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martedì 30 dicembre 2014

Quattro tipi di stufette da campo

Nel mondo della vita all'aria aperta, a cui ogni prepper guarda sempre con attenzione, si è soliti usare fuochi liberi per creare confort e protezione.
Tra i vari supporti più o meno sofisticati o rudimentali ci sono le stufette da campo. Solitamente fatte in ferro o acciaio con materiali di recupero e rigorosamente autoprodotte, possono variare per dimensioni, peso e trasportabilità ma tutte possono esser classificate in quattro categorie in base al loro funzionamento. Vediamo assieme questi cinque gruppi per apprezzare i pregi di ognuno di essi.

Bracere
Il primo e sicuramente il più semplice, consiste in un contenitore tendenzialmente sviluppato verso l'alto, sopra è completamente aperto e sul perimetro vicino la base presenta tanti piccoli fori di aerazione. Il combustibile viene posto dal foro d'uscita delle fiamme e dei fumi, la brace viene ossigenata dai fori sottostanti. Questo modello è la base su cui si basano quasi tutti gli altri e il principio di funzionamento è quasi sempre lo stesso: un insieme di correnti d'aria calda e fredda che ruotano su se stesse, questo sistema è detto cella convettiva;

Stufa pirolitica
Il secondo è la stufa pirolitica che gia abbiamo conosciuto sul canale youtube di "pronti a tutto", caratterizzata da due camere una dentro l'altra, le due camere sono unite da un anello che chiude il lato superiore della camera esterna. La camera interna è la camera di combustione avente l'apertura superiore per l'alimentazione e l'uscita del fuoco e dei fumi, in prossimità dell'apertura superiore vi sono dei fori che mettono in comunicazione con la camera esterna e sul fondo dei fori d'aerazione per lo scambio d'aria in entrata e gas in uscita, essa è più corta di quella esterna in odo da non toccar terra.
La camera esterna è la camera d'aerazione, essa ha dei fori per l'aria sul bordo inferiore come nel primo tipo, essi si trovano sotto i fori d'aerazione della prima camera in modo da non causare la fuga dei gas. Questo sistema permette di sfruttare i gas combustibile, altrimenti disperso come nel primo tipo, rilasciato dal legno in combustione.

Rocket Stove
Il terzo è la stufa a razzo, anche detta in inglese rocket stove. E' un modello che sfrutta al massimo il principio della cella convettiva creando un tiraggio d'aria tale che le fiamme e i fumi escano dirompenti dal foro superiore con un effetto molto simile a quello dato dalle turbine dei Jet. Come nei casi precedenti l'aerazione viene da dei fori sul perimetro inferiore ma spesso coincide con un unico foro ampio che fa anche da foro di alimentazione.
Una variante di questo modello consiste nel chiudere il foro superiore con un piano di ferro e aggiungere una canna fumaria per far uscire i fumi, in questo modo si evitano i rischi relativo al uso di fiamme libere, si differenzia l'uscita di scappamento dalla fonte termica che è diventata una superficie radiante;

Stufette ad alcool
Il quarto si differenzia da gli altri da molti punti di vista: non si basa sul primo modello e quindi non sfrutta alcuna cella convettiva, non usa nemmeno combustibile solido. Si tratta della stufetta ad alcol: questa è composta da un serbatoio e da dei fiorellini superiori che possono benissimo coincidere con il foro d'alimentazione.
Non brucia l'alcol liquido ma quello che evapora fuori dai forellini creando delle fiamme simili a quelle dei fornelli della cucina di casa. L'evaporazione è influenzata dalla temperatura ambiente quindi potrebbe esser necessario d'inverno scaldare il serbatoio in prossimità dei fori ma una volta innescata la fiamma l'alcol si scalda dalle sue stesse fiamme.
Nell'immagine vediamo una piccola stufetta ad alcol da portare al collo !!
Per motivi di sicurezza è sconsigliato lasciar il combustibile nel serbatoio, specie d'estate e non alimentare il serbatoio durante il funzionamento. Alcuni modelli presentano una valvola di sicurezza che sfiata in caso la caldaia possa andare sotto pressione.

 Articolo diLuca Moon per Prepper.it

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