venerdì 25 ottobre 2013

Le abduction al cinema

Il Fenomeno Abduction e il Cinema – Vero e falso nei film del “Quarto Tipo”

In questo articolo presento una breve carrellata di film, per la Tv e per il Cinema, che hanno cercato di raccontare esperienze di contatto tra persone ordinarie ed entità aliene. Gli appassionati di Ufologia probabilmente ne posseggono copie in dvd, ma alcuni sono di difficile reperibilità, il che non deve scoraggiare i neofiti nella ricerca. Legate dal comune denominatore di una lettura quasi documentaristica del fenomeno Abduction, hanno a mio avviso un discreto valore testimoniale. In questo caso, infatti, il cinema ha scelto di esplorare un territorio che  supera la “science fiction” e presenta motivi di riflessione su diversi piani di lettura, soprattutto quello psicologico. Se tale impostazione finisce per dimostrarsi “negativa” nella fiction, questo rientra soprattutto nei limiti culturali della nostra epoca, ancora impreparata ad accettarne la visione e il versante “positivi”. Come accennato, si tratta di una selezione limitata a pochi titoli, non me ne vogliate. Anzi siete pregate di segnalarne altri e di commentare liberamente.
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Districarsi nei meandri del fenomeno Abduction attraverso il cinema non è agevole. Diverse pellicole che lo hanno trattato sono fuori catalogo e di difficile reperibilità su supporti videografici, mentre la televisione le relega a programmazioni per nottambuli. Per i cinefili si tratta di ottimi B-movies meritevoli di miglior fortuna nelle sale, tenendo conto che la tematica, se non viene inquadrata come fantascienza, risulta di ostica comunicazione filmica. Per altri, la loro diffusione potrebbe anche essere stata ostacolata, in quanto scomoda.
Le trame trattano quasi invariabilmente di persone ordinarie che vivono traumatiche e incomprensibili esperienze di contatto con entità aliene e di psichiatri e psicoterapeuti che cercano di districare la matassa e di aiutarle. È un sommerso, che il cinema ha avuto meriti e demeriti nel portare alla luce.
Iniziamo con “The UFO Incident”, prodotto nel 1975 dalla Universal per la televisione e tratto dal best seller del 1966 “The Interrupted Journey” di John G. Fuller. Il libro ricostruiva la storia dei coniugi del New Hampshire, Betty e Barney Hill, i primi “addotti” della moderna storia ufologica. Magistralmente interpretato da James Earl Jones ed Estelle Parson e diretto da Richard Colla, il film si fonda sui resoconti delle ipnosi regressive condotte in sedute separate sugli Hill dallo psichiatra di Boston, Benjamin Simon, il quale, pur non dubitando della loro buona fede, concluse che quello degli Hill era un caso di doppia amnesia, una sorta di aberrazione psicologica partorita dalla fervida fantasia di Betty che aveva influenzato il marito. Gli Hill respinsero tale interpretazione. Le regressioni avevano fatto affiorare un episodio a loro dire reale, vissuto nella sera del 19 Settembre 1961.
Il dvd di "The UFO Incident" difficilmente reperibile anche on-line.
Il dvd di “The UFO Incident” difficilmente reperibile anche on-line.
Di ritorno da una vacanza in Canada, la coppia viaggiava su una Chevrolet Bel Air nel verde delle White Mountains, quando in cielo apparve una strana luce che li seguì per diverse miglia, a distanza anche ravvicinata. Fermata la macchina, Barney prese il binocolo, scese e vide che non si trattava di un aereo, come avevano creduto. Era un oggetto discoidale multicolore e di grandi dimensioni. Impauriti, ripartirono, ma l’UFO li raggiunse di nuovo e rimase immobile sulla verticale della loro auto per alcuni secondi. Fu allora che Barney e Betty si trovarono al cospetto di diversi esseri umanoidi e il loro viaggio si interruppe… Programmato da un’emittente televisiva in edizione doppiata in italiano e pubblicata in videocassetta dalla CIC, questo film rigoroso e asciutto è un “cult” purtroppo introvabile in dvd, se non su copie pirata in inglese accessibili in rete, o su Youtube.
“Intruders”, una mini serie televisiva trasmessa nel 1992 dalla CBS (in quattro episodi da 60’ ciascuno), scosse dal loro torpore gli Americani avvezzi agli alieni salvifici alla Spielberg, affrontando la tematica abduction a tutto tondo. Basato su una sceneggiatura tratta dall’omonimo libro di Budd Hopkins e ispirato alla figura dello psichiatra John Mack, il film diretto da Dan Curtis con Richard Crenna, Mare Winningham e Susan Blakely, racconta di due donne che si rivolgono a uno psicoterapeuta per far luce sulle loro esperienze di contatto. Le risposte saranno inquietanti: ibridazione umano/aliena. La vicenda tocca il versante cospirazionista: segrete strutture paragovernative vegliano su di noi, ma i Grigi si destreggiano per ottenere i loro scopi.
“Intruders” è reperibile on-line sia in italiano sia in inglese, mentre il dvd della Paramount Home Entertainment scarnifica l’originale riducendolo a un format di due ore.
Un fotogramma di "Intruders"
Un fotogramma di “Intruders”
Quando nel Marzo 1993 uscì negli USA “Bagliori nel Buio” (“Fire in the Sky”) su distribuzione Paramount, molto tempo era passato da quel tardo pomeriggio del 5 Novembre 1975 che segnò per sempre la vita di Travis Walton.
Il ventiduenne taglialegna di Snowflake, Arizona, era a bordo di un furgone con sei colleghi dopo una giornata di lavoro in un’area boschiva delle White Mountains. Travis era un ragazzo schivo, praticava arti marziali (Karate e Taekwondo) e contava di sposare al più presto la sua ragazza, Dana. Sul furgone guidato dal caposquadra Mike Rogers, tutti notarono un intenso bagliore dorato che usciva dalla boscaglia. Poteva trattarsi di un incendio. Non esitarono a cambiare strada e dirigersi verso il punto da dove proveniva la luce. Giunsero a una radura dove un grande oggetto volante stazionava in aria, silenzioso, emettendo bagliori luminosi, a una trentina di metri dal suolo.Fire in the sky walton
Mike fermò il veicolo (le cui luci e motore continuarono a funzionare) a meno di 30 metri dall’oggetto che continuava a librarsi sulla cima degli alberi, sotto iloro occhi. Travis sedeva sul sedile anteriore accanto a Mike e aveva la visuale migliore. Fu una questione di secondi. Un impulso irrefrenabile lo spinse a uscire dal furgone…. Così ha inizio un film terribilmente vero, ma incongruo nei contenuti della fase centrale, quella nella quale Travis si trova all’interno dell’astronave. Nel film, al suo risveglio dallo stato catalettico nel quale il raggio traente lo aveva indotto, Travis si trova in una specie di gigantesco alveare dove altri esseri umani sono usati come cavie di terrificanti esperimenti alieni. Una scena che Travis non ha mai visto, né vissuto. Essa costituisce il punto focale della pellicola, così voluto per mere esigenze di cassetta.
Oggi Travis Walton ha raggiunto una diversa consapevolezza rispetto agli accadimenti di quella sera. Ciò nonostante il film diretto da Robert Lieberman costituisce una testimonianza preziosa di fatti reali e inoppugnabili, investigati dalle forze di polizia, sottoposti al vaglio delle autorità giudiziarie e da numerosi ufologi di grande spessore, fra i quali il professor Allen Hynek. Quello di Walton è da considerarsi il “caso perfetto”, “Bagliori nel buio” un piccolo capolavoro imperfetto, da vedere anche in dvd.
Il fanta-thriller “Il quarto tipo”, diretto nel 2009 da Olatunde Osunsanmi, entra nella tematica promosso (spacciato) come film-verità, ovvero basato su materiali di repertorio e immagini reali riferiti ad agghiaccianti fatti accaduti nel 2000 a Nome, sperduto agglomerato urbano in Alaska. Anche se la location del film non risponde all’ambientazione reale di Nome, le cronache di nera fra la seconda metà degli anni 80 e il 2005 riportarono di sparizioni e omicidi mai spiegati dagli investigatori FBI. Le loro conclusioni si orientarono verso l’opera di un serial killer, ma non fecero mai cenno ad elementi legati al paranormale. Sta di fatto che su questa traccia nasce la claustrofobica fiction di “The Fourth Kind”, in cui i soggetti emotivamente e mentalmente instabili, sono preda di depressioni talmente terribili da portarli al suicidio.
Gli inquirenti delle forze dell’ordine che appaiono nel film decidono di sbarazzarsi di tali incomodi soggetti trattandoli come bugiardi e criminali e pertanto da rinchiudere in prigione o in manicomio: sono individui da rimuovere dalla società civile, a prescindere che dicano, o meno, la verità. A tale protervia si oppone la psichiatra Abigail Tyler (impersonata da una superlativa Milla Jovovich, nella foto sotto), sulle prime coadiuvata dal collega Abel Campos (Elias Koteas) della californiana Chapman University: come psicoterapeuta ha il dovere di trattare dei pazienti presumibilmente addotti. E mal gliene incoglierà.the-fourth-kind
Dopo aver visto il film, supportato da fulminanti flashback di immagini documentaristiche, ho cercato (mi trovavo negli USA) di saperne di più e mi sono imbattuto in diversi vicoli ciechi e pochi fatti che giustificassero l’esistenza di una vera dottoressa Tyler e di un vero dottor Campos. Nulla, nomi e carriere inesistenti, tutto inventato. Ammesso quindi che la storia fosse vera, esiste la remota possibilità che i nomi dei personaggi siano stati cambiati. “This is Hollywood” si direbbe. Obiettivo primario de “Il Quarto Tipo” è il profitto.
Suo obiettivo peraltro non secondario, appare quello di proporre attraverso un plot estremamente inquietante la vicenda di un’innocente famiglia americana come migliaia di altre, mettendo lo spettatore nella condizione o di riconoscersi in tali esperienze, o di assistervi, ma comunque senza capire perché mai si debba essere soggetti a cose tanto orribili, innescando un’ovvia reazione di rabbia verso i rapitori alieni – entità energetiche demoniache – malvagi e senza pietà per la vita umana che, subdolamente, nel film non vengono mai definiti o mostrati sotto forme fisiche e la cui presenza si avverte solo subliminalmente. Il film di Osunsanmi, sembra frutto di una strategia di disinformazione premeditata e studiata per indurre nell’opinione pubblica altra paura nei confronti dell’alieno e del diverso e, soprattutto, di ciò che è ignoto, ma interagisce con noi.
Maurizio Baiata, 24 Ottobre 2013 (prima stesura, Luglio 2012)

http://mauriziobaiata.net/2013/10/23/il-fenomeno-abduction-e-il-cinema-vero-e-falso-nei-film-del-quarto-tipo/

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