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giovedì 19 febbraio 2015

Antitrust "frigge" 4 aziende: multa da un milione sugli spot delle patatine

Nel mirino San Carlo, Amica Chips, Pata e Ica Food: hanno mentito sulle caratteristiche nutrizionali e salutistiche del prodotto

di Redazione Online

La famosa della patatina con Rocco Siffredi, pornostar (frame da youtube) 
 
La famosa della patatina con Rocco Siffredi, pornostar (frame da youtube)
Non bastano Carlo Cracco e nemmeno Rocco Siffredi per evitare di finire nella padella dell'Antitrust. Quattro big delle patatine fritte, tra le quali alcune possono vantare questi due testimonial d'eccezione, incappano nella pubblicità ingannevole e l'Autorità le sanziona con una multa complessiva pari a un milione di euro.
A finire nel mirino sono la San Carlo, di cui è stato testimonial l'inflessibile giudice di Masterchef Carlo Cracco, con una multa di 350mila euro; Amica Chips, il cui spot pieno di doppi sensi a sfondo sessuale con la pornostar Rocco Siffredi è passato alla storia e che è stata sanzionata per 300mila euro; Pata, marchio molto diffuso soprattutto al Nord Italia, cui è stata inflitta una multa di 250mila euro; Ica Foods, che ha tra i suoi prodotti di punta le Crik Crok e le Puff e che viene sanzionata per 150mila euro.
Bugie "nutrizionali"
Tutte, in un modo o nell'altro, hanno detto qualche "bugia" e così sono state punite. «Attraverso diciture e immagini suggestive - spiega l'organismo presieduto da Giovanni Pitruzzella -, venivano attribuiti a taluni prodotti specifiche caratteristiche nutrizionali o salutistiche non corrette oppure si fornivano informazioni, in merito alla composizione e agli ingredienti o alle modalità di trasformazione o cottura, attribuendo ai prodotti anche "vanti di artigianalità" nonostante la loro natura industriale».
Guerra sui grassi
Tutte e quattro le imprese, per esempio, dichiaravano un ridotto contenuto di grassi, ma la percentuale di riduzione vantata era inferiore a quella consentita o non scritta con chiarezza. In tre casi, poi, i marchi hanno un po' esagerato con l'artigianalità, con diciture come «patate cotte a mano», «la patatina artigianale», «fatte a mano». Troppa enfasi anche sull'uso dell'olio d'oliva, in cui veniva omessa l'effettiva percentuale impiegata: il quantitativo veniva indicato solo sul retro delle buste e risultava assai più basso a quello di altri oli vegetali. Troppa ambiguità, inoltre, su alcuni prodotti presentati come "special" e nettamente diversi dalle patatine base o su proprietà salutistiche che «sono risultate ancora controverse nella comunità scientifica e comunque non autorizzate dalla Commissione europea». Le patatine, insomma, sono patatine e basta.

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