a cura di Rishi Giovanni Gatti, presidente del Consiglio Direttivo della Associazione Vista Perfetta di Milano
Come utilizzare la luce del sole estivo per rilassare la mente e guarire la vista — (Sistema Bates® Originario™)
Come i
Lettori della presente rubrica forse già sanno, una delle grandi
innovazioni che dobbiamo al Dott.
Bates –
l’oculista newyorchese che scoprì la cura della vista imperfetta mediante
trattamento senza occhiali – è l’affermazione che la luce
solare può dare grandissimo
beneficio sia agli occhi intesi
come organo del corpo umano che alla vista,
un fenomeno psico-spirituale che va ben al di là del mero funzionamento corretto
del sistema diottrico umano. Ciò viene affermato moltissime volte nelle pagine
originali pubblicate dal Dott. Bates a partire dalla fine del Diciannovesimo
Secolo e fino alla cessazione della sua attività, avvenuta nel giugno del 1930.
In particolare, nel libro originale “VISTA
PERFETTA SENZA OCCHIALI” (ristampa successiva
al 1920) si trova una fotografía molto suggestiva che riprende la sua assistente Emily
C. Lierman che
tiene in braccio un bimbo di circa 4 anni, con entrambi i soggetti che guardano
in alto nel cielo direttamente nel disco solare, senza alcun apparente segno di
fastidio o scomodità nell’espressione del viso. Un altro autore originale
batesiano, il californiano Dott. W. B. MacCracken, scrive nel suo libro “USATE
I VOSTRI OCCHI” (1945): «Il piccolo bimbo pellirossa, che viaggia di spalle
sulla schiena della mamma, generalmente si trova il sole brillare direttamente
negli occhi quando li apre per vedere il nuovo mondo».
Queste parole ci sembrano inequivocabili.
Evidentemente, c’è qualcosa di strano nelle avvertenze che l’industria sanitaria
moderna continua a propagandare per avvisarci di stare al riparo dalla luce del
sole, ricorrendo all’uso di occhiali scuri o di creme filtranti
anti-scottatura. Ci chiediamo: come sia possibile che il sole possa fare cosí
male, quando – al contrario – dei grandi medici di cento anni fa ne
raccomandavano l’uso regolare, addirittura
per guarire la vista danneggiata? Dato che in ogni bugía troviamo sempre un
fondo di verità, per quanto piccolo, dobbiamo riconoscere che queste avvertenze
hanno una loro ragione di essere perché tutti noi – a primavera inoltrata,
quando le piogge lasciano spazio al cielo libero dalle nuvole – emergendo da un
edificio bujo e polveroso per affacciarci a una piazza assolata e sovrastata da
un cielo intensamente azzurro, sentiamo un enorme fastidio per la forte luce che
ci investe e non possiamo fare altro che stringere le pàlpebre o indossare lenti
filtranti o ripararci con la mano o con protettivi cappelli a tesa larga.
Che ci sia questo fastidio è innegabile, come pure è
innegabile che sembri proprio impossibile abituarsi a questo livello di luce,
oramai diventato insolito, ricorrendo a qualsiasi tipo di tentativo di resistere
e di costringersi a tenere gli occhi aperti mediante “forza di volontà”. Chi
non ha mai sofferto questa situazione imbarazzante e sgradevole? Ebbene,
chi scrive qui può affermare senza
timore di essere smentito che
all’ origine di tale fastidio non vi sono affatto motivi fisici collegati alla
diminuzione dello strato di ozono nell’ atmosfera, né motivi di inquinamento
dell’ aria o di altre forme di tossicità indotta dalla luce. Il motivo di fondo
che procura il fastidio della luce, la fotofobía e altri disturbi similari, non
è altro che lo “sforzo mentale”, aggravato eventualmente da errori
rifrattivi, operazioni subite agli occhi e uso di lenti a contatto e “occhiali
dal sole”. La prova di quanto affermato è empirica ma reale e richiede
solamente un minimo di intenzione di sperimentare personalmente “dal vivo”
quello di cui si parla nelle pubblicazioni originali del Sistema
Bates® Originario™.
Si tratta di fare pratica del “riposo mentale”
mentre si guarda a una tabella di controllo di Snellen (con sfondo
bianco e lettere nere) investita
dalla piena luce del sole del primo pomeriggio, dopo avere “palmeggiato gli
occhi” per almeno due minuti.
Il forte contrasto tra
il “bujo completo” sperimentato durante il palmeggiamento (pratica che consiste
nel chiudere gli occhi e coprirli con le mani senza toccarli ma escludendo bene
tutta la lcue esterna) e la luce brillante e accecante della tabella di
controllo, associata però anche alla intenzione di volere
lèggere le lettere nere, è una
prova molto importante che quasi tutti mancano
di superare senza sentire
fastidio, per lo meno inizialmente. Ebbene, attuando i corretti accorgimenti
mentali nel momento in cui le mani vengono rimosse e gli occhi effettivamente
aperti sulla tabella bianca, è certissimo che non soltanto non si proverà alcun
fastidio ma si vedrà perfettamente
bene, avendo magicamente eliminato anche gli eventuali errori di rifrazione,
se presenti.
Tutto sta nel comprendere come effettuare la
“transizione” tra il bujo degli occhi chiusi e coperti e la luce sfolgorante
della tabella di controllo di Snellen a occhi aperti. Se durante la transizione
la mente rimane a riposo e
non è preoccupata del fastidio che subirà nel ricevere i segnali oculari, il
soggetto non soffrirà alcun fastidio qualsivoglia e tutte le teoríe sulla
pericolosità del sole si scioglieranno immediatamente, proprio come… neve al
sole! Il problema, nel singolo caso individuale, si riduce a scoprire quale sia
il “metodo di riposo batesiano” che garantirà al soggetto una“transizione”
favorevole alla vista perfetta e
al riposo mentale.
Durante le giornate
di studio pratico organizzate
dalla Associazione Vista Perfetta i
socii partecipanti si cimentano tutti in questa ricerca, trovando tutti – bene o
male – una qualche soluzione che vada bene al loro caso individuale. Per
esempio, recentemente si è verificato che il “Movimento del Pollice”, spiegato
nei dettagli nel libro fondamentale del Dott. Bates “I
PIÚ AVANZATI METODI NELLA CURA DELLA VISTA”,
è un enorme aiuto nel dimostrare queste verità e si applica in questo modo: al
termine del palmeggiamento, il soggetto, prima di aprire gli occhi, appoggia la
mano destra sulla gamba destra e unisce la punta del pollice a quella
dell’índice, tenendo fermo quest’ ultimo e facendo muovere l’altro in modo
circolare, sempre piú stretto. Dopo alcuni secondi, è possibile aprire
ampiamente gli occhi, rimanendo comunque collegati mentalmente alla sensazione
tattile di dondolío universale favorita dal continuato movimento del pollice, e
godere di vista perfetta, senza abbagliamento qualsivoglia ma con la relativa
qualità aggiuntiva di rilassamento mentale acquisita in condizioni molto
sfavorevoli, un raggiungimento che – come ogni Lettore potrà intuire –
semplicemente non ha prezzo.
Invitiamo tutti i Lettori a fare la prova per conto proprio ed eventualmente
contattarci per riferire eventuali successi o anche per segnalare difficoltà e
possibili fallimenti: saremo ben lieti di analizzare i fatti e suggerire, se
possibile, delle pratiche alternative vòlte a ottenere il medesimo risultato per
altri mezzi.
L’indirizzo Internet da utilizzare per entrare
contattare l’Autore è il seguente: http://www.sistemabates.it/contatti/ Il
mese di giugno è quello che consente agli occhi di stare il piú possibile alla
luce, data la lunghezza massima delle giornate che si avrà durante il solstizio
d’estate, il giorno 21. Sarebbe davvero un peccato trascorrerlo dietro occhiali
scuri o nascosti da un cappello a tesa larga! Sarebbe un’altra di quelle
occasioni sprecate che non ritornano piú, dato che un altro anno sarà passato e
la minaccia di avere vissuto inutilmente si sarà fatta ancóra piú incombente e
definitiva.
impressionante quantità di luce al tramonto sul mare di Positano (SA), ripresa dal Sentiero degli Dei (400 m. slm)
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