Parlar male del caffè non è cosa semplice. Abbiamo affrontato in passato la questione e sono volati gli insulti. Tutti bevono caffè. Fa parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Passare dal “prendiamoci un caffè” al “prendiamoci una centrifuga” richiederà parecchi anni ma è anche vero che grazie ai social network le persone stanno scoprendo che non tutto quello che abbiamo imparato nella vita risulta vero e quindi proviamo a dare anche a questo mito qualche picconata.
E’ veramente così buono questo benedetto caffè? Non credo sia questo il segreto del suo successo se ragioniamo sul fatto che quattro persone su cinque per berlo devono dolcificarlo.
Il motivo è un altro ed è semplice. Il caffè è una droga e come tutte le droghe crea dipendenza. Il nostro organismo riceve uno stimolo che seppur breve e devastante a lungo termine regala piacere. Punto.
“Che vuoi che sia una tazzina al giorno?”
La verità è che con una produzione annua di 6 milioni di tonnellate, il caffè è la bevanda più apprezzata dopo l’acqua. Solo l’Italia ne importa 324 mila tonnellate (pensate a quante navi e tir servono per il trasporto).
Il giro d’affari in Italia fa girare la testa: trenta miliardi di euro circa l’anno!
Queste cifre stratosferiche ci portano inevitabilmente a riflettere sulla sua sostenibilità.
Tratto da Il Manifesto:
Fino a qualche decennio fa, il caffè cresceva nel sottobosco delle foreste tropicali. Oggi la gran parte del caffè prodotto al mondo cresce al posto delle foreste tropicali. All'ombra o al sole: la differenza, sostiene un ricercatore del WorldWatch Institute, è quantificabile in quasi 10 milioni di ettari di foresta che si potrebbero salvare. Finché la pianta cresceva nel sottobosco, gli agricoltori curavano insieme al caffè anche la foresta, che forniva una gran varietà di prodotti «collaterali» (legna da ardere, frutti, piante medicinali...). Ora però quasi tutto il caffè è prodotto in pieno sole, cioè su terreni denudati. Il motivo è che sulla stessa estensione di terreno stanno più piante e la produzione per ettaro aumenta: nell'immediato il guadagno c'è. Ma poi c'è l'effetto a lungo termine, e allora bisogna mettere nel bilancio altri elementi. La perdita di foreste, per cominciare: su scala mondiale la più forte spinta a deforestare, oltre allo sfruttamento industriale del legname, è proprio l'agricoltura intensiva (non solo di caffè: si pensi alla palma da olio nel Borneo o Sumatra), o pascoli. Con la foresta si perde la straordinaria varietà di vita animale e vegetale che vi alberga. Senza contare che il rilascio di carbonio nell'atmosfera contribuisce a riscaldare il clima terrestre.
Quanto al caffè, all'ombra della foresta umida ha bisogno di pochi o per nulla fertilizzanti, perché il sistema naturale aggiunge in sé elementi nutrienti al terreno. Ha bisogno pochi o niente pesticidi, perché uccelli e insetti divorano gran parte dei parassiti della pianta del caffè.
Per essere definito «equo» - o «etico» - il caffè deve essere «biologico» (o «organico», cioè senza pesticidi), e commercializzato in modo corretto verso i produttori, e per l'appunto cresciuto all'ombra. Certo, di fronte alle botteghe eco-solidali, o ai produttori che hanno già accettato il caffè equo ci sono tre grandi acquirenti che monopolizzano il mercato: Procter and Gamble (Folgers), Philip Morris (Maxwell) e Nestlé (Nescafé): e loro di caffè equo e ombreggiato non ne parlano neppure.
Qualche ambientalista si sentirà in colpa per qualche minuto e qualche animalista ci sarà rimasto male sentendo il nome di aziende terribili come la Nestlè o la Procter & Gamble ma alla fine tutto passa. Che diamine! E’ del caffè che stiamo parlando.
Con il suo clamoroso “Caffeine blues” (“Depressione da caffeina”), Stephen Cherniske sferra un attacco micidiale. Il signor Cherniske, con oltre 30 anni di esperienza clinica, di ricerca e di esperienza in campo salutistico ha studiato per 10 anni questa micidiale bevanda.
“Mi sono rapidamente reso conto che ognuno è stato raggirato – ricercatori, dottori, giornalisti, e in particolar modo il pubblico. L’inganno è stato coordinato da un’industria il cui scopo è piuttosto semplice: introdurre nei nostri organismi più caffeina possibile. L’industria della caffeina sa che la caffeina indebolisce il nostro naturale senso di vitalità, rendendoci dipendenti dai suoi prodotti per superare la giornata. Sa che voi realmente bramate i suoi prodotti e, cosa più importante, che soffrite quando non li consumate. E’ una montatura commerciale, ed è legale.”
Sulla prima pagina di questo libro si legge:
- La Caffeina non può dare energia, ma solo stimolazione chimica; induce in uno stato di allerta che può condurre ad irritabilità, sbalzi di umore ed attacchi di panico.
- L’effetto finale della caffeina sull’umore può essere un grosso calo, che conduce a depressione ed a fatica cronica.
-La caffeina dall’illusione di aumentare lo stato di vigilanza in quanto causa dilatazione delle pupille, accelerazione del battito cardiaco, ed aumento di pressione. In realtà, la caffeina non aumenta, nel complesso, l’attività mentale.
L’inganno della falsa energia
“La caffeina non fornisce energia ma solo stimolazione chimica. L’energia che si percepisce viene dallo sforzo del corpo di adattarsi all’aumentato livello nel sangue di ormoni dello stress… L’uso del caffè per migliorare l’umore è una benedizione di breve durata ed una maledizione di lunga durata. Mentre l’iniziale stimolo dell’adrenalina può procurare un provvisorio sollievo anti-fatica, l’effetto finale della caffeina è di una depressione, leggera o profonda. I pubblicitari e le “istituzioni” del caffè hanno nascosto all’opinione pubblica questo aspetto della caffeina…”
“Anche se i consumatori di caffeina possono sentirsi più svegli, l’esperienza è semplicemente quella di un aumento dell’attività sensoriale e motoria (pupille dilatate, aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna). La qualità di pensiero e la memoria non migliorano più di quanto migliora la qualità della musica quando suonata ad alto volume o velocità.”
Tossicità del caffè
“Il caffè è una droga “leggera” contenente un vasto assortimento di sostanze tossiche. In aggiunta alla caffeina, il caffè contiene centinaia di sostanze volatili inclusi più di 200 acidi. Il corpo le deve espellere attraverso un grande dispendio di energia, che è quella strana stimolazione percepita come “energia”.
La caffeina è un veleno biologico usato per le piante come pesticida. La caffeina da al fogliame e ai semi un sapore amaro, che scoraggia il loro consumo agli insetti e agli animali. Se i predatori persistono nel mangiare le piante irrorate di caffeina, la caffeina può causare la distruzione del loro sistema nervoso centrale e perfino avere aspetti letali. Molti infestanti imparano presto a lasciar stare le piante.”
Chiudiamo l’articolo con il contributo di Valdo Vaccaro (che a giorni andremo a intervistare direttamente a casa sua!!!):
- E’ droga pericolosa causante assuefazione e dipendenza (difficile da abbandonare).
- E’ droga teratogena, causante cioè difetti di nascita alla discendenza.
- E’ droga anticellulare, causante rotture nelle molecole del Dna. Due tazze di caffè contengono 250 mg di acido clorogenico, di altamente tossici actractilosidi, e di tossici palmitati.
- E’ droga cancerogena, associata a cancro alle ovaie, alla vescica, al pancreas, al fegato e all’intestino crasso.
- E’ droga irritante del sistema nervoso, causante aritmie ventricolari.
- E’ droga irritante lo stomaco, dannosissima per il fegato e i reni.
- E’ droga carica di acido ossalico che cattura il calcio e lo porta a formare calcoli ai reni, al fegato e in altre parti del corpo.
- E’ droga acidificante che compromette la formula ottimale del sangue, sovverte la digestione, disturba il riposo notturno, causa emicrania e produce forti stati depressivi in fase di astinenza.
- E’ droga distruttrice dell’apparato renale, come ben sanno quelli che si ritrovano a fare mestamente la fila alla macchina per le dialisi.
- E’ droga sballante il processo gastrointestinale (obbliga il cibo a lasciare lo stomaco troppo in fretta, e disturba la peristalsi intestinale).
- E’ droga mutagena che produce materiale combusto tipo il mutageno e pirolitico glicossalato di metile.
- E’ droga caustica, e provoca troppo rapido passaggio dei cibi nell’intestino, riducendo l’assimilazione e inviando le sostanze nutritive ai servizi igienici.
- E’ droga causante acido urico, sostanza che il corpo non è in grado di eliminare, mancando gli enzimi uricasi (le fonti di acido urico sono tutte le carni e il caffè) fonte
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