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giovedì 7 maggio 2015

Androgino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Adam Qadmon, l'uomo delle origini.
L'androginia è la combinazione e sovrapposizione di un certo numero di caratteristiche fisiche maschili con altre più tipicamente femminili in una stessa persona. Tale "ambiguità" può fondare la propria identità di genere o anche solo lo stile di vita esteriore (ad esempio nel mondo dello spettacolo o della moda).
La parola non è utilizzata in ambito scientifico e non fa in alcun modo riferimento alle modalità di riproduzione o all'orientamento sessuale (pertanto non è neanche sinonimo di bisessualità); viene invece usata per indicare in un individuo la coesistenza di aspetti esteriori, sembianze o comportamenti propri di entrambi i sessi.[1]

Etimologia e definizioni

Il termine androgynus deriva dalla lingua greca antica: ἀνδρόγυνος, da ἀνήρ (anèr: uomo) -genitivo ἀνδρός (andròs)- e γυνή (gyné: donna)[2]; secondo il mito che lo riguarda è un individuo che partecipa della natura di entrambi i sessi.
Androgino è un termine che viene a volte impropriamente usato nel linguaggio moderno come sinonimo di transessuale[1]: questa equivalenza non è esatta, poiché ermafrodito è il termine tecnico che, in zoologia e in botanica, indica la presenza contemporanea in un individuo di apparati e caratteri sessuali maschili e femminili che produce comportamenti differenti a seconda delle specie in cui si manifesta e la modalità riproduttiva tipica delle specie interessate. L'organizzazione riproduttiva delle lumache e delle ostriche, ad esempio, si definisce ermafroditismo (fa riferimento al concetto biologico d'intersessualità fisica) e non androginia.

Identità di genere

In termini d'identità di genere, per quanto riguarda gli esseri umani, androgino è una persona che non si adatta perfettamente ai tipici ruoli di genere di mascolinità-femminilità della società all'interno di cui vive; per descrivere se stesso l'androgino può anche utilizzare i termini "ambigender" o "polygender". Molti androgini si descrivono come esser mentalmente a metà strada fra uomo e donna, ma possono anche identificarsi come totalmente asessuati o agender ovvero privi di genere d'appartenenza, o tra i generi, di genere neutro, genderqueer, multigender, intergendered, pangender o "fluido di genere"[3].

Ruoli di genere

Secondo la psicologa statunitense Sandra Bem - nota per il suo lavoro pionieristico nel campo degli studi di genere, polarizzazione di genere e androginia[4][5] - uomini e donne androgini sono più flessibili, quindi meno radicati nella concezione mentale che vuole una netta separazione tra i poli maschile e femminile[6].


Ermafrodito e la ninfa Salmace un attimo prima di fondersi. François-Joseph Navez (1829)

Nell'antichità

La figura dell'Androgino quale formulazione arcaica della coesistenza di tutti gli attributi, compresi quindi anche quelli sessuali, nell'unità divina e nell'uomo perfetto delle origini[7]; secondo Mircea Eliade raffigura la coincidentia oppositorum, la perfetta unione dei contrari: in una varietà di miti cosmogonici compare l'essere unico androginico, esistente prima della separazione delle cose[8]. Nell'area culturale occidentale l'esempio più famoso di tal concezione è il mito che Platone fa raccontare al commediografo Aristofane nel Simposio.

Mito

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Mito di Aristofane o dell'androgino.
Come detto, nella cultura europea la figura dell'androgino entra con la descrizione che ne fa [il filosofo Platone nel suo Simposio:[1] ed è Aristofane, nel dialogo, che narra di questo terzo genere, non figlio del Sole come gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna, che della natura di entrambi partecipa. Il mito racconta che la completezza autosufficiente rese gli umani così arroganti da immaginare di dare la scalata all'Olimpo, e Zeus (non volendo distruggerli per non privare l'Olimpo dei loro sacrifici), separò ciascuno di loro in due metà, riducendo gli androgini a solo maschio e solo femmina.
Stessa concezione si ritroverà nei teosofi del neoplatonismo e del neopitagorismo, ma anche in molte sette dello gnosticismo cristiano, oltre che nella gnosi ebraica, nella Qabbalah e nell'Alchimia, attraversando il Rinascimento e il Romanticismo: vi era una perfetta unità primitiva dell'essere umano, andata poi perduta.
Di forme diverse da quelle platoniche ha 'Adamo androgino della gnosi ebraica: Adamo ed Eva erano stati creati schiena contro schiena ed uniti per le spalle; poi il Signore li separò con un colpo d'ascia dividendoli in due. Altri pareri vogliono invece che Adamo fosse maschio nella parte destra e femmina in quella sinistra, ma Dio lo divise in due metà[9].
Quella che Elémire Zolla chiama "l'umana nostalgia dell'interezza", mai placata, è la radice e in qualche modo la costrizione all'amore («alla brama e all'inseguimento dell'interezza, ebbene, tocca il nome di amore»).


Disegno dell'androgino di Leonardo da Vinci.

L'androgino come archetipo

In occidente il racconto platonico, la sua persistenza e il suo riuso in culture successive come l'alchimia, segnalano nell'androgino l'archetipo della coincidentia oppositorum.[1] Coincidenza e superamento.
La potenza dell'archetipo fa sì che esso continui a percorrere sotterraneamente tutti i sistemi mitologici che si avvicendano: le divinità cambiano nome, ma segni ed emblemi trascorrono da una all'altra, collegandole:
  • Dioniso, che per essere uno degli dei più antichi del Pantheon greco è tra quelli più ricchi, dal punto di vista archetipico, è spesso rappresentato in forma androgina, ed ha tra i suoi emblemi la pigna, frutto ermafrodita della specie forse più nota e diffusa nel Mediterraneo.
  • androgino è anche Tiresia, il veggente cieco dell'Odissea, divenuto donna per sette anni, dice il mito, per aver assistito al congiungimento di due serpenti sacri (e sappiamo da Delfi come il serpente sia uno dei più antichi simboli delle divinità ctonie, e come, nella forma di Ouroboros - circolare come quella dell'androgino, appunto - rappresenti il globo universale, il tutto, la completezza).

L'androgino nelle religioni

I popoli dell'antichità facevano una netta differenza tra ciò che Mircea Eliade chiama l'"ermafrodito concreto" e l'"androgino rituale". Un neonato che presentasse segni di ermafroditismo era considerato dalla famiglia un segno della collera degli dei, ed immediatamente eliminato, come accadeva per tutti i neonati gravemente imperfetti. La sua unica speranza di scampo, soggettivamente, era di essere accolto nell'ordine del sacro, come vivente rappresentazione della coincidenza degli opposti e figura che riuniva in sé la potenza magica e religiosa di entrambi i sessi, di cui acquisiva i poteri attraverso pratiche rituali. La principale di queste pratiche era il travestimento (il che rende evidente che non era necessario un ermafrodito concreto, per agire il rito).
Ancora oggi, in India, gli ermafroditi sono dei fuori casta, e tuttavia hanno una propria collocazione sociale precisissima: la benedizione degli eunuchi è molto richiesta, ben pagata, e considerata quasi indispensabile ed eccezionalmente efficace in ogni cerimonia: può cacciare gli spiriti malvagi, rendere fertile una donna, dare un buon augurio ai novelli sposi, assicurare alla coppia un figlio maschio. Nella metafisica induista la polarità maschile rappresentata da Śiva, e quella femminile rappresentata da Shakti hanno bisogno, per fondersi, di Ardhanarishvara, l'androgino.
In altre culture, l'androginia è connessa allo sciamanesimo e a riti iniziatici.
Le divinità della fertilità cosmica sono in masima parte androgini, oppure sono femmine un anno e maschi l'anno dopo (ad esempio lo "Spirito della Foresta" degli Estoni). La maggioranza degli dei della vegetazione (Attis, Adone, Dioniso) e delle Grandi Madri (come Cibele) sono bisessuati. Tracce di androginia sono presenti nelle divinità scandinave: Odino, Loki, Tuisto, Nerthus, ecc. Il dio iranico del tempo illimitato, Zervan, è androgino e lo è pure un'antica divinità cinese del sole e dell'oscurità. L'androginia ha il significato di esprimere la coesistenza dei contrari, dei principi cosmologici in seno alla divinità[10].


Rappresentazione medioevale dell'androgino (XII secolo)

L'androgino moderno

Non va mai dimenticato che l'immaginario legato all'androginia mira alla completezza e all'integrazione, non solo sul piano religioso o mistico, ma anche su quello psicologico e dell'immagine. Il risultato è talvolta ambiguo, ma il bisogno è reale, e perdura nel tempo e nelle culture. Nutriti di neoplatonismo e di studi alchemici, gli uomini dell'Umanesimo e del Rinascimento fecero gran conto della figura dell'Androgino.
L'androgino riemerse poi nello spiritualismo mistico che fece da contraltare all'illuminismo a partire dal Settecento, esplodendo poi nel romanticismo, direttamente riferito alla filosofia alchemica. Basti pensare al mondo visionario di William Blake, o al romanzo Séraphîta di Honoré de Balzac; quest'ultimo incentrato proprio sulla figura d'un personaggio androgino i cui caratteri son stati direttamente ripresi dalle teorie filosofico-mistiche di Emanuel Swedenborg.


L'androgino alchemico, da un testo di Michael Maier.

Psicologia

Altri fattori che stanno all'origine del tema dell'androgino sono ad esempio la presenza in natura di esseri dal "sesso indeciso", bisessuati e, nelle varie culture, di tutta la gamma degli stati intersessuali: la loro presenza pone un problema, richiede delle spiegazioni come la richiede l'irriducibile presenza dei due sessi. In particolare nei riti di passaggio è usuale dare largo spazio alla bisessualità; travestimenti in cui un sesso assume le sembianze dell'altro, fino all'operazione detta di sub-incisione per cui il maschio viene simbolicamente dotato dei genitali di entrambi i sessi.
Anche le cerimonie d'iniziazione, i riti funebri e le feste dei culti della fertilità, i riti agrari fino a giungere al Carnevale, contribuiscono tutti ad invertire provvisoriamente i sessi. Possedere per sé entrambi i sessi è una fantasia ricorrente, dai sogni ai racconti del folklore, esiste nelle creazioni artistiche e negli studi alchemici[11].
Anima e animus, cioè l'essere umano si trova ad essere contemporaneamente duplice, oscillante tra le due forze polari di una totalità la quale cerca di ricostituirsi. Carl Gustav Jung, il fondatore della psicologia analitica, presenta nelle sue opere con particolare insistenza il tema dell'androgino: il Sé-Selbst presuppone la coesistenza di animus (maschile nella donna) e anima (femminile nell'uomo). In "Psicologia del transfert" Jung passa in rassegna tutta una serie di simboli alchemici in cui l'alchimista cerca di ridurre il due a uno, attraverso innumerevoli procedure: il lapis o pietra filosofale che ottiene, il rebis (res bina-cosa doppia) e l'homunculus, sono androgini. Da qui l'autore giunge anche all'idea di androginia di Cristo, l'anima Christi che vive nel corpus mysticum della Chiesa.
Per Georg Groddeck, lo narra nel suo Il libro dell'Es, esistono persone che possiedono un Es il quale a volte non è ben cosciente se è maschio o femmina.

Per Sigmund Freud invece un certo grado di "ermafroditismo fisico si può trovare in larga parte indipendente da quello psichico" e la constatazione che "in tutte le persone è possibile rintracciare un grado assai considerevole di omosessualità latente o inconscia" (Opere, vol IX pag 148 e 165). Ma l'androgino che, contiene certo qualche elemento di omosessualità, è più che altro un "fantasma sessuale" o asessuato; rappresentazione ricorrente in molteplici forme nella storia umana.
Nel saggio del 1910 intitolato "Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci" nota come nelle opere della maturità di Leonardo da Vinci le figure androgine sono tutti "giovani di bell'aspetto, di una delicatezza femminea, dalle forme effeminate; non abbassano gli occhi ma guardano in modo misteriosamente trionfante, quasi sapessero di una grande felicità vittoriosa della quale è obbligo tacere. Il familiare sorriso ammaliatore fa sospettare un segreto d'amore".

Letteratura

La modernità dispone, abbiamo visto, del recupero degli archetipi nella psicologia analitica junghiana[1] e inoltre di saggi o trattati, ma anche romanzi, sull'androgino. Fra questi ultimi si vedano:
Per tutto il XIX secolo l'androgino è largamente presente. Johann Wilhelm Ritter, di professione fisico e chimico ed amico di Novalis, rivalorizza teoricamente l'androgino quale uomo perfetto dell'avvenire, ciò probabilmente sulla scia di Jakob Böhme[12]. Nel 1829 Henry de Latouche con "Fragoletta" e nel 1835 Honoré de Balzac con Seraphita la figura androginica così cara alla mistica s'incarna compiutamente in personaggio letterario. Il nome di Seraphita dato da Balzac al suo androgino è un evidente richiamo ai serafini, la più alta gerarchia angelica e la più ardente d'amore divino: quest'essere, dice l'autore, aveva lo strano potere d'apparire sotto due forme distinte, di donna agli uomini e di uomo alle donne.
In seguito, conformemente ai dettami del decadentismo, il sesso androgino diviene sesso artistico per eccellenza; Joséphin Péladan, una sorta di scrittore-mago, dedica ad esso molti volumi della sua ponderosa opera: considera l'androgino trovarsi nel punto più alto dell'espressione amorosa, e conclude che androgino per esser ugualmente Tristano e Isotta (Teoria amorosa dell'androgine)[13].
Nella prima metà el '900 il mito compare nella Terra desolata (1922) di Thomas Eliot nella persona di Tiresia; nel L'uomo senza qualità (1930-33) di Robert Musil invece pervade da cima a fondo l'amore (forse incestuoso) tra fratello e sorella dei due protagonisti, Ulrich e Agathe. Fin da bambino il ragazzo aveva desiderato d'esser una fanciullina: "A quel tempo ne sapeva così poco di uomo e donna che a cosa non gli pareva del tutto impossibile" (Vol II, pag 29). Un giorno d'improvviso Agathe domanda al fratello se questi conosca il mito che Platone riporta, "Adesso le disgraziate metà fanno ogni sorta di sciocchezze per ricongiungersi... ma non vi riescono, ché nessuno sa qual è, fra le tante che vanno attorno, la metà che gli manca. Ne agguanta una che gli par quella giusta... Se ne è nato un bimbo, le due metà credono di essersi fuse nel figlio; ma invece non è che una terza metà... Così l'umanità continua a dimezzarsi" (Vol II, pag 272 ecc).

L'Androginia Oggi[non chiaro]

L'immagine contemporanea dell'androgino s'impernia soprattutto su figure femminili: dai preraffaelliti a Klimt, da Greta Garbo a Sarah Bernhardt, alla popolare indossatrice Twiggy che fra il 1967 e il 1969 condannò le donne all'estetica del pelle-e-ossa o a personaggi italiani come Rita Pavone che fu addirittura scritturata per interpretare il ruolo maschile di Gian Burrasca, e, di recente, come l'attrice Katherine Moennig.
Nell'immagine maschile, appena superata l'adolescenza, l'estetica dell'androgino mette in risalto soprattutto l'effetto travestimento, e il risultato non sembra più alludere alla completezza, ma piuttosto al doppio mancante. Tuttavia in questo versante maschile si può citare l'ex attore Jaye Davidson, il cantante Bill Kaulitz, il cantante rock David Bowie che negli anni settanta impersonò l'alieno ambiguo e androgino Ziggy Stardust, uno dei suoi personaggi di maggiore successo, che contribui' a farlo entrare nell'olimpo del rock. Nella moda il primo modello a lanciare l'era degli androgini è stato Roger Garth, un altro esempio di androginia è stato successivamente il modello Andrej Pejic, il quale prima di diventare donna tramite interventi chirurgici ed una lunga cura ormonale sfilava con successo sia in abbigliamento maschile che femminile.
Oggigiorno certe persone rivendicano l'androginia come identità di genere, cioè per una persona che non si sente né totalmente uomo o donna né transessuale, ma qualcosa fra i due, con una mescolanza di caratteristiche tradizionalmente maschili o femminili.
Anche in altre culture vi sono androgini moderni. Ad esempio nella musica giapponese lo stile estetico dei musicisti della corrente visual kei si basa su una immagine prettamente androginia; tra questi vi sono Moi Dix Mois, X Japan, Dir en Grey, Miyavi. Mana, oltre ad essere un musicista di spicco coi Malice Mizer, è anche uno stilista molto rinomato per le sue influenze sulla Gothic Lolita, una moda giapponese molto in voga tra le teenager.
Ci sono anche personaggi di fantasia androgini in molti anime e manga, come Jasdebi in D.Gray-man, Leo in Tekken 6, Deidara e Haku (Naruto) in Naruto o Karuto della Brigata Fantasma, Neferupito delle Formichimere e Kurapika in Hunter x Hunter. Hideyoshi Kinoshita è un esempio lampante di androginia nel manga Baka To Test uscito per Shoukanjuu Ni; così come l'homunculus Envy in Fullmetal Alchemist.

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