“Gli UFO sono il prodotto di intelligenze sconosciute in possesso di motivazioni e poteri sconosciuti”, definizione
che andrebbe tenuta a mente dai vertici di quelle nazioni che si dicono
“grandi potenze”, dalle quali miasmi di espansionismo
extraplanetario appestano l’aria già di per sé molto malsana che
respiriamo.
Non siamo sciocchi. Non crediamo all’esplorazione dello Spazio a fin
di bene e con la benedizione della Chiesa che si predispone ad
evangelizzare altri “corpi celesti” – termine certamente gradito agli
esegeti – con i propri coraggiosi missionari. Farebbe qualche
differenza, rispetto allo sterminio dei nativi del Sud e Centro America
per mano dei conquistadores benedetti dai papi di Roma?
Tutta la storia dell’esplorazione spaziale terrestre, che abbia visto
protagonisti gli USA, l’ex Unione Sovietica attuale Russia, la Cina, o
persino il Giappone, nasconde la dislocazione di avamposti militari su
altri pianeti per dare agio alle mire colonialiste anche extra sistema
solare, ma pur sempre alla portata di propellenti che inneschino
catastrofiche conseguenze.
Catastrofiche, ma le cui lezioni non sono servite. Solo per
ricordarne una assai sofferta, quella del Challenger, avvenuta in un
periodo dominato da una strana, irreale euforia reaganiana, che ebbe
solo l’effetto di frenare per un paio di anni un progetto di
militarizzazione dello spazio portato avanti con gli shuttle che, al di
là degli alibi di alcuni equipaggi misti, di fatto erano “fregate
spaziali”. Le loro missioni, sempre ammantate da una qualche finalità
scientifica, a cosa hanno portato? E chi lo sa? Magari, ce lo potrebbero
spiegare proprio i signori dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) che con
la NASA vanno a braccetto, o meglio, ne sono sussidiari. E chi lo sa,
soprattutto, se è già operativa “Solar Warden”, la flotta spaziale
americana che l’hacker inglese Gary McKinnon individuò anni fa, per poi
passare guai seri e scampando all’estradizione e al carcere di massima
sicurezza stile Guantanamo per un soffio?
Oggi servirebbe molto agli Americani ricordare che chi li guida ha
dalla sua un’antica arroganza, grande miopia e nulla capacità
autocritica. Se la politica di Washington si dimostra frettolosa e
spesso insensata come storicamente provato, il Cremlino di Putin invece
inizia a disporre le proprie linee di difesa al di fuori della Terra.
Intanto, sulla Luna.
Nell’articolo (“Il Giornale”, 11 Dicembre 2014) su riprodotto,
redatto sulla base di informazioni diffuse dall’agenzia Interfax e
trapelate da fonti anonime, si fa menzione dei propositi di Mosca di
stabilire un avamposto armato sul nostro satellite.
Se ci limitiamo al solo aspetto strategico della questione e premesso
che nessuna delle attività extra atmosferiche condotte da nazioni
terrestri può essere resa pubblicamente nota in quanto sottoposta a
ferrei vincoli ferrei di segretezza legati alla Difesa e alla
Sicurezza, viene da chiedersi se quanto appena detto non possa
ascriversi ad ipotetiche intenzioni ET nei nostri confronti.
Sulle ragioni delle loro visite ci si interroga sin dal 24 Giugno
1947, dal primo avvistamento ufficiale del pilota civile Kenneth Arnold
che descrisse come “Flying Saucers” (piatti volanti) i nove oggetti semi
discoidali che aveva visto mentre era in volo sul Monte Rainier, Stato
di Washington. Da allora, in assenza di una manifestazione palese da
parte di entità ET, si vaga nel mare magnum delle congetture e delle
ipotesi, in gran parte inclini alla visione di “alieni ostili”.
Vale ricordare i timori dell’astrofisico Stephen Hawking, il quale
nel 2010 ha asserito che un incontro con esseri extraterrestri sarebbe
foriero di conseguenze devastanti per un’umanità che da loro dovrebbe
tenersi a distanza perché non sappiamo di chi si tratta e non sappiamo
cosa passi in quei loro cervelli iper svillupati. Il pensiero di Hawking
si basa sull’osservazione del comportamento umano e mette in guardia
dalla minaccia di una civiltà più avanzata che, volente o nolente,
potrebbe generare danni in caso di contatto con una razza inferiore.
Lungi dal sostenere la realtà degli UFO, la teoria di Hawking si
discosta da quelle dell’astronomo e cosmologo Carl Sagan che negli anni
Settanta attraverso libri e la serie televisiva “Cosmos”, pur
proponendo la possibilità di un universo abitato da miriadi di
intelligenze aliene, escludeva che esse fossero capaci di raggiungerci
effettuando viaggi interstellari perché le leggi della fisica non lo consentono.Se
per Sagan la questione UFO era un enigma astratto e per Hawking un
potenziale pericolo, più intrigante è il principio della “non
interferenza” del visionario e geniale Gene Roddenberry. Il creatore di Star Trek parlò
di una “Prima Direttiva” che impone a qualsiasi civiltà avanzata aliena
appartenente ad una ipotetica “Federazione Unita dei Pianeti” di
astenersi da contatti con razze meno evolute (come la nostra) di altri
pianeti e di non interferire con il loro sviluppo. Solo metafore e fine
filosofeggiare? Non proprio, se si considera che la possibilità di un
prossimo contatto non è da escludere.
Negli ultimi anni ha avuto una certa eco il parere di Paul Hellyer,
ex vice primo ministro nel gabinetto del premier Pierre Trudeau e
ministro della Difesa del Canada dal 1963 al 1967. Per Hellyer, oggi
89enne, “alcuni UFO sono reali come gli aerei che volano sopra la nostra testa”. A
differenza di Hawking, che ha accusato di fare disinformazione, Hellyer
ha sottolineato che le intenzioni malevole degli ET non si sono mai
evidenziate e che loro mire di conquistare e distruggere altri pianeti
sono risibili congetture. Paul Hellyer non solo è convinto che gli
extraterrestri abbiano pacificamente visitato la Terra da sempre, ma
anche che l’umanità ha potuto raggiungere grandi traguardi tecnologici
grazie alla retro-ingegneria sui reperti alieni recuperati
sin dall’incidente UFO di Roswell del 1947. Hellyer ha più volte citato
il Colonnello Philip Corso quale fonte attendibile di informazioni
correlate agli UFO e a Roswell. Corso, scomparso nel 1998, ha dichiarato
sotto giuramento che il Pentagono era a conoscenza dell’esistenza delle
EBE (Entità Biologiche Extraterrestri) e della loro tecnologia finita
nelle mani di apparati di intelligence militare dei quali ha fatto
parte. Tutto però è stato segretato, secondo una strategia che il fisico
nucleare canadese Stanton Friedman ha denominato “Watergate Cosmico” e
che altri, come lo storico Richard Dolan, pongono nell’ottica del
mantenimento dello “stato di sicurezza nazionale”.
La NASA, finanziata con denaro pubblico e fondi neri anche allo scopo
di monitorare lo spazio esterno e individuare eventuali intrusi, dai
giorni della Space Defence Initiative (SDI, il programma di “scudo
stellare”) di Ronald Reagan alle amministrazioni della famiglia Bush (e
di Obama), avrebbe fatto il resto. favorendo l’alibi del nemico esterno,
anche la NASA ha consentito a Washington di sfruttare la paura
degli alieni, similmente allo spettro del “pericolo rosso” della guerra
fredda.
Guerra fredda, guerra atomica? Guerra con armi avveniristiche e
sconosciute? Se di ipotetico confronto armato con un aggressore
extraterrestre si dovesse trattare, il colonnello Corso disse che esso
si sarebbe esplicato in trincea, in combattimenti corpo a corpo.
Eventualità per tutti da scongiurare, certamente, tranne che per il
Pentagono, il Vaticano e, a questo punto, sembrerebbe anche per il
Cremlino.
Maurizio Baiata, 22 Dicembre 2014
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