Di Nicole Boudreau, per gentile
concessione della rivista “Scienza e Conoscenza”
La
sovrabbondanza è all’origine dei nostri mali peggiori e comporta costi
esorbitanti:
quando digiuniamo, il nostro organismo si ripara, guarisce e torna sano
Benché
la tavola ne abbia uccisi più della spada, si preferisce mangiare piuttosto che
digiunare; l’astinenza, anche se terapeutica, è poco popolare nell’era dei
consumi. Quindi, come ha detto Louis-Ferdinand Céline, medico e scrittore, la
nostra società è alle prese con l’«epidemia di malattie da pancia piena». La
sovrabbondanza è all’origine dei nostri mali peggiori e comporta costi
esorbitanti.
Siamo malati per l’essere diventati troppo
“civili”.
La malattia è divenuta
un’istituzione redditizia. I collutori, i deodoranti, i cosmetici, le medicine,
gli interventi chirurgici e le dentiere sono ormai mezzi diffusissimi per
rendere belle le persone colpite da malattia. Migliaia di prodotti per
abbellire, calmare, amputare e drogare il corpo intossicato ci vengono offerti
dalla scienza, che speriamo ci salverà dall’«epidemia di malattie da pancia
piena». Infine, malgrado i progressi della tecnologia, stiamo ancora usando
droghe per curare, ovvero lenire, le sofferenze delle persone malate.
È
possibile curare le malattie del consumismo con una forma ulteriore di consumo,
quella delle medicine?
Secondo Céline, le persone sovralimentate dovranno, prima o poi, cambiare abitudini o scoppiare a loro spese. Se scelgono di cambiare, i sovralimentati dovranno reimparare a digiunare.
Secondo Céline, le persone sovralimentate dovranno, prima o poi, cambiare abitudini o scoppiare a loro spese. Se scelgono di cambiare, i sovralimentati dovranno reimparare a digiunare.
In effetti, il digiuno ricorda
l’oscillazione del pendolo: all’abbondanza segue l’astinenza terapeutica.
Digiunare vuol dire riposare completamente per contrastare il logorio e
conservarsi in forze. Il corpo a digiuno è attivamente impegnato a
disintossicarsi e a riparare i propri tessuti, allo scopo di estrarvi alimenti
da riciclare.
Gli
stomaci ulcerati, le cartilagini artritiche, i reni litiasici, i polmoni
incrostati, il sangue anemico, le vene arteriosclerotiche, le pelli acneiche, le
ossa porose, le ghiandole mal funzionanti o i tessuti infiammati si rigenerano
durante un riposo dalla vita attiva. In altre parole, quando digiuniamo, il
nostro organismo si ripara, guarisce e torna sano.
Perché il digiuno fa bene
Quando si digiuna, ci si astiene completamente dal cibo; non si mangia, non si fuma e si beve acqua a volontà. Il digiuno integrale non è un regime ipocalorico, una dieta a base di frutta o una dieta liquida; non si consumano vitamine, zuccheri, tanto meno proteine o grassi. Si digiuna per davvero: non si mangia assolutamente niente.
Si tratta di una cura che può sembrare sorprendente. Chi di noi non ha avuto una nonna affettuosa che diceva: «Mangia un poco, ti fa bene»? Molte persone credono di diventare deboli o malate se non mangiano più. Ed ecco che il digiuno viene presentato come una terapia: perché?
Quando si digiuna, ci si astiene completamente dal cibo; non si mangia, non si fuma e si beve acqua a volontà. Il digiuno integrale non è un regime ipocalorico, una dieta a base di frutta o una dieta liquida; non si consumano vitamine, zuccheri, tanto meno proteine o grassi. Si digiuna per davvero: non si mangia assolutamente niente.
Si tratta di una cura che può sembrare sorprendente. Chi di noi non ha avuto una nonna affettuosa che diceva: «Mangia un poco, ti fa bene»? Molte persone credono di diventare deboli o malate se non mangiano più. Ed ecco che il digiuno viene presentato come una terapia: perché?
Digiunando, si cessa di
apportare alimenti al corpo; quest’ultimo deve dunque sviluppare una nuova
strategia per avere energia, poiché è continuamente alla ricerca di carburante e
materie per sopravvivere. La sua strategia è rivolgersi alle riserve: ispeziona
tutti i tessuti per inventariare i grassi, le proteine, le vitamine e i minerali
di riserva che può usare senza farsi del male. Elenca e distrugge i tessuti
usurati, danneggiati o in eccesso, riciclando le parti riutilizzabili ed
eliminando le scorie nocive.
Che cos'è l'autolisi
Questo processo di distruzione dei tessuti usurati, danneggiati o in eccesso viene chiamato autolisi, talvolta autofagia. I tessuti malati distrutti sono sostituiti da tessuti nuovi creati dall’organismo stesso. Chi dice autolisi dice dunque ringiovanimento.
Insomma, il corpo “si mangia da solo”, per rigenerarsi. È un processo sorprendente, ma inevitabile. Il nostro corpo non potrebbe produrre tessuti nuovi senza prima eliminare quelli danneggiati: non si edifica il nuovo sul vecchio. Ma la cosa migliore è che il corpo ricicla i componenti dei tessuti che sottopone ad autolisi, nutrendosene. Ecco un ottimo esempio di riciclo ecologico!
Questo processo di distruzione dei tessuti usurati, danneggiati o in eccesso viene chiamato autolisi, talvolta autofagia. I tessuti malati distrutti sono sostituiti da tessuti nuovi creati dall’organismo stesso. Chi dice autolisi dice dunque ringiovanimento.
Insomma, il corpo “si mangia da solo”, per rigenerarsi. È un processo sorprendente, ma inevitabile. Il nostro corpo non potrebbe produrre tessuti nuovi senza prima eliminare quelli danneggiati: non si edifica il nuovo sul vecchio. Ma la cosa migliore è che il corpo ricicla i componenti dei tessuti che sottopone ad autolisi, nutrendosene. Ecco un ottimo esempio di riciclo ecologico!
Il corpo
a digiuno si dedica quindi a una vasta operazione di rinnovamento per ricavare
dalle sue strutture usurate e danneggiate substrati che riciclerà per nutrirsi.
Oltre alla stimolazione dell’autolisi dei tessuti, il digiuno accelera la
pulizia dei vasi sanguigni, delle cellule e dell’ambiente nel quale queste
ultime nuotano (l’ambiente interstiziale). Il grasso nocivo, gli scarti chimici,
i cristalli di acido urico e i residui del lavoro cellulare che provocano il
sovraffaticamento sono digeriti dalle cellule alla ricerca di nutrimento, e
riciclati. Le tossine non riciclabili sono semplicemente neutralizzate e
successivamente eliminate.
Insomma,
il digiuno è una seduta intensiva di riparazione e depurazione dell’organismo.
Nella nostra vita di tutti i giorni, mangiamo e assimiliamo cibo regolarmente.
Digiunando, il corpo non assimila più: disassimila ed elimina a tempo pieno le
riserve, le scorte e i tessuti danneggiati. Investe le sue energie nel rinnovo e
nella riparazione di tutte le funzioni biologiche.
Il digiuno fa dunque da
contrappeso al sovraffaticamento della vita moderna. Il riposo da esso provocato
assicura il riequilibrio del nostro metabolismo, esasperato dal
sovraffaticamento, dal consumo eccessivo e dall’alterazione chimica
dell’ambiente.
Nell’articolo integrale su
Scienza e Conoscenza n. 48 scoprirai anche:
Come digiunareCome rigenerare l'apparato digerente
Come perdere peso far scomparire la cellulite
Gli effetti benefici del digiuno
Il digiuno: una tavola operatoria senza bisturi
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