giovedì 13 novembre 2014

Europarlamento: lo stop agli Ogm può essere anche “ambientale”

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Liberi tutti: via libera della commissione Ambiente dell’Europarlamento alla nuova normativa che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di limitare o bandire la coltivazione di Organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio anche se autorizzata a livello Ue.
La novità rispetto al testo iniziale è l’inserimento, nell’elenco delle motivazioni alle quali possono ricorrere gli Stati membri per imporre lo stop agli Ogm, del criterio “ambientale”. Motivazione non prevista nell’accordo raggiunto in sede di Consiglio Ue.
Il nuovo testo della normativa che dà la possibilità ai singoli Stati membri di limitare o bandire la coltivazione di Organismi geneticamente modificati sul proprio territorio e proposto dalla relatrice belga, Frédérique Ries (Alde), è stato approvato con 53 voti a favore, 11 contrari e due astensioni. Il criterio “ambientale” aggiunto dalla commissione del Parlamento europeo tra quelli che possono essere invocati per applicare uno stop nazionale agli Ogm si aggiunge a quelli socioeconomici, di uso dei terreni e pianificazione urbana già contemplati dalla norma.
“Le misure adottate oggi – spiega Ries – assicureranno la flessibilità per gli Stati membri di limitare, vietare, oppure no, le coltivazioni di Ogm. Allo stesso tempo, abbiamo garantito un processo chiaro di autorizzazione degli Ogm a livello Ue, migliorando le tutele, con un ruolo chiave dell’Efsa, importante per il gruppo dei liberali dell’Alde”
I negoziati con la presidenza italiana del Consiglio Ue per trovare un accordo di compromesso sul testo finale della direttiva “partiranno questo pomeriggio”, riferisce su twitter il portavoce della commissione ambiente dell’Europarlamento, Baptiste Chatain. Un chiaro segnale dell’importanza che riveste questo dossier per l’Italia, intenzionata a chiudere la partita prima del termine del suo semestre di presidenza dell’Unione europea.
Posizioni molto distanti i Europa
Resta da capire, come all’interno della stessa Europa si potranno conciliare orientamenti e coltivazioni diverse. Per esempio, la Francia ha ribadito la sua opposizione alla cultura dell’Ogm ma la Gran Bretagna ha avvertito che l’Europa non può ignorare le nuove tecnologie se vuole conservare un ruolo attivo nel mondo.
In Italia, per Legambiente il nuovo voto dell’Europarlamento in materia di Ogm è positivo, specie per l’inserimento del criterio ambientale. “Ora l’Italia, durante il semestre di presidenza Ue, si impegni per arrivare ad un accordo in coerenza su quanto votato oggi” dagli eurodeputati, affermano gli ambientalisti.
Da Coldiretti il presidente Roberto Moncalvo dichiara che “l’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76%) che si oppongono al biotech nei campi. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione di Ogm a tutela della straordinaria biodiversità. Tra gli emendamenti approvati dall’Europarlamento si segnala l’ampia serie di fattori che possono risultare alla base della decisione del divieto da parte degli Stati”.
Secondo l’organizzazione verde, nel corso della procedura di autorizzazione di un Ogm ogni Stato potrà, dunque, pretendere di adeguare la portata geografica del divieto di coltivazione senza, tuttavia, dover trattare con l’impresa multinazionale titolare del brevetto com’era previsto nella proposta iniziale. “La richiesta dello Stato viene comunicata alla Commissione ed è automatica e questo – conclude Moncalvo – significa il pieno recupero della sovranità allo Stato mentre, sulla base delle procedure europee in vigore, dovranno essere presi in considerazione anche effetti a lungo termine degli Ogm sulla salute umana e sull’ambiente, con un deciso rafforzamento del principio di precauzione”.

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