Un film veramente meraviglioso, emozionante, poetico, pieno di dialoghi profondi mai banali, insomma un film di un Giuseppe Tornatore che qui troviamo molto ispirato.
Novecento è un orfanello "nato" in una nave, la Virginia (deriva forse da vergine?), trovato e cresciuto da un nero che lavora nella sala motori tra il caldo e il carbone. Novecento per la società non esiste poiché mai scenderà da quella nave che diviene a tutti gli effetti la sua casa. Cresce in mezzo a migliaia di persone che salgono e scendono dalla nave, ben presto diventa un simbolo in quanto il suo straordinario talento come pianista, anima ed affascina tutti i passeggeri di prima e terza classe. Diventa il suo miglior amico il trombettista che ad un certo punto gli dice di farsi una vita a terra dove sicuramente godrebbe di miglior successo, invece di vivere per sempre in mezzo all'oceano. Suonando scopre inoltre che riesce a leggere la vita delle persone solo guardandole. Incontra poi un signore fisarmonicista che gli raccontò in breve la sua storia, molto simile alla sua, ma con la differenza che lui ha avuto il coraggio di andarsene dalla casa dove viveva. Tempo dopo conosce una bella ragazza che poi scoprì essere la figlia del fisarmonicista, fu incantato dalla sua bellezza e scambiando pochissime parole con lei si fece dare l'indirizzo di suo padre che stava andando a trovare. Tempo dopo, spinto forse dal suo amico o dal desiderio di trovare questa affascinante ragazza, Novecento decide di lasciare la Virginia per farsi una nuova vita, ricominciare da zero. A metà scaletta però si blocca, guarda l'enorme città senza confini, coi grattacieli e con le mille strade, si rigira e torna a bordo per sempre. La sua casa è quella nave e dopo un periodo di riflessione realizza che sarebbe per sempre vissuto li, qualsiasi cosa accada. Il suo migliore amico trombettista però un giorno se ne va a farsi una vita a "terra" ma senza troppa fortuna, si ritrova senza soldi e così decise di ritrovare Novecento nella Virginia, ormai prossima alla demolizione per i danni causati dalla guerra. Dopo molte inutili ricerche sulla nave "fantasma", fece suonare il grammofono con un disco registrato dallo stesso Novecento anni prima (non svelo i dettagli) e magicamente spuntò fuori per parlare un'ultima volta con l'amico. Il trombettista felicissimo di averlo ritrovato lo invita a lasciare la sua casa galleggiante perché ormai prossima alla demolizione, ma anche questa volta il pianista decide di non andarsene. L'amico, piangendo, se ne va accettando le volontà di Novecento. La nave salta in aria e il film, un po' tragicamente, si conclude.
Considerazioni personali:
Novecento ha avuto ben due grandi possibilità di rifarsi una nuova vita nella terra ferma, una con la ragazza di cui si era invaghito e la seconda con il suo amico. Nella scaletta pensavo che seguisse il suo cuore e invece ha seguito la sua incalcolabile (troppa?) passione per il pianoforte e la sua casa galleggiante.
Una morale (alternativa?) forse si racchiude in questa frase:
"cambiare è possibile e non è MAI troppo tardi... e seguire sempre, sempre, sempre il proprio cuore!"
In ogni caso "La leggenda del pianista sull'oceano" ci regala dialoghi intensi che arrivano direttamente all'anima. Un gran film da vedere e rivedere... nei dettagli ;)
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