Seconda intervista a Giorgio Rossi – MASARU EMOTO (i segreti dell’acqua)
Andrea Nicola: Chi era Masaru Emoto?
Giorgio Rossi: Chi era Masaru Emoto lo trovate scritto su internet. Nonostante in 71anni di vita, abbiamo rivoluzionato il pensiero dell’uomo, rendendo visibile ciò che sino a prima non lo era, troverete scritto ben poco. Oppure troverete tanti testi (copia/incolla) nei tanti siti a lui dedicati. Ancora di più sono i tantissimi profili social dove raccontano cose narrate e talvolta mai accadute che alterano il suo reale impegno di una vita. Racconti di effetti magici, visto che lo straordinario diventa magico per chi non lo comprende. / Chi “è” Masaru Emoto per me, è tutta un’altra storia. Masaru Emoto è stato per me colui che mi ha iniziato (inteso come dato inizio). È stato colui che mi ha indicato la via (inteso come orientato verso). È stato colui che mi ha accompagnato (inteso come tenuto per mano). In poche parole, in un ristretto ambito della ricerca scientifica, è stato per me un Maestro di Vita (intesa come consapevolezza di ciò che è).
AN: Quando e come lo hai conosciuto?
GR: Ho conosciuto Emoto nei primi anni 2000, partecipando ad una sua conferenza. Ho appreso la sua tecnica, a quel tempo unica. Ho potuto vedere concretamente ciò che avevo già imparato dal Professor Emilio Del Giudice (Dominio di Coerenza). Emoto ha reso possibile la visione dei “cluster” (grappoli) dell’acqua. Come le molecole d’acqua si aggregano formando (Metodo Emoto) cristalli più o meno regolari. Alcune formazioni di ghiaccio erano un ammasso di molecole irregolari e caotiche. In altri casi si formavano delle geometrie stupende, modelli matematici detti “frattali”. Scusatemi se ogni tanto utilizzo un lessico scientifico ma non si può descrivere in altro modo queste forme complesse. Non esiste un modo semplice per descrivere i sottoprodotti della vita.
AN: Quali studi avete condiviso?
GR: Nessuno! Ho appreso da lui nozioni che nessuno mai mi aveva spiegato. Grazie a ciò che mi ha insegnato, ho potuto intraprendere la mia ricerca (quando dico mia, intendo assieme ai ricercatori della società di ricerca dov’ero l’Amministratore Delegato). Con Emoto ho condiviso i risultati ottenuti. Ho avuto in cambio suggerimenti che mi hanno portato a percorre nuove vie e nuovi risultati. Ho avuto da lui il sostegno quando i fallimenti si susseguivano. Ho condiviso tanto anche se non sono stato capace di donargli niente in cambio che non fosse la mia riconoscenza. Non avrei mai potuto pareggiare i conti con un uomo così profondo nelle sue analisi. Ora che ci penso, vorrei raccontarvi un episodio che spero spieghi la grandezza e l’umiltà di quest’uomo. Proprio ai margini di quella conferenza, faticosamente sono riuscito ad avvicinarlo e grazie alla sua interprete, sono riuscito a raccontargli qual era il mio sogno. Desideravo trovare il modo per abbattere il Danno Biologico da esposizione ai campi elettromagnetici artificiali. Era un problema che avevo intravisto già da tempo e che i miei ricercatori, prima di me, avevano tentato di risolvere. Due cose non dimenticherò mai di quei momenti. La prima fu l’attenzione con cui ascoltava l’interprete che cercava di tradurre cose di cui lei non conosceva nulla. La seconda cosa fu quando prese un foglio da un blocchetto sul tavolino e scrisse due frasi che poi donò a me. Su quel foglietto che tengo da parte come una reliquia, c’è scritto: “Ci sono uomini che dedicano la loro vita a spiegare ciò che agli altri è reso invisibile”. Un po’ più sotto ha aggiunto: “Ci sono uomini, pochi, che ti dimostrano che ne valeva la pena”. Poi me lo consegnò in mano, con una breve flessione del busto in avanti (che per un giapponese significa tanto). Ogni volta che leggo questo messaggio, piango. Come adesso dopo averlo scritto.
AN: Cosa desiderava Emoto?
GR: Quali fossero i suoi obiettivi non posso saperli. Posso affermare che ciò che ha fatto, non è stato ancora capito da molti. Ho notato, inoltre che molte cose dette e fatte da lui, sono state travisate. Oppure è stata data una spiegazione che si allontana di molto dal tuo pensiero. La scienza, ancora oggi cerca di ostacolare le sue ricerche, nonostante molte prove empiriche le può eseguire chiunque. Altre più complesse – Metodo Scientifico Masaru Emoto” – sono una prassi ormai consolidata in molti Laboratori Scientifici e nelle Università più prestigiose. Nel mio piccolo penso, per come l’ho conosciuto e per l’umiltà che esprimeva, che il suo intento fosse quello di rendere consapevoli gli uomini riguardo ai meccanismi subatomici che la Meccanica della Fisica Quantistica sta scoprendo giorno dopo giorno. Soprattutto riguardo l’acqua e le sue proprietà, senza la quale la VITA non poterebbe esistere, almeno come la pensiamo noi umani.
AN: C'è stata qualche curiosità che ti ha svelato?
GR: Sinceramente, ogni cosa che ho visto fare da lui era per me una novità. Era un guardare dentro a ciò che avevo davanti agli occhi da sempre. La ricerca scientifica è un continuo “svelare”, inteso come togliere i veli. Dopo tutto la “scoperta” non è altro che alzare ciò che copriva, per vedere ciò che era lì da sempre.
AN: Cosa dice la "scienza ufficiale" riguardo agli studi di Emoto?
GR: Va precisato che il Metodo Scientifico Masaru Emoto è “scienza ufficiale”. Se qualcuno ancora oggi nega ciò che è riproducibile, quindi ripetibile, quella non è sicuramente scienza ma “incoscienza”. Non andrei tanto a sottolineare o a fare esempi. Non desidero dare importanza a chi non capisce ciò che vede.
AN: Cos'è la memoria dell'acqua?
GR: Domanda semplice e lineare ma a cui non è facile dare una risposta. È difficile soprattutto quando lo si deve spiegare a persone che non si occupano della materia trattata. La stessa sua domanda è composta da più interrogativi in sequenza. La risposta che spesso trovo scritta un po’ dappertutto è la seguente: “È la capacità dell’acqua di registrare eventi e di tenerli in memoria nel tempo”. Una risposta che giornalisticamente può sembrare una notizia da prima pagina ma che in realtà, scientificamente, non ha nessun significato. Già rispondere alla prima parte del quesito – Che cos’è – è difficile. Chi studia gli eventi, trova diversità tra il – cos’è – e il – ciò che appare. Prima che esistesse il Metodo Scientifico Masaru Emoto, l’occhio non poteva vedere la forma del cristallo, la sua geometria. Se poi vogliamo parlare di “memoria”, allora è necessario chiedersi che cosa sia la memoria e quale sia la memoria di cui noi stiamo trattando. Riguardo all’acqua come sostanza, siamo sicuri che la formula H2O, sia la descrizione corretta della molecola di cui stiamo parlando? – A questo punto provo a fornire una pseudo risposta che permetta a molti di percepire la vastità dell’evento responsabile della vita (non pizza e fichi). La memoria dell’acqua è una variazione a livello quantistico (quanti = fotoni) che permette di trasformare un evento in una informazione. È una lingua con un suo lessico e una sua grammatica, con la quale è possibile creare tutto ciò che a livello atomico, l’uomo può misurare e, a scala più elevata, anche vedere e poi, in alcuni casi anche toccare. Scusate se l’ho messa giù così ma è il modo più semplice che ho trovato per renderlo percettibile.
AN: Quali vantaggi ha avuto il mondo?
GR: Spero di interpretare bene la domanda. Mi scuso se non l’ho compresa nel modo giusto. Per dare una risposta partirei dallo spiegare il significato della parola “conoscenza”. Molti sono convinti che “conoscenza” significhi “con scienza”. Niente di più sbagliato. Conoscenza significa “con coscienza”. Adesso diventa difficile spiegare. Tutto ciò che siamo e ciò che ci circonda, in realtà – non è la realtà che noi pensiamo. Tutto è un Campo Vibrazionale. Immaginate un lenzuolo che due persone che lo tengono alle due estremità (come quando ci si mette a piegare un lenzuolo). Poi immaginate che uno dei due (almeno uno) inizi ad agitarlo facendolo ondeggiare dal basso verso l’alto. Il lenzuolo rappresenta il Campo Vibrazionale (là dove tutto accade), mentre l’onda che si crea quando il lenzuolo ondeggia, è la coscienza generata da chi è presente, rendendo possibile la realtà che emerge dal campo. In questo complesso evento, ciò che Masaru Emoto mi ha insegnato, mi ha permesso di prendere coscienza di ciò che sino a prima nemmeno immaginavo. Prendere coscienza determina la qualità della vita. Sicuramente la propria ma nel condividere (dividere con) anche quella altrui.
AN: Perché l'acqua è strettamente legata alla vita?
GR: Mi scusi! Ma domande un po’ più semplici, non è ha? – È complicato trattare questi temi senza avare davanti a sé interlocutori che con la loro postura aiutino ad indirizzare la risposta. Ci provo. Come noi umani intendiamo la vita, la sostanza acqua e le sue caratteristiche, sono indispensabili per promuovere i meccanismi biologici che in maniera complessa genera il tutto nelle varie declinazioni. Per poter spiegare, almeno in parte il concetto vita, va determinato quale sia il punto intermedio, laddove il macro (l’Universo) e il micro (scala sub atomica) si incontrano. Quel punto è la CELLULA. È il mattone più piccolo che compone ogni organismo vivente (espressione della vita), capace di generare autonomamente “energia vitale”. Anche sull’autonomamente andrebbe aperta una parentesi lunga una vita. Grazie a Masaru Emoto abbiamo potuto intravedere cose che altre TEORIE (in grande) non riuscivano a spiegare. Non è un caso che nel ricercare la vita su altri Pianeti, si ricerchi la presenza dell’acqua. Non è un caso che si utilizzo delle tecnologie a Banda Infrarossa (ma questa è tutta un'altra storia). Concludendo, laddove non c’è l’acqua, non ci può essere la vita. Quindi?
AN: Si può dire che l'acqua è forma in azione?
GR: Si può dire di tutto. Fino adesso è stato detto di tutto, il contrario di tutto. Andrebbe spiegato, come ha fatto Emoto, facendo vedere che cosa sia la Forma_Azione. A questo punto non mi dilungherei oltre.
AN: In che direzione andranno i tuoi studi?
GR: Per il momento seguiranno la via già tracciata. Gli Insegnamenti ricevuti da Emoto, non hanno tradito ciò che avevo appreso prima di conoscerlo. Lui mi ha solamente (se solamente si possa utilizzare nel suo caso) edotto e fatto prendere coscienza riguardo a ciò che avevo studiato prima. Mi ha permesso di elevare il mio pensiero, sino a giungere a creare soluzioni efficaci per risolvere altri problemi. In poche parole, mediante il Metodo Scientifico Masaru Emoto, posso verificare se ciò che sto facendo è corretto, quindi non danneggia niente e nessuno. Non utilizzo solamente il metodo Emoto ma sicuramente non ha mai tradito le aspettative. In futuro non so che cosa dovrò o potrò fare. La tecnologia viaggia così velocemente che il domani è già qui.
AN: Vuoi aggiungere qualcosa?
GR: Sì! Ci tengo a dire che dopo Masaru Emoto, ho avuto la fortuna di conoscere un altro Ricercatore italiano che considerò il mio mentore. Non a caso è anche lui sia un suo discepolo ed è colui che ha fatto da tramite tra me ed Emoto, quasi fino a suoi ultimi giorni di vita. Proprio tramite il Professor Luigi Maxmilliam Caligiuri, ho ricevuto i complimenti di Emoto per alcune soluzioni ideate e prodotte dal mio gruppo di ricerca. Desidero aggiungere ancora un particolare, per me importantissimo. Il 31 Gennaio del 2014 è morto il Professor Emilio Del Giudice, per me un altro maestro prezioso. Nello stesso anno, il 17 Ottobre, è morto Masaru Emoto. Il giorno seguente (18 Ottobre) ho presentato in Germania uno dei miei prodotti, quello per abbattere il danno biologico da esposizione ai campi elettromagnetici artificiali. Proprio quella soluzione che Masaru Emoto mi ha spinto a realizzare. Ho come la sensazione che mi abbia passato il testimone e nel farlo, la responsabilità di divulgare i suoi insegnamenti oltre che diffondere questa soluzione, ormai necessaria a tutti, ovunque. Spero di essere stato capace di far capire la grandezza di questo uomo e anche la sua così grande e profonda conoscenza dei meccanismi della vita.
oltrecoscienza andrea nicola
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