sabato 8 febbraio 2014

Scoperto in Israele il focolaio più antico del mondo: 300mila anni

La scoperta di una caverna nel moderno Israele, con all'interno un focolare del nostro passato remoto, suggerisce che i primi uomini già si sedevano attorno al fuoco 300 mila anni fa, prima della comparsa dei primi Homo Sapiens in Africa.
focolare qesem cave israele top
Secondo i ricercatori, gli esseri umani hanno cominciato a controllare il fuoco più di un milione di anni fa.
Tuttavia, la recente scoperta di un focolare di 300 mila anni fa nella Qesem Cave, un sito archeologico situato 10 km a est di Tel Aviv, Israele, potrebbe far luce su come gli esseri umani antichi abbiano cominciato a controllare l’elemento e usarlo nella loro vita quotidiana.
I risultati pubblicati sul Journal of Archaeological Science descrivono il metodo utilizzato dagli scienziati per analizzare lo spesso deposito di cenere di legno individuato all’interno della grotta.
“I risultati ci aiutano a fissare un importante punto di svolta nello sviluppo della cultura umana, quando si è cominciato ad usare regolarmente il fuoco sia per la cottura delle carni che come luogo per incontri sociali”, ha spiegato il dottor Ruth Shahack-Gross del Centro Kimmel per la Scienza Archeologica presso il Weizmann Institute. “Questo ci dice qualcosa sui livelli impressionanti di sviluppo sociale e cognitivo degli esseri umani che vivevano 300 mila anni fa”.


Ma chi ha acceso quel falò?

Erano Homo Sapiens quelli che hanno utilizzato l’antico focolare? In realtà, non è del tutto chiaro chi fosse a cucinare in quella grotta 300 mila anni fa.
Uno studio pubblicato nel 2010 sull’American Journal of Physical Anthropology riportava il ritrovamento di alcuni denti umani nella Qesem Cave databili tra i 400 mila e i 200 mila anni fa.
Gli autori, ipotizzando che i denti potrebbero essere appartenuti a esseri umani moderni (Homo Sapiens), suscitarono un vespaio di polemiche, dato che questa interpretazione è in contrasto con la visione predominante secondo la quale i Sapiens sono comparsi in Africa 200 mila anni fa, per poi disperdersi in altre parti del mondo.
Tuttavia, il ricercatore Avi Gopher, archeologo dell’università di Tel Aviv, in una intervista rilasciata a Nature all’indomani della scoperta, ha sottolineato che al momento, la migliore corrispondenza per i denti scoperti nella Qesem Cave è quella con alcuni ritrovati nelle grotte di Skhul e Qafzeh nel nord di Israele e che sono generalmente attribuiti a esseri umani moderni.
“Quello che posso dire è che sicuramente lasciano aperte tutte le opzioni”, ha detto Gopher nell’intervista. “C’è una tendenza dettata dall’abitudine tanto che l’ipotesi ‘Africa’ viene utilizzata esclusivamente per spiegare ogni constatazione che non rientra come prova di un’altra ondata migratoria dall’Africa”.
Al momento, dunque, l’identità degli utenti del focolare rimane un mistero. “Noi la definiamo, per ora, una nuova stirpe di ominidi”, ha scritto Ran Barkai, archeologo dell’Università di Tel Aviv, in una email scritta al National Geographic.
“E’ chiaramente differente rispetto all’Homo Erectus e ha affinità sia con i Sapiens che con i Neanderthal. Dal momento che i Neanderthal compaiono molto tardi ad oriente e sono di origine europea, e dal momento che i denti di Qesem sono più simili a quelli dei Sapiens orientali, riteniamo che siano più vicini a quello dell’Homo Sapiens”.
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Qualche altro indizio

Intorno al focolare, il team ha scoperto i resti di utensili in pietra, suggerendo che siano stati utilizzati per scuoiare gli animali e tagliarne la carne. Gli attrezzi si trovano a pochi metri di distanza dal focolare, il che fa pensare che gli esseri umani antichi avevano già qualche forma di ordine spaziale e sociale.
“Erano persone molto sofisticate e intelligenti, la cui produzione di utensili era molto avanzata, sapevano cacciare con perizia e potevano produrre fuoco a volontà”, scrive ancora Barkai.
Il focolare doveva essere il cuore della vita domestica per innumerevoli generazioni di famiglie di cacciatori-raccoglitori che popolavano la regione durante il Pleistocene. “Crediamo si trattasse di piccoli gruppi di persone”, dice Barkai. “Forse un paio di famiglie allargate, 15 o 20 persone in tutto, che soggiornano per brevi periodi di tempo, per poi ritornare”.
“Erano all’inizio di una nuova fase dell’esistenza umana, quando la gente ha cominciato la caccia al cervo, a raccogliere legna da ardere, e fare barbecue. Questo ritrovamento mi fa sentire a casa con la specie umana. Sento l’odore del fumo e della carne in cottura. Questo mi fa sentire parte di una lunghissima, e gustosa, storia umana”, conclude Barkai.

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