La fluorescenza prodotta dall'idrogeno eccitato dalla radiazione di un
quasar ha permesso a un gruppo di astrofisici, fra cui tre italiani, di
osservare per la prima volta la gigantesca ragnatela di filamenti di
materia che si estendono fra le galassie
(red)
Per
la prima volta è stata osservata un'immensa rete di filamenti cosmici
fra galassie, resa visibile dall'illuminazione fornita da un quasar noto
con la sigla UM 267. La scoperta è di cinque astrofisici – tre dei
quali italiani: Sebastiano Cantalupo e Piero Madau, attualmente
all'Università della California a SantaCruz, e Fabrizio
Arrigoni-Battaia, del Max-Planck-Institut per l'astronomia a Heidelberg -
che ne riferiscono su “Nature”.
Le
simulazioni al computer condotte sulla base del modello cosmologico
standard per la formazione delle grandi strutture nell'universo
prevedono che fra le galassie si estenda una vera e propria ragnatela
cosmica di materia, all'84 per cento costituita da materia oscura
invisibile. Tuttavia, finora nessuno di questi filamenti era mai stato
osservato, ma solamente alcuni suoi presunti "nodi", ossia punti di addenzamento dei gas detti anche "galassie oscure".
Ora,
sfruttando il telescopio da dieci metri del WM Keck Observatory alle
Hawaii, Cantalupo e colleghi sono riusciti nell'impresa grazie al
contributo di una potente sorgente quasar – un nucleo galattico attivo
che emette radiazioni intense alimentate da un buco nero supermassiccio
al centro della galassia - che, illuminando il gas di idrogeno
intergalattico circostante alla galassia che lo ospita, ha reso
possibile ai ricercatori l'osservazione della fluorescenza – costituita
propriamente dalla cosiddetta radiazione Lyman alpha – emessa
dall'idrogeno colpito dalla radiazione quasar.
Secondo i calcoli
dei ricercatori, la struttura cosmica identificata si estende per 460
kiloparsec (un kiloparsec corrisponde a circa 3262 anni luce): "Si
tratta di un oggetto decisamente eccezionale: è enorme, almeno due volte
più grande di qualsiasi nebulosa rilevata in precedenza, e si estende ben oltre l'ambiente galattico del quasar”, ha detto Cantalupo.
I
ricercatori hanno stimato la quantità di gas nella nebulosa essere
almeno dieci volte superiore a quanto previsto dai risultati di
simulazioni al computer: “Pensiamo che nei piccoli addensamenti
all'interno della rete cosmica ci possa essere più gas di quello che
vediamo nei nostri modelli”, ha detto Cantalupo. “Queste osservazioni
stanno sfidando la nostra comprensione del gas intergalattico e ci
offrono un nuovo 'laboratorio' per testare e perfezionare i nostri
modelli."
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