Quando la stampa aveva cominciato a scrivere dei
terribili segreti della “casina gialla”, sembrava che fosse un film
d’orrore e non la realtà sintomatica del dramma del Kosovo. La
Jugoslavia non esiste più. Ci sono però dei testimoni, quelli che
portavano con la forza nel Nord dell’Albania i prigionieri serbi che
invocavano la morte per non essere “fatti a pezzi”, quelli che
prelevavano a questi prigionieri gli organi senza anestesia. Che destino
è stato riservato ai miliziani feriti di Donetsk e Lugansk?
Non
si tratta di denigrare nessuno. Si tratta soltanto di fatti, fatti
scottanti e ripugnanti. La corrispondenza dell’ex avvocato di Yulia
Timoshenko con la chirurga tedesca Olga Wieber e il comandante del
battaglione “Donbass” Semion Semenchenko fa luce sulla terribile realtà
del traffico di organi umani che proprio in questo momento è in atto nel
Sud-Est dell’Ucraina.
Slobodan Despot, scrittore di
origine serbo-croata e direttore della casa editrice Xenia, conosce
molto bene la tragedia dei serbi del Kosovo.
Del
traffico di organi umani in Kosovo ha scritto Carla Del Ponte, che nel
suo libro descrive il lavoro del Tribunale Internazionale per l’ex
Jugoslavia. Tuttavia un’indagine molto più profonda è stata svolta da
Dick Marty, magistrato e deputato svizzero che in seguito ha presentato
il suo rapporto al Consiglio d’Europa. Questo documento conferma il
traffico degli organi che venivano prelevati ai prigionieri (in
prevalenza, serbi pacifici) dai medici dell’UCK (Esercito di liberazione
del Kosovo). Successivamente questi organi, spesso prelevati in
condizioni mostruose, senza anestesia, venivano venduti attraverso una
rete criminale in Turchia e in altri paesi. Gli acquirenti erano persone
che avevano bisogno di trapianto e avevano soldi per pagare. È stato
accertato che in questo traffico erano coinvolti dei funzionari
altolocati, perché altrimenti sarebbe stato impossibile organizzare un
traffico del genere senza attirare attenzione: il trasporto degli organi
richiede un’infrastruttura capillare, rapidità d’azione e conoscenze
professionali che solo poche persone hanno. Nel rapporto si rilevava
anche che la domanda era alta, perché gli organi prelevati venivano
spediti subito in Turchia e in Europa occidentale.
È
probabile che anche in Ucraina stia accadendo qualcosa di simile, ma è
molto difficile prevedere come questa verità, se dovesse essere
confermata, potrà essere portata a conoscenza dell’opinione pubblica.
Ricordiamo che le rivelazioni di Carla Del Ponte non avevano destato
imbarazzo nel mondo occidentale, e pure al deputato svizzero Dick Marty,
che ha rischiato non poco per svolgere la sua indagine, nessuno ha
riconosciuto il merito del lavoro di importanza davvero storica.
Anche
in Ucraina il tutto potrebbe finire avvolto dal silenzio. Primo, perché
questo scenario non corrisponde al copione della crisi ucraina che ha
distribuito i ruoli una volta per sempre. Secondo, perché di mezzo ci
potrebbero essere degli interessi di persone influenti in Occidente che
faranno tutto il possibile per evitare che la verità possa venir a
galla.
Ad ogni modo, esiste il precedente del Kosovo,
dove tutto è stato documentato e confermato con fatti. Ricordiamo che in
quel periodo il curatore del Kosovo, nominato dall’ONU, era Bernard
Kouchner che semplicemente non poteva non sapere di quello che accadeva
nel territorio, molto piccolo, di cui era responsabile. Quando un
giornalista gli ha fatto una domanda sul traffico di organi umani,
Kouchner gli ha consigliato di farsi visitare da uno psichiatra. Con un
simile precedente appare chiaro che l’Occidente negherà fino all’ultimo
persino le prove più ovvie di questo traffico illegale.
/s
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_08/Traffico-di-organi-umani-ombra-di-Jugoslavia-sull-Ucraina-1803/
/s
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_08/Traffico-di-organi-umani-ombra-di-Jugoslavia-sull-Ucraina-1803/
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