04 agosto 2015, Luca Lippi
Mentre Matteo Renzi si occupa di lanciare slogan ai media del tipo “entro giovedì approveremo la riforma della Pubblica Amministrazione”, martedì scorso la Commissione Europea ha approvato la Macroregione Alpina che, entro fine gennaio 2016, riceverà l’autorizzazione definitiva da parte del Parlamento Europeo.
Cos’è e cosa può significare:
48 regioni e province autonome (Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia,
Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano, Franche-Compé,
Rhone-Alpes, Provence-Alpes Cote d’Azur, Baden Wurttemberg, Baviera ed
altre meno note) il 18 ottobre 2013 si sono riunite e hanno stretto un
accordo per far nascere “la macroregione alpina”.
La macroregione alpina conta 76 milioni di persone e coinvolge 7 Stati (Austria, Francia, Italia, Germania, Svizzera, Slovenia, Lichtenstein).
Dati “i numeri” vediamo ora i termini dell’accordo che hanno raggiunto:
il nuovo soggetto potrà operare nei campi più disparati e tutti
determinanti per l’area geografica di appartenenza (mobilità, turismo,
infrastrutture, rete stradale e ferroviaria, gestione delle risorse
energetiche, sostegno delle piccole e delle medie imprese, tutela
ambientale, cambiamento climatico, tendenze demografiche, migrazione,
innovazione, accesso ad Internet via satellite).
L’obiettivo
delle 48 regioni è quello di far nascere e sviluppare progetti e
politiche comuni allo scopo di raggiungere accordi economici
direttamente con l’UE. Nei fatti la Macroregione Alpina non potrà
ricevere fondi propri, ma potrà contrattare direttamente con Bruxelles
senza passare dai governi centrali dei vari stati coinvolti.
Il riconoscimento UE della Macroregione Alpina è la determinazione da parte della finanza europea di territorializzare gli investimenti.
Intanto il prossimo ottobre in una due giorni in programma a Milano (8 e
9 ottobre 2015) cominciano le manovre politiche per mettersi alla guida
del nuovo soggetto giuridico, ed è proprio la Lombardia a candidarsi per questo ruolo.
L’Unione
Europea sta “scremando” il territorio isolando le zavorre, oppure sta
adottando l’antico “divide et impera”, di fatto però nessuno sta
parlando di questa trasformazione epocale.
Oggi
i giornali parleranno tutto il giorno della scadenza di giovedì
annunciata da Renzi, se proprio non vogliono o non devono parlare della
Macroregione Alpina, almeno ricordassero al Presidente del Consiglio che
la Pubblica Amministrazione oltre a riformarsi dovrebbe pagare i debiti
alle aziende.
Seguiamo con attenzione l’evoluzione degli accordi fra UE e la Macroregione Alpina.
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