I forti venti, che hanno raggiunto
velocità fino a 60 miglia all’ora e tempeste di sabbia, che si sono
verificati la scorsa settimana nella regione di Ica, sarebbero a detta
degli esperti, il motivo della ricomparsa di alcuni nuovi geoglifi delle
linee di Nasca. I geoglifi sono apparsi su due colline situate ai
margini sinistro e destro di El Ingenio Valley, vicino a San Jose e
Pampas di Jumana, dove si concentrano le Linee di Nazca a noi già note e
di fama mondiale. “Si tratta di disegni enigmatici che hanno più di
2.000 anni”, ha detto il ricercatore.
Ha spiegato che uno di questi
rappresenta un “serpente” lungo circa 60 metri per 4 metri di larghezza e
si trova vicino alla famosa immagine del “colibrì”. Herràn dice che
potrebbe trattarsi di un geoglifo Paracas, anche se questo sarà
determinato dagli archeologi. Le altre figure si trovano nella zona del
Changuillo al margine destro della valle di El Ingenio. Si tratta di una
linea a zig-zag accanto a una famiglia di camelidi in alto rilievo e
raggiunge una dimensione di 60 metri di lunghezza e quasi 35 metri di
larghezza. Accanto a questo è visibile un uccello e altre linee.
Herran ci informa che i nuovi geoglifi
sono già georeferenziati, procedura necessaria per essere registrati nel
Registro Nazionale dei Beni Culturali. Questo è importante per evitare
la loro distruzione. Il direttore del Dipartimento di Archeologia e Beni
Culturali Ica, Ruben Garcia Soto, ha definito la scoperta dei geoglifi
come un prezioso contributo alla conoscenza dell’antica Nazca. Sulla
figura del serpente, ha spiegato che sarebbe il petroglifo del periodo
di transizione Paracas-Nazca. Il direttore del progetto archeologico
Nazca e capo della valorizzazione del centro cerimoniale di Cahuachi,
Giuseppe Orefici Pecci, afferma che questa nuova scoperta conferma la
stretta relazione dell’antica Nazca con l’acqua.
Aggiunge inoltre che osservando la
figura di un uccello con le ali aperte e coda corta, sarebbe confermata
la relazione che vecchi coloni occuparono questo deserto arido in epoche
di piogge e dello stretto culto delle acque. In cima alla collina è
chiaramente visibile una figura nota a zig-zag di un periodo successivo,
con un altro uccello, di cui si può notare solo uno degli artigli e la
parte inferiore del corpo. Orefici spiega che l’altra figura è in realtà
una testa di serpente.
Fonte: elcomercio.pe
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