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giovedì 3 luglio 2014

In fatto di alimentazione, la parola d’ordine è: confondere le idee

Franco Libero Manco

 
Negli ultimi anni parlare di alimentazione è diventato un fatto talmente frequente da rasentare l’ossessione. Esperti in materia si alternano in televisione il cui chiodo fisso è trovare la soluzione per far continuare a mangiare ciò che piace alla gente senza rischiare malattie o obesità. Ognuno propone una sua teoria. Ma tutti stanno molto attenti a considerare prodotti animali alimenti da abolire dalla dieta.
Anche le persone più informate in fatto nutrizionale dimostrano di non avere le idee chiare su quale sia la giusta alimentazione per noi umani e tutta la loro scienza si limita alla riduzione dei quantitativi di quello che viene convenzionalmente consumato, convinti che occorre mangiare un po’ di tutto (ma con moderazione) perché l’essere umano è, considerato, onnivoro.
Le soluzioni proposte dalle infinite diete in circolazione creano confusione da indurre anche i più ben intenzionati al rifiuto di qualunque regola e a continuare a mangiare seguendo il proprio gusto. E così c’è la dieta Atkins che propone il consumo illimitato di proteine e grassi;  la dieta Banting, che favorisce le proteine e bandisce i grassi e gli zuccheri; la dieta Fletcher, che dà importanza ad una lunghissima masticazione;  la dieta Hay, che propone una dieta dissociata; la dieta Mayo, che fa grande uso di uova e frutta escludendo i carboidrati; la dieta Messeguè, ipocalorica e ricca di tisane depurative disintossicanti; la dieta Pritikin, con il consumo di carboidrati complessi; la dieta a Punti, con riduzione drastica di carboidrati; la dieta a Zona e poi le diete ipocolesterolemizzanti, la dieta rotazionale, la dieta ipocalorica, la dieta iposodica, la dieta disintossicante, la dieta dei gruppi sanguigni, la dieta South Beach Diet, ecc. ecc.
A tutto questo si aggiunge la considerazione di molti che tutto inquinato: aria, terra, mare, verdura, frutta ecc. e che tanto vale mangiare quello che si desidera. Secondo me proprio da questo deriva la necessità di indirizzare le proprie scelte per favorire la produzione di alimenti biologici. In ogni caso è bene ricordare che la peggiore frutta è mille volte migliore della migliore bistecca. C’è una differenza abissale tra il tipo ed il quantitativo di inquinanti tra prodotti vegetali e animali. Studi effettuati in tal senso riportano un livello di inquinamento della carne circa 14 volte più dei vegetali. Inoltre, i vegetali, per il loro alto contenuto di acqua e fibra facilitano la veloce espulsione delle sostanze nocive. Mentre i prodotti di derivazione animale (oltre ad essere privi di fibre) contengono non solo gli inquinanti degli alimenti somministrati agli animali, ma le malattie dell’animale stesso, lo stress, la disperazione, l’adrenalina della mattazione, oltre le sostanze tipiche degli organismi in putrefazione: indoli, fenoli, istamina, ammoniaca, putrescina, cadaverina ecc. sostanze riconosciute  cancerogene ecc.
Tutto questo genera tra la gente comune una totale confusione perché si trascura l’aspetto più semplice quanto importante del problema: quello di capire per quale “carburante” è progettata la macchina umana. L’unico vero strumento, chiaro, inconfutabile che ci consente di capire quale è la dieta adatta a noi è quella stabilita dell’anatomia comparata:  gli esseri umani sono frugivori, come le scimmie antropoidi la cui dieta ideale è di frutta, germogli, radici e semi, praticamente la dieta vegan tendenzialmente crudista. Il resto è fumo negli occhi, perdita di tempo e di salute. Di questo ho conferma ogni giorno. Qualunque altro alimento è estraneo al nostro organismo e quindi dannoso. Ridurre il quantitativo delle sostanze inadatte e non previste per noi dalla natura non è sufficiente a scongiurare le molte patologie dovute ad un’errata alimentazione.
In natura i mammiferi si dividono in carnivori, erbivori e frugivori. I carnivori hanno denti, stomaco, succhi gastrici e intestini adatti a consumare fondamentalmente carnami, gli esseri umani no. Gli erbivori hanno denti, stomaco e intestini adatti a consumare fondamentalmente erba, gli esseri umani no. I frugivori hanno, come noi, denti, stomaco e intestini adatti a consumare fondamentalmente frutta.
La struttura anatomica stabilisce chiaramente l’alimentazione cui è programmata ogni specie. L’essere umano, copia dei suoi cugini gorilla, scimpanzé, bonobo e orango, non può essere considerato onnivoro solo perché le circostanze lo hanno obbligato a mangiare di tutto: è come considerare onnivora la mucca costretta negli allevamenti a consumare cereali e farine di animali.

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