Uno studio su Physical Review Letters suggerisce che la materia
oscura sarebbe simile alle particelle subatomiche chiamate pioni. La
nuova ipotesi, basata sull'esistenza di particelle denominate SIMP,
risolverebbe alcune discrepanze tra dati e simulazioni numeriche e
avrebbe profonde implicazioni sui metodi di ricerca dei prossimi
esperimenti
La
struttura di un pione (a sinistra) e di una particella SIMP (Strongly
Interacting Massive Particle) proposta da Hochberg et al. (a destra).
Credit: Kavli IPMU
Dobbiamo molto alla materia oscura, quell’entità misteriosa che mantiene intatte le galassie, le stelle, il Sistema solare e persino i nostri corpi. Tuttavia, nessuno finora è stato in grado di osservarla direttamente ed essa viene spesso considerata come una nuova forma di materia esotica, ossia come una particella che si muove nelle dimensioni extra dello spazio o della sua versione quantistica, la supersimmetria.
Le
teorie convenzionali predicono che le particelle di materia oscura non
dovrebbero collidere ma piuttosto ‘scivolar via’ passando l’una accanto
all’altra (in alto). Invece, secondo Hochberg et al. le particelle di
materia oscura di tipo SIMP (Strongly Interacting Massive Particle)
dovrebbero collidere ed interagire l’una con l’altra (in basso). Credit:
Kavli IPMU
La teoria predice che la materia oscura interagisca molto probabilmente con se stessa all’interno delle galassie o degli ammassi, modificando possibilmente le distribuzioni di massa attese. «La teoria potrebbe risolvere le attuali discrepanze tra i dati e le simulazioni numeriche», dice Eric Kuflik, un ricercatore alla Cornell University. «Le differenze cruciali che troviamo in queste nuove teorie sulla materia oscura e quelle precedenti hanno delle implicazioni profonde su come potrà essere rivelata la materia oscura con i prossimi esperimenti», aggiunge Yonit Hochberg, ricercatore presso l’Università della California a Berkeley.
Illustrazione
artistica della distribuzione della materia oscura. A sinistra, si
assume una distribuzione di materia oscura secondo le teorie più
convenzionali in cui si osserva un massimo concentrato in una piccola
regione del centro galattico. A destra, la simulazione con materia
oscura di tipo SIMP (Strongly Interacting Massive Particle) dove si
osserva una distribuzione più diffusa rispetto al centro galattico.
Credit: NASA, STScI, Kavli IPMU
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