giovedì 26 febbraio 2015

Anno 2015: la svolta! Torneremo a vivere nelle caverne?

Clima, ambiente, energia, risorse, popolazione. Tutto sta arrivando al picco, o lo ha appena passato, ed il burrone si presenta davanti a NOI. Che fare?

1. PREMESSA
Osservando l’evolvere degli avvenimenti Geopolitici in queste ore (Ucraina, ISIS, Crisi economica e crisi varie intorno al mondo), ci siamo ricordati di un “Rapporto SEGRETO” pubblicato dal Pentagono nel 2003.
A suo tempo ci aveva colpito perché in uno scenario di Riscaldamento Globale Antropogenico (a quel tempo era la teoria più accreditata) inseriva nel contesto la variabilità naturale, con la possibilità dell’innesco rapido di un evento FREDDO, esaminandone le possibili conseguenze per il territorio degli Stati Uniti d’America.
A distanza di 12 anni, il riscontro con gli avvenimenti geopolitici attuali è notevole, purtroppo
nelle ipotesi peggiori. Usando il “buon senso” e la “ragione”, ci si accorge che per mitigare tutto il comportamento dei popoli, in caso di problemi più o meno gravi ed estesi, si tende sempre a guardare alla GUERRA come l’unica soluzione.
Ma spesso questo non fa che aggravare la situazione.

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Col senno del poi ci accorgiamo quanto siano state fuorvianti talune teorie climatiche, e come, invece, siano state “anticipatrici” molte affermazioni di personaggi importanti (scienziati, ricercatori ed esperti) di indubbia levatura culturale e professionale nei rispettivi settori di competenza.
Comunque, arrivati a questo punto, dobbiamo prendere atto del fatto che si può fare molto poco per cambiare, anche parzialmente, l’attuale politica dei “dinosauri” geopolitici (Stati, Multinazionali, Lobby….), mentre possiamo (e dobbiamo) fare molto per noi stessi, per prepararci ad affrontare e attenuare l’impatto del cambiamento multi-contestuale che ci attende.
Oggi assistiamo a una situazione in cui la società (ormai globalizzata) sta uscendo da un periodo di massima disponibilità di risorse (energia, materie prime e ambiente), per precipitarsi in un periodo di minima disponibilità delle stesse. In questo contesto le strategie di adattamento dei vari stati sono tali che alcuni sembrano vedere il futuro reale, mentre altri sembrano persi in un universo di fantasie virtuali di dubbia consistenza.

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2. IL CONTESTO
Il cambiamento che ci attende riguarda diversi fattori, tutti equamente importanti e per certi versi critici. La stragrande maggioranza della gente non ha la corretta percezione di ciò che significa “mancanza di….” una ben determinata risorsa. Specialmente se parliamo dei “giovani” nati a partire dagli anni ’80. Ma se per questi giovani il problema è dovuto essenzialmente al fatto che sono nati e cresciuti “nell’abbondanza” di tali risorse, discorso ben diverso va fatto per chi è nato prima… e che per tutta una serie di motivi, non immagina minimamente cosa potrebbe significare la mancanza, dall’oggi al domani, di una risorsa come il Petrolio, piuttosto che dell’energia elettrica in generale.
Molto spesso, parlando di tali argomenti tra la gente comune, la posizione presa dal cittadino medio è quella del “chissenefrega… ne faremo a meno”. Ma, ragionando a fondo sul discorso che ci accingiamo a fare, si scopre che in realtà le cose stanno in modo nettamente diverso.
Prima di addentrarci nella discussione più tecnica, però, è bene definire quali siano i settori che andranno in crisi e che produrranno di eventi/problemi che si autoalimenterà aggravando inesorabilmente ogni aspetto. Ma andiamo per ordine:
CLIMA: L’abitat nel quale possono vivere gli esseri umani prevede temperature che variano tra i -30 e il +50 °C. L’evoluzione di particolari gruppi, in particolari ambienti, ha fatto sì che sia possibile vivere anche in ambienti con temperature fino a -60°. Ciò ha comportato una modificazione sostanziale del metabolismo e dello stile di vita. Come anche troviamo popoli che vivono in ambienti torridi come quelli dei deserti, con temperature che oscillano tra i 30 e i 55°C. Ma si tratta di porzioni della popolazione estremamente basse. Casi rari insomma.
La stragrande maggioranza della popolazione del mondo vive tra i -20 e i +45°C ed è in questa fascia di temperature che sono state sviluppate le attività produttive umane. Variazioni più o meno significative di tali temperature, possono produrre effetti devastanti alle attività produttive prima e alla vita degli esseri umani dopo! È perciò logico ritenere il clima il fattore predominante e il problema principale cui bisogna guardare per potersi preparare ad un cambio di epoca e di stile di vita nell’immediato futuro.
ENERGIA: Le forme di energia che l’uomo usa regolarmente le possiamo ridurre essenzialmente a 2 macro-categorie: Energia Elettrica e Energia Termica. Spiegare come, dove e in che modo vengono usate tali energie richiede una trattazione a se che ci impegnerebbe per giorni e giorni. Alla base di tali energie, comunque, possiamo individuare le fonti fossili come il Petrolio e il gas naturale… ma anche quelle rinnovabili, come l’energia eolica, quella fotovoltaica, quella geotermica, quella delle biomasse ecc… Ognuna con una importanza notevole… ma anche con percentuali di utilizzabilità diverse. In futuro non tutte saranno utilizzabili e non tutte sopravviverebbero ad un cambiamento importante, specialmente se prodotto da eventi catastrofici a livello globale.
TELECOMUNICAZIONI: Comunicare è di vitale importanza per ogni essere vivente. Specialmente in un mondo globalizzato. Ed è proprio la globalizzazione che ha reso le telecomunicazioni di vitale importanza. Queste devono essere velocissime, precise e devono poter raggiungere ogni angolo del pianeta. Pensiamo solo all’evoluzione delle trasmissioni digitali, internet in primis, e a quelle telefoniche. Se fino ad un secolo fa comunicare da una parte all’altra del pianeta era estremamente difficile e richiedeva apparati in uso solo alle forze armate, oggi è possibile mantenersi in contatto costante (streaming), sia con audio che con video in alta risoluzione, anche viaggiando a bordo di un veliero nel bel mezzo dell’oceano. Non ci sono limiti. In qualunque punto del pianeta noi siamo, abbiamo sempre la possibilità di comunicare con gli altri.
Questa capacità è stata determinante per la l’industria, che così ha potuto “delocalizzare” le produzioni in zone del pianeta più economiche… magari per via della vicinanza alle risorse o perché soggette a tassazioni differenti. Il tutto mantenendo l’efficienza produttiva. Ma se pensiamo all’ambiente militare, troviamo che le telecomunicazioni hanno stravolto il modo di concepire le guerre, le armi e le battaglie. Non più uomini in prima linea, a rischiare la propria vita in nome di un ideale. Oggi le guerre si combattono con mezzi pilotati a distanza da uomini seduti comodamente nei propri uffici dall’altro lato del mondo. E domani sarà anche peggio!
TRASPORTI: Spostarsi da un punto all’altro del pianeta è sempre costato un dispendio di tempo enorme. Con il progresso le distanze sono rimaste le stesse (ovvio), ma è drasticamente diminuito il tempo impiegato a percorrerle. Se i nostri nonni impiegavano 1 mese di navigazione per raggiungere le americhe, oggi si impiegano solo poche ore. Se due secoli fa le navi da carico impiegavano 3 mesi per raggiungere l’Europa dalle colonie nel “nuovo continente”, oggi si impiegano poco più di 2 settimane. Stesso tragitto… tempi più che dimezzati… quantità di merci trasportate moltiplicate per N. Eppure anche nel nostro piccolo, considerando un singolo stato, troviamo che questo “progresso” diventerà un problema di fondamentale importanza. Senza trasporti efficienti verranno meno i 3 settori che seguono.
ABITAZIONI: Il concetto di “casa” è stato stravolto nel corso del tempo da tutta una serie di concetti e ideologie legate allo sviluppo culturale dei popoli. Ed è per questo motivo che in alcuni ambienti la “casa” viene vista ancora come il luogo dove “abitare”, mentre in altre viene inteso come “sfoggio di se”, ovvero come testimonianza dell’elevatura sociale di chi ci abita. Purtroppo, però, moltissime scelte fatte nel corso dei secoli, non risulteranno idonee ad affrontare i problemi di cui sopra. Un esempio fra tutti, che comunque riprenderemo in seguito, è quello delle grandi città. Immaginate cosa possa significare vivere in una grande città come Roma, Milano, Torino, senza energia elettrica, senza gas, senza trasporti… Tutto diverrebbe estremamente difficile… se non impossibile!
CIBO: Fino a 60 anni fa circa, la stragrande maggioranza degli stati era autosufficiente. Moltissimi erano i contadini e il cibo veniva prodotto un po ovunque. Oggi le cose sono cambiate. La popolazione del pianeta è aumentata, raggiungendo e superando i 7 miliardi di individui… mentre la produzione di cibo, la sua conservazione e diffusione, sta iniziando a diminuire o a diventare discontinua.
MEDICINALI: Più il progresso avanza, più la vita umana si allunga. Sembra un successo… ma forse è solo un’illusione. La quantità si medicinali procapite consumati annualmente dagli esseri umani sta aumentando. E ci si accorge sempre più che si sta diventando sempre più “delicati”. Non si ha più quella capacità, tipica dei nostri nonni, di affrontare qualsiasi condizione meteo con ciò che avevano addosso. Oggi per qualsiasi malanno, anche il semplice raffreddore, facciamo ricorso alle medicine. Immaginiamo cosa significherebbe vivere senza di esse!
SICUREZZA: Infine la questione sicurezza. Nel medioevo venivano costruiti castelli e mura di cinta per tenere fuori dalle cittadine fortificate i nemici. Oggi questo non è più possibile. E la sicurezza viene affidata ai corpi di polizia… per quelle che sono le mansioni ordinarie… e alle forze armate… per le cose un tantino più complesse. Ma tutto questo richiede risorse, mezzi, informazioni, personale. Senza la sicurezza tipica di uno stato civile, la vita in esso diventerebbe impossibile.

3. CONCLUSIONE
Il sistema globalizzato nel quale ci troviamo, come abbiamo illustrato brevemente in questa prima parte, è sempre più simile ad una MATRIX che ci offre tutto, ma che ci vincola fortemente ad essa.
E se la MATRIX collassa, collassiamo anche noi.
È forse il caso di uscirne e per fare questo riteniamo sia di fondamentale importanza, per costruire il nostro futuro, guardare al passato della nostra storia e assimilare quante più informazioni possibili da quei popoli che sono sopravvissuti ad eventi e situazioni similari a quelle che ci si prospettano.
Ogni epoca ha avuto la sua civiltà evolutasi fino ad un punto massimo, identificabile con il periodo di massima utilizzabilità delle risorse disponibili, oltre il quale, purtroppo (o per fortuna) si è assistito ad un rapido collasso della civiltà stessa. Noi dobbiamo capire come affrontare il futuro. Come uscire dalla MATRIX che ci circonda e come sopravvivere agli inevitabili cambiamenti epocali che già iniziano ad intravedersi all’orizzonte del tempo.
Il tutto in un contesto di crescente tensione geopolitica e di riduzione dei valori morali, sociali e spirituali del singolo!

FINE PRIMA PARTE
Luigi e Bernardo
HomoSapiensHibernus.com

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