Sarebbero ben 59 i Comuni – sparsi tra
le province di Vicenza,Verona e Padova – le cui falde acquifere
sembrerebbero inquinate da Pfas, sostanze perfluoro-alchiliche,
rilasciate illegalmente dalla fabbrica Miteni di Trissino, nel
vicentino, nata 40 anni fa come Rimar e ora gestita dalla multinazionale
Icig.
Queste sostanze, prodotte per rendere
impermeabili stoviglie, carta e stoffe, da decenni inquinano le acque
sia dell’acquedotto che di fiumi e canali, comprese quelle che vengono
usate per l’irrigazione dei campi agricoli con conseguente
contaminazione del prodotto alimentare finale.
Da Trissino a Montagnana, passando per
Lonigo, Cologna Veneta e Vicenza tanti sarebbero i pozzi inquinati da
queste sostanze che avrebbero una persistenza di ben 60 anni nell’acqua e
di 5 nel sangue secondo Vincenzo Cordiano, ematologo dell’associazione
Isde Medici per l’ambiente.
A sporgere denuncia per disastro
ambientale presso le Procure di Verona e Vicenza sono state 12
associazioni ambientaliste capeggiate da Legambiente. Nell’esposto in
questione si chiede il sequestro dei pozzi contaminati “la cui acqua,
usata per raffreddare gli impianti della Miteni, contiene alte
percentuali di Pfas”.
Secondo l’avvocato Enrico Varari,
firmatario dell’esposto, “l’inquinamento è irreversibile e ha effetti
disastrosi sulla salute umana”.
“Il Veneto è al primo posto in Italia
per quanto riguarda l’incidenza di tumori – aggiunge l’ematologo
Cordiano – ed i dati relativi alle Ulss del Basso vicentino mostrano una
situazione molto preoccupante per quanto riguarda l’incidenza delle
patologie cancerogene. Patologie che, secondo gli studi, si verificano
maggiormente in casi di assunzione di Pfas, come quelle al rene, ai
testicoli o ai linfonodi, che colpiscono soprattutto la popolazione in
età adolescenziale” .
Strano che di questo “disastro” si
sappia poco o nulla nel resto d’Italia, strano non si parli di una sorta
di “terra dei fuochi” veneta, strano non ci siano importanti catene di
supermercati e aziende alimentari a prendere le distanze dai prodotti di
questi territori, strano non vi siano ministri che parlino di “stili di
vita” circa l’anomala incidenza tumorale presente in queste zone.
O forse no, non è strano. E’ italiano.
Floriana Tortora
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