Alla
vigilia del terzo anniversario del disastro nucleare di Fukushima
Daiichi, mentre in Giappone sono iniziate grandi manifestazioni indette
dal movimento “Sayonara Genpatsu” (addio alle centrali e al nucleare),
l’Asahi Shimbun rivela che circa la metà dei “liquidatori” che in questi
tre anni hanno lavorato alla centrale che ha subito la fusione di tre
reattori «Sono stati esposti a più di 5 millisievert di radiazioni [al
mese] , un livello usato come riferimento per l’esposizione alle
radiazioni per gli esseri umani».
Il giornale giapponese ricorda che i livelli di esposizione alle radiazioni tra i “liquidatori” dell’enorme cadavere tossico di Fukushima Daichi sono diminuiti dopo il disastro nucleare dell’11 marzo 2011, ma che nell’estate 2013 c’è stato un picco, quando la Tokyo electric power company (Tepco) ha dovuto affrontare il problema del crescente volume di acqua altamente contaminata che fuoriusciva dagli stoccaggi provvisori, contaminando l’ambiente. Alla fine del 2013 il ministero del lavoro giapponese ordinò alla Tepco (ormai praticamente in bancarotta e nazionalizzata) di migliorare le misure adottate per far fronte all’esposizione alle radiazioni.
Alla dismissione di Fukushima Daiichi lavorano ogni giorno circa 3.000 persone e secondo Asahi Shimbun «I lavoratori che sono esposti a radiazioni superiori a 50 millisievert nel corso di un anno o superiore a 100 millisievert nel corso di un periodo di cinque anni, viene successivamente vietato di lavorare in una centrale nucleare. Il livello di radiazione annuale di 5 millisievert è utilizzato per determinare l’idoneità dal programma governativo di assicurazione della compensazione dei lavoratori per coloro che sviluppano leucemia, nonché per istituire zone di controllo delle radiazioni che limitano l’ingresso dei residenti».
Secondo le statistiche della Tepco, dall’11 marzo 2011 al gennaio 2014 a Fukushima Daiichi hanno lavorato un totale di 32.034 lavoratori/liquidatori, di questi, 1.751 sono stati esposti ad oltre 50 millisievert, tra loro 173 sono stati esposti a più di 100 millisievert. Circa la metà del numero complessivo di lavoratori, 15.363, sono stati esposti a più di 5 millisievert. Mentre nel marzo 2011 erano stati 2.925 i liquidatori esposti a più di 5 millisievert al mese, il numero degli operai esposti è progressivamente diminuito. Nel mese di giugno 2013, “solo” 98 liquidatori sono stati esposti a più di 5 millisievert. Ma a luglio il numero è aumentato a causa delle fughe di acqua radioattiva ed in coincidenza con l’avvio della realizzazione del muro “ghiacciato” sotterraneo per fermare le infiltrazioni nell’Oceano Pacifico dell’acqua fortemente contaminata dei sotterranei dei reattori. Da allora l’esposizione dei “liw quidatori” è continuata a salire
Il numero di lavoratori esposti a più di 5 millisievert in un mese era di 117 a luglio, 186 ad agosto, 312 a settembre e 398 ad di ottobre. La cosa ha cominciato a preoccupare anche il ministero del lavoro giapponese che nel novembre e dicembre 2013 ha finalmente ispezionato il sito di Fukushima Daiichi obbligando la Tepco ad installare schermature contro le radiazioni ed a ruotare i “liquidatori” ad intervalli più brevi. Nell’ottobre 2013 anche la Nuclear Regulation Authority aveva intimate alla Tepco di «Sviluppare misure più specifiche per affrontare l’esposizione alle radiazioni tra i lavoratori».
Solo a gennaio di quest’anno la Tepco ha avviato misure quali la decontaminazione del sito di Fukushima Daiichi, con la rimozione di scorie e macerie con alti livelli di radiazione, la pavimentazione con asfalto sul sito dell’impianto, l’installazione di più di 50 indicatori del livello di radiazioni e più di 10 monitor per la polvere, così come la schermatura della zone al di fuori dell’impianto nucleare che hanno alti livelli di radiazione. Ma per completare queste misure di tutela dei lavoratori l’utility si è data una scadenza che arriva almeno al marzo 2015, il quarto anniversario del disastro nucleare.
E Akira Ono, a capo delle operazioni di dismissione e bonifica di Fukushima Daiichi, risponde con evidente fastidio alle critiche: «Stiamo accelerando la velocità con cui attuiamo queste misure», intanto, mentre la Tepco velocizza con calma la sua pasticciata gestione della più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl, i “liquidatori” continuano a sfidare le radiazioni da anni per “addormentare” il mostro nucleare contro il cui risveglio, voluto dal governo di centro destra di Shinzo Abe, manifestano migliaia di giapponesi. E domani in Italia, proprio in occasione dell’anniversario, i Verdi hanno annunciato un sit in “Per un’Europa libera dal nucleare” alle 11.30 in piazza Montecitorio a Roma.
(10 marzo 2014)
Il giornale giapponese ricorda che i livelli di esposizione alle radiazioni tra i “liquidatori” dell’enorme cadavere tossico di Fukushima Daichi sono diminuiti dopo il disastro nucleare dell’11 marzo 2011, ma che nell’estate 2013 c’è stato un picco, quando la Tokyo electric power company (Tepco) ha dovuto affrontare il problema del crescente volume di acqua altamente contaminata che fuoriusciva dagli stoccaggi provvisori, contaminando l’ambiente. Alla fine del 2013 il ministero del lavoro giapponese ordinò alla Tepco (ormai praticamente in bancarotta e nazionalizzata) di migliorare le misure adottate per far fronte all’esposizione alle radiazioni.
Alla dismissione di Fukushima Daiichi lavorano ogni giorno circa 3.000 persone e secondo Asahi Shimbun «I lavoratori che sono esposti a radiazioni superiori a 50 millisievert nel corso di un anno o superiore a 100 millisievert nel corso di un periodo di cinque anni, viene successivamente vietato di lavorare in una centrale nucleare. Il livello di radiazione annuale di 5 millisievert è utilizzato per determinare l’idoneità dal programma governativo di assicurazione della compensazione dei lavoratori per coloro che sviluppano leucemia, nonché per istituire zone di controllo delle radiazioni che limitano l’ingresso dei residenti».
Secondo le statistiche della Tepco, dall’11 marzo 2011 al gennaio 2014 a Fukushima Daiichi hanno lavorato un totale di 32.034 lavoratori/liquidatori, di questi, 1.751 sono stati esposti ad oltre 50 millisievert, tra loro 173 sono stati esposti a più di 100 millisievert. Circa la metà del numero complessivo di lavoratori, 15.363, sono stati esposti a più di 5 millisievert. Mentre nel marzo 2011 erano stati 2.925 i liquidatori esposti a più di 5 millisievert al mese, il numero degli operai esposti è progressivamente diminuito. Nel mese di giugno 2013, “solo” 98 liquidatori sono stati esposti a più di 5 millisievert. Ma a luglio il numero è aumentato a causa delle fughe di acqua radioattiva ed in coincidenza con l’avvio della realizzazione del muro “ghiacciato” sotterraneo per fermare le infiltrazioni nell’Oceano Pacifico dell’acqua fortemente contaminata dei sotterranei dei reattori. Da allora l’esposizione dei “liw quidatori” è continuata a salire
Il numero di lavoratori esposti a più di 5 millisievert in un mese era di 117 a luglio, 186 ad agosto, 312 a settembre e 398 ad di ottobre. La cosa ha cominciato a preoccupare anche il ministero del lavoro giapponese che nel novembre e dicembre 2013 ha finalmente ispezionato il sito di Fukushima Daiichi obbligando la Tepco ad installare schermature contro le radiazioni ed a ruotare i “liquidatori” ad intervalli più brevi. Nell’ottobre 2013 anche la Nuclear Regulation Authority aveva intimate alla Tepco di «Sviluppare misure più specifiche per affrontare l’esposizione alle radiazioni tra i lavoratori».
Solo a gennaio di quest’anno la Tepco ha avviato misure quali la decontaminazione del sito di Fukushima Daiichi, con la rimozione di scorie e macerie con alti livelli di radiazione, la pavimentazione con asfalto sul sito dell’impianto, l’installazione di più di 50 indicatori del livello di radiazioni e più di 10 monitor per la polvere, così come la schermatura della zone al di fuori dell’impianto nucleare che hanno alti livelli di radiazione. Ma per completare queste misure di tutela dei lavoratori l’utility si è data una scadenza che arriva almeno al marzo 2015, il quarto anniversario del disastro nucleare.
E Akira Ono, a capo delle operazioni di dismissione e bonifica di Fukushima Daiichi, risponde con evidente fastidio alle critiche: «Stiamo accelerando la velocità con cui attuiamo queste misure», intanto, mentre la Tepco velocizza con calma la sua pasticciata gestione della più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl, i “liquidatori” continuano a sfidare le radiazioni da anni per “addormentare” il mostro nucleare contro il cui risveglio, voluto dal governo di centro destra di Shinzo Abe, manifestano migliaia di giapponesi. E domani in Italia, proprio in occasione dell’anniversario, i Verdi hanno annunciato un sit in “Per un’Europa libera dal nucleare” alle 11.30 in piazza Montecitorio a Roma.
(10 marzo 2014)
qua
altamente contaminata che fuoriusciva dagli stoccaggi provvisori,
contaminando l’ambiente. Alla fine del 2013 il ministero del lavoro
giapponese ordinò alla Tepco (ormai praticamente in bancarotta e
nazionalizzata) di migliorare le misure adottate per far fronte
all’esposizione alle radiazioni.
Alla dismissione di Fukushima Daiichi lavorano ogni giorno circa 3.000 persone e secondo Asahi Shimbun «I lavoratori che sono esposti a radiazioni superiori a 50 millisievert nel corso di un anno o superiore a 100 millisievert nel corso di un periodo di cinque anni, viene successiva
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Alla vigilia del terzo
anniversario del disastro nucleare di Fukushima Daiichi, mentre in
Giappone sono iniziate grandi manifestazioni indette dal movimento
“Sayonara Genpatsu” (addio alle centrali e al nucleare), l’Asahi Shimbun
rivela che circa la metà dei “liquidatori” che in questi tre anni hanno
lavorato alla centrale che ha subito la fusione di tre reattori «Sono
stati esposti a più di 5 millisievert di radiazioni [al mese] , un
livello usato come riferimento per l’esposizione alle radiazioni per gli
esseri umani».
Il giornale giapponese ricorda che i livelli di esposizione alle radiazioni tra i “liquidatori” dell’enorme cadavere tossico di Fukushima Daichi sono diminuiti dopo il disastro nucleare dell’11 marzo 2011, ma che nell’estate 2013 c’è stato un picco, quando la Tokyo electric power company (Tepco) ha dovuto affrontare il problema del crescente volume di acqua altamente contaminata che fuoriusciva dagli stoccaggi provvisori, contaminando l’ambiente. Alla fine del 2013 il ministero del lavoro giapponese ordinò alla Tepco (ormai praticamente in bancarotta e nazionalizzata) di migliorare le misure adottate per far fronte all’esposizione alle radiazioni.
Alla dismissione di Fukushima Daiichi lavorano ogni giorno circa 3.000 persone e secondo Asahi Shimbun «I lavoratori che sono esposti a radiazioni superiori a 50 millisievert nel corso di un anno o superiore a 100 millisievert nel corso di un periodo di cinque anni, viene successivamente vietato di lavorare in una centrale nucleare. Il livello di radiazione annuale di 5 millisievert è utilizzato per determinare l’idoneità dal programma governativo di assicurazione della compensazione dei lavoratori per coloro che sviluppano leucemia, nonché per istituire zone di controllo delle radiazioni che limitano l’ingresso dei residenti».
Secondo le statistiche della Tepco, dall’11 marzo 2011 al gennaio 2014 a Fukushima Daiichi hanno lavorato un totale di 32.034 lavoratori/liquidatori, di questi, 1.751 sono stati esposti ad oltre 50 millisievert, tra loro 173 sono stati esposti a più di 100 millisievert. Circa la metà del numero complessivo di lavoratori, 15.363, sono stati esposti a più di 5 millisievert. Mentre nel marzo 2011 erano stati 2.925 i liquidatori esposti a più di 5 millisievert al mese, il numero degli operai esposti è progressivamente diminuito. Nel mese di giugno 2013, “solo” 98 liquidatori sono stati esposti a più di 5 millisievert. Ma a luglio il numero è aumentato a causa delle fughe di acqua radioattiva ed in coincidenza con l’avvio della realizzazione del muro “ghiacciato” sotterraneo per fermare le infiltrazioni nell’Oceano Pacifico dell’acqua fortemente contaminata dei sotterranei dei reattori. Da allora l’esposizione dei “liw quidatori” è continuata a salire
Il numero di lavoratori esposti a più di 5 millisievert in un mese era di 117 a luglio, 186 ad agosto, 312 a settembre e 398 ad di ottobre.
La cosa ha cominciato a preoccupare anche il ministero del lavoro giapponese che nel novembre e dicembre 2013 ha finalmente ispezionato il sito di Fukushima Daiichi obbligando la Tepco ad installare schermature contro le radiazioni ed a ruotare i “liquidatori” ad intervalli più brevi.
Nell’ottobre 2013 anche la Nuclear Regulation Authority aveva intimate alla Tepco di «Sviluppare misure più specifiche per affrontare l’esposizione alle radiazioni tra i lavoratori».
Solo a gennaio di quest’anno la Tepco ha avviato misure quali la decontaminazione del sito di Fukushima Daiichi, con la rimozione di scorie e macerie con alti livelli di radiazione, la pavimentazione con asfalto sul sito dell’impianto, l’installazione di più di 50 indicatori del livello di radiazioni e più di 10 monitor per la polvere, così come la schermatura della zone al di fuori dell’impianto nucleare che hanno alti livelli di radiazione. Ma per completare queste misure di tutela dei lavoratori l’utility si è data una scadenza che arriva almeno al marzo 2015, il quarto anniversario del disastro nucleare. E Akira Ono, a capo delle operazioni di dismissione e bonifica di Fukushima Daiichi, risponde con evidente fastidio alle critiche: «Stiamo accelerando la velocità con cui attuiamo queste misure», intanto, mentre la Tepco velocizza con calma la sua pasticciata gestione della più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl, i “liquidatori” continuano a sfidare le radiazioni da anni per “addormentare” il mostro nucleare contro il cui risveglio, voluto dal governo di centro destra di Shinzo Abe, manifestano migliaia di giapponesi. E domani in Italia, proprio in occasione dell’anniversario, i Verdi hanno annunciato un sit in “Per un’Europa libera dal nucleare” alle 11.30 in piazza Montecitorio a Roma.
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Il giornale giapponese ricorda che i livelli di esposizione alle radiazioni tra i “liquidatori” dell’enorme cadavere tossico di Fukushima Daichi sono diminuiti dopo il disastro nucleare dell’11 marzo 2011, ma che nell’estate 2013 c’è stato un picco, quando la Tokyo electric power company (Tepco) ha dovuto affrontare il problema del crescente volume di acqua altamente contaminata che fuoriusciva dagli stoccaggi provvisori, contaminando l’ambiente. Alla fine del 2013 il ministero del lavoro giapponese ordinò alla Tepco (ormai praticamente in bancarotta e nazionalizzata) di migliorare le misure adottate per far fronte all’esposizione alle radiazioni.
Alla dismissione di Fukushima Daiichi lavorano ogni giorno circa 3.000 persone e secondo Asahi Shimbun «I lavoratori che sono esposti a radiazioni superiori a 50 millisievert nel corso di un anno o superiore a 100 millisievert nel corso di un periodo di cinque anni, viene successivamente vietato di lavorare in una centrale nucleare. Il livello di radiazione annuale di 5 millisievert è utilizzato per determinare l’idoneità dal programma governativo di assicurazione della compensazione dei lavoratori per coloro che sviluppano leucemia, nonché per istituire zone di controllo delle radiazioni che limitano l’ingresso dei residenti».
Secondo le statistiche della Tepco, dall’11 marzo 2011 al gennaio 2014 a Fukushima Daiichi hanno lavorato un totale di 32.034 lavoratori/liquidatori, di questi, 1.751 sono stati esposti ad oltre 50 millisievert, tra loro 173 sono stati esposti a più di 100 millisievert. Circa la metà del numero complessivo di lavoratori, 15.363, sono stati esposti a più di 5 millisievert. Mentre nel marzo 2011 erano stati 2.925 i liquidatori esposti a più di 5 millisievert al mese, il numero degli operai esposti è progressivamente diminuito. Nel mese di giugno 2013, “solo” 98 liquidatori sono stati esposti a più di 5 millisievert. Ma a luglio il numero è aumentato a causa delle fughe di acqua radioattiva ed in coincidenza con l’avvio della realizzazione del muro “ghiacciato” sotterraneo per fermare le infiltrazioni nell’Oceano Pacifico dell’acqua fortemente contaminata dei sotterranei dei reattori. Da allora l’esposizione dei “liw quidatori” è continuata a salire
Il numero di lavoratori esposti a più di 5 millisievert in un mese era di 117 a luglio, 186 ad agosto, 312 a settembre e 398 ad di ottobre.
La cosa ha cominciato a preoccupare anche il ministero del lavoro giapponese che nel novembre e dicembre 2013 ha finalmente ispezionato il sito di Fukushima Daiichi obbligando la Tepco ad installare schermature contro le radiazioni ed a ruotare i “liquidatori” ad intervalli più brevi.
Nell’ottobre 2013 anche la Nuclear Regulation Authority aveva intimate alla Tepco di «Sviluppare misure più specifiche per affrontare l’esposizione alle radiazioni tra i lavoratori».
Solo a gennaio di quest’anno la Tepco ha avviato misure quali la decontaminazione del sito di Fukushima Daiichi, con la rimozione di scorie e macerie con alti livelli di radiazione, la pavimentazione con asfalto sul sito dell’impianto, l’installazione di più di 50 indicatori del livello di radiazioni e più di 10 monitor per la polvere, così come la schermatura della zone al di fuori dell’impianto nucleare che hanno alti livelli di radiazione. Ma per completare queste misure di tutela dei lavoratori l’utility si è data una scadenza che arriva almeno al marzo 2015, il quarto anniversario del disastro nucleare. E Akira Ono, a capo delle operazioni di dismissione e bonifica di Fukushima Daiichi, risponde con evidente fastidio alle critiche: «Stiamo accelerando la velocità con cui attuiamo queste misure», intanto, mentre la Tepco velocizza con calma la sua pasticciata gestione della più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl, i “liquidatori” continuano a sfidare le radiazioni da anni per “addormentare” il mostro nucleare contro il cui risveglio, voluto dal governo di centro destra di Shinzo Abe, manifestano migliaia di giapponesi. E domani in Italia, proprio in occasione dell’anniversario, i Verdi hanno annunciato un sit in “Per un’Europa libera dal nucleare” alle 11.30 in piazza Montecitorio a Roma.
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