Un medico, che consiglia di mangiare la carne e il pesce, è una persona che non si è aggiornata da 20 anni, perché, se fosse a conoscenza delle statistiche relative ai danni relativi alle carni di terra e di acqua, non la consiglierebbe.
Pertanto, o non ne è a conoscenza, o è in malafede.
E, quando pretende di allinearsi con la moda nutrizionale del momento, e cita ad esempio a pappagallo le portentose qualità degli Omega-3, caratteristici (ed è già falso) della carne e soprattutto del pesce, abbocca all’amo delle multinazionali.
Prende così un ulteriore abbaglio perché:
1) Gli Omega-3, o acidi grassi polinsaturi stanno perfettamente in tutte le verdure amidacee e grasse tipo radici e cavoli, aloe ed erba porcellana (diffusa nei campi e negli orti), valerianella e spinaci, e in tutti i frutti tipo zucchine, zucche, avocado e in tutti i semi e nella frutta secca.
2) Gli Omega-3 della carne e del pesce, sottoposti normalmente a conservazioni e a cottura, diventano materiale mediocre, inquinante, velenoso e soprattutto privo dei micro-nutrienti indispensabili per la digestione, come succede del resto con tutti i cibi cotti, con l’aggravante che qui i grassi insaturi diventano pure saturi, e dunque velenosi.
3) Gli Omega-3 di origine animale, sono caratterizzati da prostaglandine PG (sostanze proteiche ormonesimili associate agli acidi grassi) di tipo II-negativo, le quali, anche crude, sono inadatte, non assimilabili e pertanto negative e dannose per la salute umana.
A differenza ovvia dagli Omega-3 di origine vegetale, disegnati sull’uomo, e caratterizzati da prostaglandine PG di tipo I-positivo e III-positivo, assimilabili senza scorie e quindi preziose per l’organismo umano.
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