Tra
i cereali integrali il più importante per la sua azione
antifiammatoria è il riso. Quando si acquista conviene dare la
preferenza a quello biologico perché, essendo in esso presente il
germe e la crusca, a differenza del riso bianco che ne è privo, è
più facile che i pesticidi vengano assorbiti dal chicco.
Gran
parte delle malattie e delle condizioni di malessere si associano
infatti a uno stato infiammatorio, e sarebbe estremamente utile, in
caso di patologie in atto, ma anche solo a scopo preventivo,
osservare una dieta antinfiammatoria, che riduca cioè i cibi che
favoriscono l’infiammazione e favorisca quelli capaci di attenuarla
o addirittura spegnerla.
Quando c’è uno stato infiammatorio acuto è addirittura consigliabile assumere solo riso integrale per alcuni giorni, meglio se stracotto e passato per formare una crema, da condire con semi di lino o semi di zucca tritati.
Quando c’è uno stato infiammatorio acuto è addirittura consigliabile assumere solo riso integrale per alcuni giorni, meglio se stracotto e passato per formare una crema, da condire con semi di lino o semi di zucca tritati.
I
principali alimenti pro infiammatori sono invece i cibi di
provenienza animale (eccetto il pesce, per la presenza di omega–
3), in particolare i prodotti animali ricchi di grassi (carni,
insaccati, formaggi). Gli zuccheri semplici e in generale tutti gli
alimenti che innalzano il tasso di zuccheri nel sangue predispongono
anch’essi all’infiammazione. Secondo alcuni anche patate e
solanacee avrebbero questo stesso effetto.
Raccolta, lavorazione e utilizzazione
Raccolta, lavorazione e utilizzazione
Il
riso ben maturo si raccoglie con mietitrebbiatrici simili a quelle
usate per gli altri cereali. Quali prodotti finali si ottengono il
risone,
cioè le cariossidi rivestite dalle glumelle, e la paglia, usata come
lettiera. Il risone viene conservato al 12-14% di umidità, previa
essiccazione artificiale. Viene sottoposto
ad una prima pulitura e quindi alla sbramatura,
che consiste nell’asportazione delle glumelle. Il risone
decorticato subisce
poi la sbiancatura,
cioè l’asportazione degli strati più esterni e del germe; questa
operazione procede per gradi, attraverso il passaggio in 3-4 macchine
sbiancatrici, dando origine a diverse classi di prodotto fino ad
ottenere il riso raffinato,
che può essere ulteriormente trasformato in:
- riso camolino, trattato con olio di lino o di vaselina;
- riso brillato, trattato con olio, talco e glucosio.
Il riso
così ottenuto è pronto per essere consumato; tuttavia, essendo
esclusivamente amilaceo, povero di proteine, sali minerali, grassi e
vitamine, non può essere considerato un alimento completo. La
paraffina usata per la brillatura può essere dannosa per la mucosa
gastrica e il silicato di magnesio contenuto nel talco è sospetto
cancerogeno per lo stomaco. I
sottoprodotti del riso, oltre la paglia, sono la lolla,
costituita dalle glumelle (liberate con la sbramatura) e utilizzata
come combustibile o materiale isolante, la pula,
il farinaccio
e la gemma
che residuano dalla sbiancatura e sono destinati all’alimentazione
animale.
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