Per gli Inca la Valle di Urubamba era la porta della foresta, l’antisuyu. Il fiume che l’attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu (Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato Wikklan Uta (Casa del Sole o Casa Sacra).
Il culto solare era, quindi, ancestrale nella zone. La fondazione di
Machu Picchu risalirebbe proprio all’epoca del governo di Pachacutec ,
il primo Inca a lasciare Cusco per conquistare nuove regioni,
assoggettando la Valle di Urubamba, che divenne l’insediamento
privilegiato della nobiltà Inca.
Tale ipotesi è avvalorata dalla
datazione del carbonio 14, dalla fattura della ceramica e dalla totale
assenza di evidenze archeologiche pre-Inca. Machu Picchu, che in
spagnolo significa “Vetta Antica”, si trova in Perù, nel Parco Archeologico di Machu Picchu, nella foresta amazzonica;
è situata a 112, 5 km a nord-est della città di Cusco, che fu capitale
dell’Impero Inca, a oltre 2350 m. di altitudine, e la sua estensione
raggiunge quasi 1 km. Attorno alla “città perduta” degli Inca, così
chiamata poiché è rimasta celata al mondo interno per oltre 4 secoli,
prima di essere scoperta nel 1911, ruotano una marea di ipotesi: per
alcuni sarebbe stata una città amministrativo-religiosa,
forse un santuario dedicato alle Sacre Vergini del Sole (dato che la
popolazione, in base ai resti umani ritrovati, era costituita all’80% da
donne. Le 200 mummie rinvenute, in massima parte, erano giovani donne); secondo altre ipotesi la città era una residenza stagionale del nono Inca Pachacutec, primo re ad estendere i suoi domini oltre la valle, oppure la dimora occasionale del sacerdote Cuzco ed suo seguito.
Nella città vi erano delle vere e proprie scuole con aule adibite allo
studio degli astri e si praticavano riti effettuati dagli Amautas,
sacerdoti con elevate conoscenze dei meccanismi celesti, come equinozi e
solstizi, per cui potrebbe essere nata come città-osservatorio in cui effettuare studi astronomici.
Infine, secondo teorie ufologiche, la sua costruzione è persino antecedente alla popolazione Inca e potrebbe essere opera di extraterrestri,
dato che il punto di costruzione è impervio, difficile da raggiungere
se non per via aerea. Secondo gli ufologi, il trasporto delle pesanti e
voluminose pietre necessarie alla costruzione degli edifici di Machu
Picchu era molto arduo per una popolazione che non conosceva l’uso
della ruota. Machu Picchu, dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità
Unesco nel 1983 , eletta nel 2007, in un sondaggio apparso su Internet e
votato dalle persone di tutto il mondo, come una delle Nuove Sette
Meraviglie del Mondo, è stata scoperta il 24 luglio 1911, da un professore ed esploratore di Yale: Hiram Bingham
che, appassionato di archeologia, accompagnato dalla guida locale
Melchor Arteaga, giunse fino alla cima del Monte Machu Picchu, dove
incontrò due campesinos che vivevano lì con le loro famiglie,
coltivando appezzamenti Inca. Si narra che sia stato un bimbo a
indicare all’esploratore le rovine monumentali, ma Bingham commise un
errore: quello di credere che esse appartenessero alla leggendaria
Vilcabamba, l’ultimo rifugio degli Inca ribelli, stando alle cronache
dell’epoca. Nell’ ottobre 1912, il Governo Peruviano, tramite un
decreto, autorizzò lo studioso a scavare nella zona, consentendogli di
portare negli Usa tutti i reperti archeologici ritrovati e ci vollero
più di 5 anni di lavoro per far riemergere l’intero complesso
architettonico. Nel tempo, i sacerdoti divennero abilissimi officianti
per via delle loro conoscenze scientifiche, in particolare quelle
astronomiche.
Si narra che uno dei riti più importanti fosse quello dell’Intihuatana, ossia “il posto dove viene legato il sole”.
Durante i solstizi, quando il sole sembrava insistere nella sua
traiettoria ascendente o discendente, era compito del sommo sacerdote
legare una corda robusta alla pietra Intihuatana, mimando l’atto di un
enorme sforzo per soggiogare l’astro solare, obbligandolo ad invertire
il corso per far cambiare la stagione. Tutto ciò avveniva sotto gli
occhi attoniti della popolazione, che trovava una “valida” spiegazione
per il moto degli astri e soprattutto si sentiva rassicurata di essere
governata da gente che sapeva come garantire il corretto funzionamento
della natura e della società. Machu Picchu è un tesoro nascosto nel
profondo della Cordigliera delle Ande, dove il fiume Urubamba dà origine alla Valle Sacra degli Incas. Questa città-mausoleo ha grandi edifici in pietra sparsi tra il settore alto (hanan) ed il basso (hurin); nel settore superiore ci sono il Tempio
del Sole, la Residenza Reale, la Piazza Sacra con il Tempio delle tre
finestre , il Tempio Principale, e soprattutto Intihuatana, la
pietra su una collina che confonde ancora gli archeologi, in quanto non
si sa bene se fosse un altare sacro, un osservatorio astronomico o un
orologio solare come la meridiana. Nella parte inferiore si trovano,
invece, diversi gruppi di edifici più poveri, che probabilmente
costituivano le abitazioni, le botteghe ed i luoghi per l’allevamento degli animali. I due settori, alto e basso, sono collegati da stretti sentieri e scalinate.
Ma la parte più impressionante si trova a
nord della cittadella: una scalinata stretta e molto ripida, ma
praticabile senza grandi difficoltà, sale fino alla vetta della Huayna Picchu (la Montagna Giovane), dove
da un’altezza di circa 2700m si potrà osservare dall’alto uno
splendido panorama che sovrasta tutto il sito archeologico di Machu
Picchu. Nell’arte Inca confluiscono vari elementi delle precedenti
culture di Chavin, Tiahuanaco e di Chimù. Sorprende la bellezza delle
mura della città, costruite pietra su pietra, senza cemento o materiale
incollante. Si narra persino che un uccello, chiamato “Kak ‘adlu”
conoscesse la tecnica per ammorbidire le pietre e che, forse per ordine
degli antichi dei incaici, si strappò la lingua per non rivelarla. A
Machu Picchu si nota il grande rispetto per la natura dei suoi
costruttori; ancora oggi in essa scorrono acque incardinate, i materiali
utilizzati sono quelli ritrovati sul posto; l’utilizzo dello spazio è
finalizzato al massimo rendimento. Molti sono i miti che accompagnano la
storia popolare diffusa tra le popolazioni andine, ma tra segreti,
misteri, perplessità, vi è una sola certezza: il popolo che ha
realizzato Machu Picchu, piena di acquedotti, torri di avvistamento,
osservatori astronomici e orologi solari, ha dato prova di grande
saggezza, raffinatezza culturale e abilità costruttiva.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.