I fisici dell’Università autonoma di Barcellona sono riusciti a
trasferire un campo magnetico. L’esperto: “Un po’ come quando lo
Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie scompare, lasciando solo
il suo sorriso”
Rappresentazione artistica di un tunnel spaziotemporale (fonte: Les Bossinas, Cortez III Service Corp., NASA)
04/09/2015
Tuttavia questo primo tunnel spaziotemporale è ben diverso da quelli immaginati dalla fantascienza, e non solo per le dimensioni. «Nei wormhole o condotti spazio temporali - spiega Carlo Cosmelli, docente di Fisica dell’università Sapienza - si viaggia istantaneamente da un punto all’altro dello spaziotempo, in questo caso invece si tratta di una configurazione statica». Quello che hanno fatto i fisici guidati da Alvar Sanchez, dell’Università autonoma di Barcellona, è stato infatti trasferire un campo magnetico da un punto dello spazio ad un altro, e non dei campi gravitazionali, come accade nei film.
Con l’attuale tecnologia è ancora impossibile creare un condotto spaziotemporale gravitazionale, dal momento che servirebbe un’immensa quantità di energia gravitazionale per manipolare il campo. Ma i progressi compiuti nell’elettromagnetismo e l’invisibilità, hanno consentito ai ricercatori, si legge nello studio pubblicato su Scientific Reports, di realizzare un tunnel che trasferisce un campo magnetico da un punto all’altro utilizzando i cosiddetti «mantelli dell’invisibilità», ossia materiali speciali che reagiscono alla luce in modo da rendere impossibile osservare il passaggio del campo magnetico.
Con una sfera magnetica composta da tre diversi strati «hanno creato un sistema virtuale - aggiunge Valerio Rossi Albertini, fisico del Centro nazionale delle ricerche - in cui una calamita, che ha due poli inscindibili, nord e sud, sbuca alla fine di un tunnel con uno solo dei due poli, quindi come monopolo. Una cosa che in natura non esiste. Un po’ come quando lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie scompare, lasciando solo il suo sorriso».
In realtà i poli non si sono separati, «ma è solo una delle due identità magnetiche ad apparire dall’altra parte - continua - E tutto questo in un sistema completamente invisibile, cioè schermato dall’esterno». Un fenomeno questo che, secondo Cosmelli, più che un tunnel spaziotemporale, è di tipo quantistico. «È simile - conclude - all’effetto Aharonov-Bohm, in cui una particella carica è influenzata da campi elettromagnetici in zone in cui non ci sono».
Prima di viaggiare nello spaziotempo come il dottor Spock bisognerà dunque aspettare ancora parecchio. Nel frattempo però è possibile che questo esperimento possa essere usato in medicina, per rendere la risonanza magnetica più efficace e sicura.
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