Un intero villaggio che vive sugli alberi di castagno sui Monti Pelati nel Canavese che coniuga perfettamente vita nella natura, sviluppo sostenibile e i comfort della modernità.
Piccola, di legno e sostenibile, la casa
sull’albero è il rifugio in cui vivere una vita tranquilla e a contatto
con la natura, una vita in cui non si deve correre e non si deve
rincorrere.
Un progetto di vita che è il desiderio di
molti, vivere liberi e in simbiosi con la natura pura e semplice è la
sfida che si sono proposti di affrontare gli abitanti di questa piccola
comunità nata in un bosco di latifoglie.
In Piemonte, il sogno della casa sull’albero è
diventato realtà. A sette metri di altezza ecco le casette a un piano
unico, di legno e con le pareti ricamate da decorazioni lignee, dove
vivono 12 adulti e una bambina di un anno. Immersi tra i boschi dei
Monti Pelati hanno creato il primo villaggio ‘arboricolo’ di Italia. Le
case, realizzate con le più innovative tecniche di bioedilizia, si
integrano perfettamente alla natura e sono costruite utilizzando quanto
più possibile materiali del bosco o materiali riciclati, e sorgono tutte
sugli alberi di castagno ad un’altezza di 6-7 metri, supportate da
grosse travi di legno, in stile vecchia palafitta.«Non siamo “figli dei
fiori” o delusi della società e tanto meno eremiti», spiega Dario, papà
di Galatea. E a conferma delle parole arriva il mestiere: Dario fa il
manager e dirige la sua azienda che importa in Italia rum cubano.
«Volevamo solo recuperare una vita che tutti noi sentivamo di perdere
nelle nostre città. Qui noi non sopravviviamo, qui riusciamo a vivere
più intensamente». Molti lavorano lontano ma la sera tornano sui loro
alberi.
Ognuno qua si costruisce il proprio “nido”
con non poca fatica. È il caso di Elisabeth, che da mesi si sta
dedicando alla sua casa, con l’aiuto del resto degli arboricoli. È la
più grande e spaziosa del villaggio, con tre piani e includerà anche un
piccolo osservatorio che lambirà le sommità delle chiome. La poesia in
questo lascia spazio alla vera fatica: «Servono carrucole, corde,
volontà e buone braccia», spiega Elisabeth, intenta a issare le travi
che serviranno per il terzo piano, «il resto, ce lo offre il bosco e la
moderna tecnologia, come i materiali utilizzati per coibentare le pareti
delle case contro il freddo». Un vero e proprio lavoro d’ingegneria,
che è il risultato della loro esperienza e dello studio delle case già
costruite in giro per l’Europa. «Da tempo cercavamo un posto così», dice
Angelo, indicandoci la sua casa esagonale a due piani, con tanto di
accogliente bagno, studio e camera da letto, «finalmente abbiamo trovato
quello che volevamo e ci abbiamo messo radici. Il peso delle case non
può essere sostenuto da tronchi giovani che non superano la quarantina
d’anni; così usiamo travi di otto metri che pesano anche cinque
quintali, poggiate su grossi massi e piantate accanto ai castagni».
Il risultato è un perfetto equilibrio di
forme, con la massima attenzione e cura per l’ambiente circostante:
«Inutile dire che, per noi tutti, il rispetto per l’ecosistema bosco è
vitale, importantissimo», sottolinea Dario mentre ci offre un sorso del
suo rum cubano. Bosco che sembra accettare bene i suoi inquilini: «Fino a
due anni fa, questa zona che ci circonda», spiega Maria Pia, «era
impoverita dall’eccessivo sfruttamento forestale. Ma rispettando
l’ambiente, il numero delle specie vegetali, dagli alberi alla erbe
spontanee, sta pian piano crescendo e la natura ritrova così il suo
equilibrio».
Per raggiungere le abitazioni si percorre una
stretta e tortuosa strada di montagna con l’auto, fino a quando diventa
necessario proseguire a piedi per arrivare in questo luogo incantato.
Gli abitanti sono manager, farmacisti, biologi, infermieri, orafi e
ricercatori, e a differenza di chi potrebbe pensare che sono degli
eremiti, ogni giorno si spostano per andare nei loro rispettivi posti di
lavoro, per poi la sera fare ritorno nel loro piccolo mondo, dove il
grande spirito di adattamento e il sacrifcio, viene ripagato con
l’esperienza unica di vivere sugli alberi a strettissimo contatto con la
natura. L’ora del pranzo viene comunicata a tutti i componenti della
comunità con il suono di una conchiglia, e tutti si riuniscono per
mangiare in uno scenario del tutto esclusivo e spettacolare.
Tra le case sugli alberi del villaggio
piemontese, niente strade di asfalto, ma ponti e passerelle di legno
sospese, che permettono di non scendere mai a terra per spostarsi da un
punto all’altro del villaggio. Ad essere sospeso in aria è quindi
l’intero villaggio, i cui abitanti, nonostante l’altezza e l’insolita
abitazione non rinunciano alle comodità e alla tecnologia. Chi abita la
casa sull’albero, infatti, non si fa mancare telefonino, computer e
internet. Il villaggio di case sull’albero, iniziato a costruire nel
2002, è in continua espansione.
L’articolo è ispirato da http://www.storiecredibili.it/2010/08/il-piccolo-popolo-che-vive-sugli-alberi di Antonio Gregolin Copyright 2014, pubblicato su RepubblicaXL
e siamo già in un’altro mondo.
Ma pensa te...li ho a "due passi" da casa e non lo sapevo!! Post molto interessante!!!
RispondiEliminaFantastico :) buon sabato!
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