica.
Prima che Fermi fosse lanciato nel giugno del 2008, erano state individuate solo quattro sorgenti celesti di fotone a tale livello di energia. In tre anni, Fermi ne ha trovate quasi 500 in più, rivela Thompson. La cosa stupefacente è che circa un terzo delle nuove sorgenti non può essere collegato a nessuno degli corpi celesti noti che producono raggi gamma.
Si tratta di oggetti completamente sconosciuti agli astronomi. “Non abbiamo idea di cosa siano”, ammette Thompson. “Hanno solo una cosa in comune: l’energia prodigiosa”.
Alcuni dei raggi gamma sembrano provenire dalle “Bolle di Fermi”, strutture giganti che risiedono al centro della via lattea e che coprono un’estensione di 20 mila anni lune sopra e sotto il piano galattico. Come esattamente si siano formate queste bolle è un altro mistero.


Tuttavia, ora che la prima mappa del cielo è completa, Fermi ora verrà utilizzato per un’indagine più sensibile e dettagliata, al fine di scoprire i segreti che ancora conserva gelosamente il nostro universo.
“Nei prossimi anni, Fermi dovrebbe rivelare qualcosa di nuovo su tutti questi fenomeni, perché sono così come sono e perché generano tali livelli ‘ultraterreni’ di energia”, commenta David Paneque, leader in questo settore presso l’Istituto Max Planck in Germania. “Per ora, nel mondo di Fermi, ci sono più incognite che cose conosciute”.

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