Una bella notizia che giunga dagli ospedali è merce rara, ma qualche volta succede, come nel caso del policlinico Sant’Orsola di Bologna, il quale ha adottato il succo d’ananas come mezzo di contrasto nella colangiografia, l’esame radiologico usato per ispezionare le vie biliari, dal coledoco alla colecisti.
Invece di utilizzare il farmaco Lumirem, un bibitone a base di ferro, metile e
propile paraidrossibenzoato di sodio,
il succo d’ananas ha il vantaggio di costare poco, così da ottenere un
grosso risparmio sulla spesa, e di essere meno dannoso per i pazienti,
ormai 800 negli ultimi due anni.
La spesa è passata dai 14mila euro dovuti all’uso del Lumirem, ai 380 euro per l’acquisto del succo d’ananas,
il quale ha un effetto superparamagnetico, eliminando l’interferenza
dei succhi gastrici duodenali che impediscono di vedere correttamente le
vie biliari.
A spiegarlo è Marco Storchi responsabile dei servizi
di supporto della persona del policlinico, dicendo che questo metodo è
stato scoperto parlando con medici e radiologi, cuochi e dietisti, cioè
mettendo in connessione le diverse professionalità del policlinico,
metodo che viene utilizzato in molti centri che si occupano di patologie
del fegato.
La natura è una miniera di risorse, un tesoro dal
quale veniamo sempre più allontanati, in luogo di una chimica di cui le
case farmaceutiche si servono per i loro profitti, alimentando un
consumo automatico di farmaci che di salutare hanno ben poco, compresi
gli effetti collaterali, con i quali Big Pharma si è assicurata un
vitalizio.
Basta un po’ di umanità, il condividere le
esperienze guardandosi negli occhi con la voglia di imparare
reciprocamente avendo a cuore il bene comune, e il gioco è fatto. Non è
quindi automatico che dobbiamo ingerire veleni per scoprire malattie, le
quali non potranno che essere alimentate da esami invasivi dovuti
all’assunzione di sostanze chimiche.
Delegare la propria salute non è mai un buon affare,
bisogna sempre informarsi e cercare soluzioni che consentano un
maggiore rispetto di se stessi. La medicina è composta da tante persone
che non hanno ancora svenduto la loro umanità, barattandola con un
sistema del “così fan tutti”, “tanto se non lo faccio io lo farà un
altro”, oppure “le cose non possono cambiare”, non si può sempre seguire
la corrente, a volte, sentirsi un po’ salmoni, risalendo quella
corrente, ci consentirà di ritrovare la nostra umanità.
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