di redazione Blitz
Raggiunti dal Corriere della Sera, i futuri Lazzaro raccontano sogni e fantasie sulla loro vita futura:
“Farsi ibernare è come giocare la schedina – dice Vitto Claut che già si immagina la vita nei prossimi secoli – Se esiste anche una sola possibilità di tornare al mondo, non voglio certo sprecarla. Vivremo sotto terra, in un pianeta senz’acqua e senza piante, ci nutriremo di pillole e andremo su Marte per il week end. Rinascerò fra 300 anni, sono sicuro, ma tra la morte clinica e la resurrezione saranno passati in realtà pochi istanti. E quando rinascerò, sarò a metà della vita: se nel 1300 la vita media delle persone era di 40 anni e oggi è di 80, fra 400 anni la vita media sarà di 160 anni e io potrò vivere altri 80 anni”.Sono pure consapevoli della spesa azzardata che stanno per compiere:
“Se morirò precipitando con l’aereo – spiega Chirico – e il mio corpo sarà irrecuperabile, in quel caso niente ibernazione e la società si tiene tutto quello che ho già versato usandolo per la ricerca. Per me la vita è qualcos’altro di più che un viaggio dalla sala parto all’obitorio. La soluzione al problema della morte esiste eccome. Ho aspettato tutta la vita per morire e allora… perché non dovrei aspettare tutta la morte per poter rivivere?”.Per loro è anche un modo per esorcizzare la paura più atavica: quella della morte. Definitiva e invalicabile. Non li preoccupano le poche certezze scientifiche, quasi nulle. Alle quali si aggiungono altri dubbi. Man mano che ci si allontana dalle strutture, ad esempio, i tempi per il trasporto verso la criopreservazione diventano più approssimativi. Tanto che qualche anno fa partì un progetto di residence pre-morte per i clienti, vicini alle strutture. Il processo di ibernazione deve essere veloce, per evitare la decomposizione del corpo: entro due minuti dalla morte clinica. Inoltre, non ci sono garanzie sulla solidità finanziaria delle stesse società. Alcune, vere e proprie fondazioni, ricevono finanziamenti volontari oltre alle entrate che arrivano dalla sottoscrizione dei contratti. Nel caso di un fallimento economico, i corpi potrebbero finire dall’azoto liquido al terreno.
Il fenomeno tuttavia è in espansione: tra gli europei il maggior seguito si registra in Inghilterra e Germania. Oltre alle due società già esistenti da anni negli Usa, la Alcor ed il Cryonic Institute, ne è nata anche una in Russia, la Cryorus. Le prenotazioni sono già 2 mila.
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