Visitatrice: Sono una pittrice e vivo facendo questo mestiere. La pittura può avere un valore spirituale?
Maharaj: A cosa pensi mentre dipingi?
V. Mentre dipingo, sono sola con la mia pittura.
M. E tu che fai?
V. Dipingo.
M. Non è vero. Vedi che si sta formando un quadro. Tu non fai altro che osservare, tutto il resto accade.
V. Vuoi dire che il quadro si dipinge da sé? Oppure che c’è un ‘me’ più profondo, o un qualche dio, che dipinge?
M. La coscienza è il più grande dei pittori. Il mondo intero è un quadro.
V. Chi ha dipinto il mondo?
M. Il pittore è nel quadro.
V. Il quadro è nella mente del pittore e il pittore è nel quadro, che a
sua volta è nella mente del pittore il quale è nel quadro. Non è
assurda questa serie infinita di stati e dimensioni? Nel momento in cui
parliamo di quadro nella mente che a sua volta è nel quadro, arriviamo a
un’infinita successione di testimonianze, il testimone superiore che
testimonia l’inferiore. È come trovarsi tra due specchi e stupirsi per
la folla!
M. Diciamo meglio che ci siete tu e i due specchi. In mezzo ci sono innumerevoli nomi e forme da te creati.
V. Ma tu come vedi il mondo?
M. Vedo un pittore che dipinge un quadro. Il quadro lo chiamo mondo, il
pittore lo chiamo Dio. Io non sono nessuno dei due. Non creo e non
vengo creato. Contengo tutto, niente mi contiene.
V. Quando vedo
un albero, un viso o un tramonto, è un quadro perfetto. Se invece chiudo
gli occhi, l’immagine che ho in mente è indistinta e appena
percettibile. Se è la mente a proiettare il quadro, perché devo aprire
gli occhi per vedere un bel fiore, mentre a occhi chiusi ne ho
un’immagine vaga?
M. Perché i tuoi occhi esterni sono migliori
del tuo sguardo interiore. La tua mente è tutta rivolta all’esterno.
Quando imparerai a osservare il tuo mondo mentale, lo troverai anche più
colorato e armonioso di quello che ti fa vedere il corpo. Ovviamente ti
servirà un po’ di pratica, ma perché discuterne? Tu immagini che il
quadro provenga dal pittore che l’ha dipinto. Sei sempre in cerca di
origini e cause. La causalità è solo nella mente: la memoria dà
l’illusione della continuità e la ripetitività crea l’idea della
causalità. Quando dei fatti accadono ripetutamente e in sequenza,
tendiamo a pensare che tra loro ci sia un nesso causale. Ciò crea
un’abitudine mentale, ma le abitudini non sono necessità.
V. Prima hai detto che il mondo è creato da Dio.
M. Ricorda che il linguaggio è uno strumento della mente; è creato
dalla mente per la mente. Se ammetti che c’è una causa, allora Dio è la
causa ultima e il mondo ne è l’effetto. Sono diversi, ma non separati.
V. C’è gente che dice di aver visto Dio.
M. Quando vedi il mondo, vedi Dio. Non si può vedere Dio senza il
mondo. Oltre il mondo, vedere Dio è essere Dio. La luce tramite la quale
vedi il mondo, che è Dio, è la minuscola scintilla dell’io sono’:
apparentemente è molto piccola, eppure è la prima e l’ultima in ogni
atto di conoscenza e di amore.
V. Per vedere Dio, devo vedere il mondo?
M. Non c’è altro modo. Nessun mondo, nessun Dio.
V. Non rimane altro?
M Rimani tu, il puro essere.
V. E che ne è di Dio e del mondo?
M. Sono anch’essi puro essere Cavyakta).
V. E come dire il Grande Spazio (paramàkàsa)?
M. Puoi chiamarlo anche così. Le parole non contano, perché non lo
afferrano. Se ci provano, vengono riportate alla negazione totale.
V. Che significa vedere il mondo come Dio, e come posso vederlo?
M. E come entrare in una stanza buia. Non vedi niente, né i colori né i
contorni. Puoi solo andare a tastoni. Poi si apre una finestra e la
stanza è inondata di luce. Appaiono i colori e le forme* È la finestra a
dare la luce, ma non ne è la sorgente. La fonte della luce è il sole.
Analogamente, la materia è come la stanza buia; la coscienza, ossia la
finestra, inonda la materia di sensazioni e percezioni; il Supremo è il
sole, la fonte della materia e della luce. La finestra può essere chiusa
o aperta, ma il sole splende sempre e comunque. La differenza è per la
stanza, non per il sole. Eppure, tutto ciò è di
secondaria
importanza rispetto a quella minuscola particella chiamata ho sono’.
Senza l’io sono’ non c’è niente. Ogni conoscenza si riferisce a esso. Le
false idee sull’io sono’ conducono alla schiavitù, la giusta conoscenza
porta alla libertà e alla felicità.
V. ‘Io sono’ e ‘c’è’ sono la stessa cosa?
M. L’io sono’ denota l’interiorità, il ‘c’è’ mostra l’esteriorità. Entrambi si basano sulla sensazione di essere.
V. Con ‘sensazione di essere’ intendi l’esperienza di esistere?
M. Esistere significa essere qualcosa, un oggetto, una sentimento, un
pensiero, un’idea. Ogni esistenza si riferisce a qualcosa in
particolare. Soltanto l’essere è universale, nel senso che ogni essere è
compatibile con ogni altro essere. Esistenza significa divenire,
mutare, nascere e morire per poi rinascere, mentre nell’essere c’è la
pace del silenzio.
V. Se sono io il creatore del mondo perché l’ho fatto così brutto?
M. Ognuno vive nel proprio mondo. Non tutti i mondi sono ugualmente buoni o cattivi.
V. Cosa li rende differenti?
M. La mente che proietta il mondo lo colora a modo suo. Quando incontri
un uomo, per te è un estraneo. Quando lo sposi, diventa una parte di
te. Quando ci litighi, diventa un nemico. E l’atteggiamento della tua
mente che determina ciò che lui è per te.
V. Riesco a capire che il mio è un mondo soggettivo, ma è anche illusorio?
M E illusorio finché è soggettivo, ma solo in quel caso. La realtà è nell’og- gettività.
V. Che significa oggettività? Hai detto che il mondo è soggettivo e adesso parli di oggettività. Non è tutto soggettivo?
M. Tutto è soggettivo, ma la realtà è oggettiva.
V. In che senso?
M. Nel senso che non dipende da ricordi e aspettative, desideri e paure, attrazioni e repulsioni. Tutto viene visto così com’è.
V. E questo che chiami il‘quarto stato’ {turìya)ì
M. Chiamalo come vuoi. E uno stato reale, stabile, immutabile, senza inizio né fine, sempre nuovo nel presente.
V. Come lo raggiungo?
M. Ti ci porterà l’assenza di desideri e di paure.
Sri Nisargadatta Maharaj
fonte
"Per sapere chi sei, devi prima sapere chi non sei, prosciugherai così il mare dell'illusione e troverai la vera essenza del Sé nel vento, nessun desiderio e paura ma Amore incondizionato."
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lunedì 11 maggio 2015
La realtà è nell'oggettività (Dal libro "Io Sono Quello" di Nisargadatta Maharaj)
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