sabato 4 aprile 2015

La televisione della paura e Gabriella Mereu

mereu

di Maura Gancitano

Un paio di giorni fa Gabriella Mereu, medico dentista sarda che applica da anni la psicosomatica e la terapia verbale a innumerevoli disturbi psicofisici, con un vasto seguito in tutta Italia e con un gruppo Facebook che accoglie più di 20.000 persone, ha ricevuto una visita da Le Iene. Anzi, uno scherzo.
Qualcuno l’ha chiamata per chiederle aiuto. Si trattava di un tetraplegico che voleva tornare a muoversi. Gabriella Mereu, che aveva già trattato con successo casi del genere, è intervenuta. Solo dopo ha scoperto che la persona stava in realtà recitando, e che tutto era stato architettato dalla redazione della trasmissione televisiva.
A quel punto una delle iene, Nadia Toffa, che accompagnava l’attore, ha iniziato a offenderla, dicendo che il rito della medaglietta era blasfemo e che la Mereu era pericolosa perché suggeriva l’interruzione delle terapie farmaceutiche. E in qualche modo, ha spinto Gabriella Mereu a dichiarare di non voler fare più parte dell’ordine dei medici (cosa del tutto falsa, perché in quel caso non potrebbe più operare legalmente).
Ovviamente, come è già accaduto più volte, Le Iene ha fatto di tutta l’erba un fascio, mettendo Gabriella Mereu sullo stesso piano di certi millantatori che mirano solo a spillare soldi a persone vulnerabili. In realtà, la redazione della trasmissione televisiva non si rende conto di quanto i grandi poteri farmaceutici mondiali cerchino in ogni modo di creare paura nelle persone, spingendole a curarsi secondo i loro protocolli, e a fuggire da ogni alternativa.
Che esistano altre strade, prive degli svantaggi (su più piani) delle terapie tradizionali lo testimoniano le migliaia di persone che hanno guarito i propri disturbi – piccoli e grandi – attraverso la Medicina del dottor Hamer, la Metamedicina e altre tecniche simili, che hanno rivelato il fortissimo legame tra malattie e traumi psicologici. Non sono tecniche che chiedono una fede cieca, chiedono solo di essere verificate. Non sono alla portata di tutti, perché per guarire definitivamente sono necessari una dose di consapevolezza e il forte desiderio di riemergere dal problema. Se la malattia è uno scudo per difendersi o un mezzo per ricattare gli altri, la guarigione non è possibile.
Dopo anni di studi, Gabriella Mereu – medico dentista, omeopata, fitoterapeuta, grafologa – ha elaborato il proprio personale metodo, adottando alcune delle scoperte di altri studiosi ma utilizzando qualcosa di diverso: un intuito femminile, una particolare sensibilità che le permette di distinguersi dalla maggior parte delle persone che applicano i medesimi principi.
Di fronte alla persona, Gabriella Mereu mette in campo l’empatia, e per un momento sembra dimenticare la vasta letteratura mondiale – che la redazione di Le iene ignora – sui fiori di Bach, la psicosomatica, il rapporto tra trauma e malattia. Ci sono solo lei e la persona che le ha chiesto aiuto. In questo setting entra in scena la terapia verbale. Con una frase ben assestata, un colpo da maestro, una mossa Kansas City, Gabriella Mereu è in grado di sciogliere il blocco energetico che ha tenuto prigioniera la persona per qualche giorno o per anni. Non è un miracolo, è chimica. E per dimostrare questo si potrebbero mettere in campo la fisica quantistica, la psicosomatica, la prossemica, la semiotica e tutte le scoperte della psicologia, da Freud a oggi. Non servono migliaia di euro per curare un paziente, se si conosce l’origine del disturbo e se la persona desidera davvero guarire. La soluzione può essere molto più economica e a portata di mano. Ma questo può dare molto fastidio.

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