lunedì 27 aprile 2015

5 cose che dovete sapere sulle etichette alimentari

Un’arma molto potente nelle mani dei consumatori, ma che purtroppo la maggior parte di noi non sa interpretare.

Pubblicato il 27/04/2015 da Chiara Cevoli


Spesso scritte in caratteri quasi illeggibili, piene di sigle, numeri, e nomi quasi impronunciabili: sono le etichette alimentari, un’arma molto potente nelle mani dei consumatori, ma che purtroppo la maggior parte di noi non sa interpretare. Ecco una piccola guida che vi aiuterà a capire meglio come leggere le etichette alimentari.

1. Ingredienti


La cosa più importante da sapere è che gli ingredienti sono scritti in ordine di quantità: da quello più abbondante a quello meno abbondante. Vediamo un esempio: Ingredienti: Zucchero, farina di frumento, uova fresche, agenti lievitanti, zucchero caramellato, aromi.
Questa è la lista di ingredienti di un noto tipo di biscotti-snack dove l’ingrediente principale è lo zucchero, seguito dalla farina, uova, etc. Sarebbe bene scegliere alimenti con quantità minime di zucchero e se presente dovrebbe essere quello grezzo di canna.

2. Sciroppo di glucosio-fruttosio

Allacciandosi a quanto detto al punto 1, vi consiglio di evitate gli alimenti contenti molti zuccheri: saccarosio, zucchero di canna, dolcificanti, edulcoranti e sciroppo di glucosio-fruttosio. Lo sciroppo di glucosio-fruttosio in particolare sembrerebbe tra i responsabili dell’obesità infantile e dell’epidemia di diabete di tipo II che ha colpito negli ultimi anni i paesi occidentali.

3. Sigle che non si conoscono

Il numero di ingredienti riportato deve essere minimo: secondo alcuni non dovrebbero essere più di cinque. Trovare un prodotto in commercio con meno di cinque ingredienti è abbastanza complicato, ma non impossibile. Evitate comunque le preparazioni che riportano, tra gli ingredienti: numerose sigle, nomi che non conoscete o qualsiasi cosa si discosta da ciò che la natura ci offre.

4. Oli vegetali

Sono ormai onnipresenti in tutte le preparazioni dolciarie e non che troviamo in vendita. Per oli vegetali si intendono oli che derivano da piante, vegetali appunto: si escludono quindi burro e grassi animali vari. Tra questi abbiamo: olio di oliva, di mais, di colza, di cocco, etc. Generalmente se presente l’olio di oliva è riportato in etichetta e non passa mai sotto la dicitura generica di oli vegetali perché è un prodotto “di qualità”. La dicitura generica indica invece quasi sempre olio di cocco, palma o colza: i meno pregiati e tra i più dannosi per la nostra salute. Spesso la dicitura oli vegetali è accompagnata da: idrogenati, parzialmente idrogenati, non idrogenati. L’idrogenazione, se parziale è un processo che peggiora le qualità salutistiche dell’olio, ma purtroppo, trasformando gli oli da liquidi a solidi, è fondamentale nella preparazione di alcuni alimenti industriali. Quindi scegliere gli alimenti che riportano: oli vegetali non idrogenati o totalmente idrogenati. Evitare invece gli alimenti con oli vegetali parzialmente idrogenati.

5. I presunti alimenti salutistici

Non fatevi fregare da alimenti “salutistici” perché ricchi in fibre o aggiunti di vitamine o minerali. Una sana alimentazione non ha bisogno dell’aggiunta di nessun nutriente: se abbiamo bisogno di più fibre mangiamo un po’ di verdura o frutta in più, stessa cosa per le vitamine e i minerali. I nutrienti presenti naturalmente negli alimenti sono più assimilabili e non sovraccaricano di lavoro fegato e reni.

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